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Videogiochi anni ’90: tutti i migliori titoli a cui giocare

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Chi non ha mai giocato a Mortal Kombat o Doom? Questi sono solo due dei migliori videogiochi degli anni ’90 che si sono diffusi in questo decennio magico e che ancora oggi continuano a far sognare i videogiocatori di tutto il mondo. Di seguito si è provato ad elencare i videogiochi migliori degli anni ’90, citando alcune pietre miliari di questa forma di intrattenimento sempre più ricca e amata, e accostando ad esse dei nomi che faranno riscoprire perle nascoste. Di seguito tutti i migliori videogame anni ’90 secondo Gamesplus!

Videogiochi anni ’90: una lista dei migliori titoli a cui giocare

I primi videogiochi nacquero tra gli anni ’50 e ’60, ma si trattava di giochi non commerciali, spesso limitati agli ambienti universitari. Tra questi, Spacewar!, installato su un elaboratore DEC PDP-1, il quale fu studiato e migliorato da molti studenti ed ebbe un ruolo fondamentale nell’apprendimento delle basi per progettare un videogioco. L’età d’oro dei primi videogiochi fu poi tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta.

Durante questo periodo presero infatti forma molti dei più celebri videogiochi di sempre, i quali sono ancora oggi presenti sotto forme e con modalità sempre nuove. Dagli anni ’90 in poi, però, ha avuto luogo una sempre più massiccia espansione dell’arte dei videogiochi, i quali hanno introdotto sempre più novità, divenendo un mezzo di intrattenimento sempre più popolare.

Videogiochi anni ’90 arcade da bar, sala giochi e online

Videogiochi anni 90 arcade

Un videogioco arcade è una tipologia di giochi che si possono fruire in una postazione pubblica apposita a gettoni o a monete, costituita fisicamente da una macchina posta all’interno di un cabinato. L’inglese arcade significa in questo caso prorpio sala giochi, ma titoli appartenenti a questo tipo si potevano ritrovare anche nei bar dotati di apposite apparecchiature. Gli arcade rappresentarono la prima generazione di videogiochi di largo consumo, e il primo contatto del pubblico con questa nuova forma di intrattenimento.

Nel frattempo, l’importanza economica dei videogiochi nei luoghi pubblici è considerevolmente scemata a favore dei videogiochi per personal computer, per console e più recentemente per dispositivi mobili. Per questo motivo, l’espressione videogioco arcade viene spesso usata per riferirsi alla generazione degli arcade “classici”, oppure anche per indicare il tipo di gameplay “arcade”, cioè rapido e immediato, senza troppe pretese di realismo. Ecco di seguito i titoli più celebri.

  • Street Fighter II – The World Warrior. Street Fighter II: The World Warrior è un videogioco arcade picchiaduro del 1991, sviluppato e pubblicato da Capcom. Si tratta del secondo capitolo della famosa saga di videogiochi Street Fighter, iniziata nel 1987 con Street Fighter. È considerato uno dei migliori videogiochi di tutti i tempi. Il gioco originale presenta otto personaggi selezionabili per scontrarsi con gli altri avversari, fino a raggiungere quattro boss finali.
  • Metal Slug. Metal Slug è un videogioco del genere sparatutto a scorrimento orizzontale prodotto nel 1996 dalla SNK Playmore per piattaforme Neo Geo ed arcade. il giocatore possiede proiettili illimitati con cui deve uccidere i nemici per raggiungere la fine del livello. Al termine di ogni scenario è presente un boss, più grande e resistente dei normali nemici.  Sono disponibili le modalità giocatore singolo e multiplayer cooperativo.
  • Super Mario World. Quinto capitolo della serie, si tratta del primo videogioco in cui appare il dinosauro Yoshi. Con il suo aiuto, Mario e Luigi devono liberare la Terra dei Dinosauri e la Principessa Toadstool dalle grinfie di Bowser e dei Bowserotti. Il gameplay è lo stesso adottato nei titoli precedenti di Mario, con l’aggiunta di elementi e caratteristiche che saranno presenti anche nella maggior parte dei videogiochi successivi della serie. Il videogioco ebbe un clamoroso successo e contribuì ad accrescere la fama di Super Mario.
  • Aliens. Aliens è un videogioco arcade di tipo sparatutto, sviluppato e pubblicato dalla Konami nel 1990. Il videogioco, ispirato al film Aliens – Scontro finale, è stato realizzato da S. Okamoto col suo team e presenta uno svolgimento a scorrimento laterale che talvolta può assumere anche una visuale in terza persona. Non è stato convertito per alcuna console domestica.
  • Doom. Doom è ritenuto uno degli esempi più influenti del genere sparatutto in prima persona. Il giocatore indossa i panni di un marine spaziale, che viene inviato ad indagare su un misterioso incidente dove scoprira di doversela vedere con mostruose creature extraterrestri. Il gioco è visto direttamente dagli occhi del protagonista e il suo scopo è semplicemente quello di fermare l’invasione dei demoni e ritornare sulla Terra sano e salvo.
  • Puzzle Bobble. Puzzle Bobble, conosciuto in Nord America e qualche volta in Europa come Bust-a-Move, è un videogioco rompicapo arcade creato dalla Taito nel 1994. Ha per protagonisti i personaggi di Bubble Bobble e diede inizio a una lunga serie di seguiti e imitazioni, sia arcade che per il mercato casalingo. L’obiettivo è quello di sparare le bolle di un colore contro quelle del medesimo colore presenti sul soffitto, facendo si che queste scompaiano. Se ciò non accade, lo spazio inizia a riempirsi fino a quando non si azzera e la partita è persa.
  • The Secret of Monkey Island. The Secret of Monkey Island è la prima avventura grafica della saga di Monkey Island ed è stato prodotto nel 1990 da LucasArts. Qui compare il protagonista assoluto di tutta la serie, Guybrush Threepwood, un giovane dal passato oscuro che giunge su una piccola isola dei Caraibi, l’isola di Mêlée, con un sogno da realizzare: diventare un pirata. Il gioco è permeato da una forte vena umoristica, basata su diverse battute e situazioni comiche, surreali, anacronistiche.
  • Area 51. Area 51 è un gioco arcade con armi leggere pubblicato da Atari Games nel 1995. Prende il nome dalla struttura militare. La trama del gioco coinvolge il giocatore che prende parte a un’incursione militare STAAR (Strategic Tactical Advanced Alien Response) per impedire agli alieni, noti come Kronn, e agli zombi creati dagli alieni di prendere il controllo della struttura militare dell’Area 51.
  • NBA Jam. NBA Jam è un videogioco arcade di basket, creato nel 1993 dalla Midway Games. Fu creato interamente in linguaggio assembly e diede il via alla serie di videogiochi della Midway basati sull’NBA. Il gioco non è realistico, ma incentrato sull’azione frenetica e spettacolare. Le partite sono 2 contro 2, ogni atleta può essere controllato da un giocatore o dal computer.
  • Virtua Fighter 2. Virtua Fighter 2 è il secondo gioco della popolare serie di videogiochi picchiaduro a incontri Virtua Fighter prodotta da SEGA. Fu creato da Yu Suzuki e uscì nelle sale giochi nel 1994. Oltre a presentare nuovi personaggi, il gioco viene ricordato per l’incredibile utilizzo di grafica a quel tempo rivoluzionaria, come anche per un’arena personalizzabile che può essere regolata fino agli 82 metri.

Videogiochi anni ’90 per PC e console

Videogiochi anni 90 PC

  • Resident Evil. Resident Evil, distribuito in Giappone come Bio Hazard, è un videogioco survival horror creato da Capcom. Rappresenta il titolo inaugurale della serie di Resident Evil, divenuta oggi un fenomeno globale composto da serie, film, fumetti e altro ancora. In generale, la storia segue focolai di zombi e altri mostri generati da esperimenti sfuggiti al controllo della Umbrella Corporation. Alla serie è riconosciuto il merito di aver popolarizzato il genere survival horror e di aver reintrodotto gli zombi nella cultura popolare dalla fine degli anni novanta in poi.
  • The Legends of Zelda: Ocarina of Time. È questo un videogioco d’azione e avventura dinamica, nonché il quinto capitolo della serie di The Legend of Zelda e il primo in grafica 3D. Nella storia, Link ancora una volta ha il compito di fermare il malvagio Ganondorf nella sua ricerca della Triforza, una sacra reliquia che esaudisce qualunque desiderio di chi la possiede. Durante la sua avventura, deve viaggiare nel tempo e imparare a suonare un’ocarina dai poteri magici. Questo videogioco è considerato uno tra i migliori di tutti i tempi.
  • Final Fantasy VII. Final Fantasy VII è stato il primo capitolo della serie realizzato in computer grafica 3D, con personaggi completamente renderizzati su sfondi pre-renderizzati, nonché il primo capitolo della serie ad essere pubblicato in Europa. La trama di Final Fantasy VII ruota attorno alle vicende del protagonista, Cloud Strife, un mercenario intenzionato a fermare le malvagie attività della compagnia Shinra. Con il progredire della storia, però, egli rimarrà coinvolto in un conflitto di proporzioni inaspettate, arrivando a scontrarsi con il leggendario Sephiroth, l’antagonista principale del videogioco.
  • Metal Gear Solid. Metal Gear Solid è un videogioco d’azione stealth, pubblicato nel 1998 dalla software house giapponese Konami per la console PlayStation. È stato diretto, prodotto e scritto da Hideo Kojima e segue i videogiochi per MSX 2 Metal Gear e Metal Gear 2: Solid Snake. La trama segue le vicende di Solid Snake, un agente segreto che deve infiltrarsi in una remota struttura insulare per lo stoccaggio di armi nucleari, con l’obiettivo di neutralizzare una minaccia terroristica. È considerato una delle migliori e più importanti opere della storia dei videogiochi e ha contribuito a diffondere e innovare il genere del videogioco stealth.
  • Quake. Quake è un videogioco del genere sparatutto in prima persona, sviluppato da id Software e pubblicato da GT Interactive nel 1996 per PC. È il primo gioco della serie Quake. Il giocatore deve farsi strada attraverso livelli a labirinto dall’aspetto antico, mentre si combattono diversi mostri usando armi futuristiche. Il gioco è stato concepito come succcessore spirituale di Doom, dal quale riprende elementi di trama e di gameplay.
  • Tomb Raider. Tomb Raider è un videogioco sviluppato da Core Design e pubblicato da Eidos Interactive, ed è il gioco di esordio della serie Tomb Raider. La storia narra di Lara Croft, un’archeologa inglese alla ricerca di antichi tesori, che può vagamente ricordare Indiana Jones. Il gioco è stato acclamato dalla critica ed è risultato influente per tutta le generazione di giochi d’avventura seguenti. Il gameplay comprende l’affrontare pericolosi animali ed altre creature, la risoluzione di enigmi ed il superamento di ostacoli naturali.
  • StarCraft. Si tratta di un videogioco di strategia in tempo reale, che traspone la maggior parte delle caratteristiche dei precedenti Warcraft da un’ambientazione fantasy a una fantascientifica, per la precisione una guerra spaziale del lontano futuro, introducendo fazioni con differenze di gameplay molto marcate eppure tra loro equilibrate. Grazie alla modalità multigiocatore divenne un fenomeno anche nell’ambito degli sport elettronici.
  • Silent Hill. Silent Hill è un videogioco survival horror prodotto da Konami e sviluppato dal Team Silent, pubblicato nel 1999 come esclusiva della console Sony PlayStation, ed è il primo capitolo della serie omonima. Il gioco utilizza una visuale in terza persona con dei componenti di computer grafica 3D in tempo reale. Il gioco segue la storia di Harry Mason, protagonista, alla disperata ricerca della propria figlia adottiva per le strade della mostruosa città statunitense Silent Hill. Imbattendosi in un culto pagano il cui obiettivo è quello di far resuscitare un nuovo Dio, scoprirà le vere origini della bambina.
  • Dino Crisis. Dino Crisis è un videogioco survival horror sviluppato e pubblicato da Capcom originariamente per la console PlayStation nel 1999.  La trama segue le vicende di Regina, un’agente speciale inviata con una squadra specialistica ad indagare su una struttura di ricerca remota su un’isola, invasa da dinosauri, che Regina deve combattere, fino a scoprire i segreti della struttura e uscirne viva. Il gameplay si basa sui concetti base del survival horror, tra cui azione e risoluzione di enigmi, ed è stato sviluppato per incutere terrore più viscerale e coerente grazie ai dinosauri, rapidi, intelligenti e violenti.
  • Tekken. Tekken è un videogioco picchiaduro 3D sviluppato e prodotto dalla Namco. Tekken è il nome del torneo di arti marziali in cui si cimentano i protagonisti, che ambiscono al titolo di “The King of Iron Fist Tournament”. Primo di una lunga e fortunata serie di videogiochi, il gioco presentava tutti gli aspetti che hanno reso celebre l’intera serie di Tekken: grande fluidità, grafica curata (per l’epoca) e match rapidi. Alcuni singoli attacchi sono particolarmente devastanti e le combo permettono di mettere a segno anche una decina di colpi consecutivi.

Le console portatili per videogiochi anni ’90

Con il successo del GameBoy della Nintendo, una delle prime e più influenti console portatili per videogiochi, altri apparecchi similari vennero ideati negli anni successivi, macchine da gioco che cercavano di superare il leader del mercato proponendo una veste grafica superiore o funzionalità esclusive. Nel 1997 la Tiger Electronics, azienda giapponese di giocattoli e giochi elettronici, ha prodotto il Game.com, la prima console portatile dotata di schermo tattile e possibilità di collegamento ad Internet. Nel 1999 la Bandai inizia a vendere nel solo Giappone la console portatile WonderSwan, ideata da Gunpei Yokoi, inventore del Game Boy che aveva lasciato la Nintendo per lavorare in proprio.

La console incontra un buon successo, seppur molto inferiore a quello della prima “creatura” di Yokoi, e vi vengono convertiti svariati J-RPG come quelli della serie Final Fantasy e altri titoli tratti da cartoni animati di cui la Bandai detiene i diritti. Negli anni il Game Boy è stato commercializzato in diverse varianti estetiche e anche hardware (nel caso del Game Boy Color), portando ad esempio lo schermo a dimensioni maggiori e la grafica da monocromatica a quella a colori. Il punto di forza che lo ha mantenuto la console portatile più venduta è stata la sua retrocompatibilità e l’alta autonomia.

Final Vendetta, la recensione su PS5

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Un nuovo episodio di “Nostalgia” lo viviamo con Final Vendetta, il titolo della nostra recensione della versione per console PS5. Numskull Games e Bitmap Bureau riportano in auge un vecchio classico della sale giochi, quando al posto delle console il divertimento si viveva tra i cabinati. Ed è proprio che in questo contesto che Vendetta fece la sua prima apparizione nel 1989 ad opera di Konami, conosciuto però con il nome di Crime Fighters. Successivamente, nel 1991 arrivo il secondo capitolo anche nelle sale giochi italiane e fu quello che forse ebbe più successo nell’economia della trilogia, che chiuse i battenti nel 1993 con Violent Storm.

Dal punto di vista narrativo Final Vendetta si ispira all’ultimo capitolo, per quanto la tematica della serie giri sempre attorno allo stesso argomento. Un rapimento e una lotta tra gag rivali, in un contesto simil cyberpunk e post apocalittico. Ispirazioni figlie dell’epoca, tra Final Fight, Street of Rage, Ken il guerriero e Mad Max, gli argomenti di discussione erano figli dei trend. La formula del beat’em up a scorrimento, poi, era di derivazione “arcadiana”, visto e considerato che le console domestiche erano ancora un privilegio per pochi.

final vendetta storia

Di li a poco il mondo videoludico cambiò definitivamente i connotati, e i cabinati vennero proiettati verso una lenta e fisiologica estinzione. Adesso si parla di retrogaming, e gli adolescenti dell’epoca si godono l’ultima fatica dei dev inglesi, abbandonati ad intense emozioni e numerosi ricordi. Quando ancora il contatto umano non era vincolato ad una connessione internet, e una pacca sulla spalla valeva molto più di un like.

Abbiamo iniziato l’estate con una vena amarcord. Dopo il tuffo nei ricordi vissuto in Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, Final Vendetta non è da meno, anche se l’offerta contenutistica offerta non è delle migliori. Al cuore non si comanda, questo è vero, ma alla testa difficilmente si riesce a mentire. Vi lasciamo, quindi, in compagnia della nostra recensione della versione per console PS5.

Un lento scorrere, tra nemici e boss finali

Bitmap Bureau si ispira alla trilogia originale, sia in termini di gameplay che sotto il profilo narrativo. Un classico beat’em up a scorrimento orizzontale, dove ogni livello termina con un mini-boss. La trama è effimera e serve solo per aggiungere un po’ di colore all’oretta che serve per arrivare al big boss. A livello di modalità, Final Vendetta ne offre 4 diverse, ognuna con delle particolarità che aiutano a schivare l’annoso problema della ripetitività.

L’Arcade è quella che meglio ricalca il concetto stesso di “amarcord”, dove si consuma il vero e proprio tributo al passato della saga. Si va avanti a suon botte da orbi, cogliendo una piccola chicca che forse “oggi” emerge più di “ieri”. L’elemento della parata, infatti, introduce una “novità” se lo si paragona con le logiche previste dal genere, che aggiunge, in un certo modo, un pizzico di tattica laddove non era lontanamente concepita. Le schivate, come ben sappiamo, erano l’unico modo conosciuto per evitare la perdita di “una vita”.

final vendetta personaggi

Survival, Versus e Boss Rush aiutano in ottica endgame, con la prima che punta i riflettori sulla vostra capacità di sopravvivenza e la leaderboard che vi aspetta al traguardo. La seconda delle tre “scimmiotta” i picchiaduro a incontri, ma non è nulla di lontanamente paragonabile ad alcuni mostri sacri del genere. L’ultima del trio vi metterà a confronto con i cattivoni di turno, lasciando a casa i nemici “di poco conto”.

Il sistema dei controlli è lento e poco reattivo. Il roster dei protagonisti prevede solo 3 personaggi, ognuno dei quali con punti di forza e debolezza. Claire Sparks punta sulla velocità di movimento, Miller T. Williams, invece, sulla forza e Duke Sancho è il classico PG bilanciato. Tutti e 3 hanno delle super mosse che liberano l’area di combattimento, ma richiedono tempo per essere ricaricate. Tempo che dobbiamo impiegare nell’unica cosa che conta: menare le mani.

Cuore vs Testa

Final Vendetta si presenta quasi come un remake, sempre in stile pixel art e con le stesse identiche dinamiche della trilogia originale. Storie di rapimenti e di bande rivali, dove l’unico modo per ragionare è quello di menare le mani, livello dopo livello. Bitmap Bureau, ad onor del vero, aggiunge un nuovo episodio alla saga originale, quasi come se fosse un capitolo 3.5. I personaggi, però, sono gli stessi di Violent Storm, con nomi diversi ma con le medesime abilità e tecniche di combattimento.

Per non parlare, poi, del contesto storico degli eventi dove cambiano solo le etichette delle bande rivali, ma lo svolgersi degli eventi è praticamente lo stesso. Il sistema dei controlli è poco reattivo, uguale alla sua controparte “cabinata”. All’epoca era comprensibile, ma con una operazione di restyle si poteva fare decisamente di più. A peggiorare una situazione già estremamente precaria arriva una ricerca ossessiva dello stile pixel art che, con i televisori e monitor di oggi, appare piuttosto infelice.

final vendetta grafica

Eppure, i margini per fare bene c’erano tutti. L’esperimento riuscito di Streets of Rage 4 ne è un esempio eclatante, visto e considerato che oltre ad essere un sequel della saga storica è riuscito a rigenerare una trilogia che sembrava già aver detto tutto. Final Vendetta poteva ottenere questo risultato, senza restare incatenati a ciò che è stato. Il passato non deve essere, per forza di cose, visto come una prigione. A volte, infatti, è meglio considerarlo come un nuovo punto di partenza.

L’operazione “nostalgia” portata avanti in Final Vendetta non ha sortito, quindi, gli effetti desiderati. Il titolo si presenta come un timido intervento di restyle, lasciato incompiuto e senza quel coraggio di chi ha voglia di correre qualche rischio in più. Quando si deve fare i conti con il passato non è facile, e ce ne rendiamo conto. Ma altri lo hanno fatto, con dei risultati che sono ben lontani da quello che abbiamo avuto modo di vedere.

final vendetta gameplay

In conclusione

Ed eccoci giunti al momento conclusivo della nostra recensione di Final Vendetta, titolo che abbiamo provato nella sua versione per console PS5. Le nostre aspettative, purtroppo, sono rimaste deluse. Dopo aver ritrovato in splendida forma le tartarughe ninja, Numskull Games e Bitmap Bureau non riescono ad ottenere lo stesso obiettivo di Dotemu e Tribute Games. Le operazioni nostalgie non sono cose facili, ma chi non osa non verrà mai ricordato nella grande storia dei videogiochi. 

Il risultato è quello di un titolo che si trascina sui fasti del passato, con un capitolo che sembra proseguire la storica trilogia, ma che finisce con il diventare uno strano copia e incolla del terzo episodio. Tutto il resto è rimasto immutato, così come ce lo ricordavamo. Stessi personaggi, grafica e gameplay, senza aggiungere nulla alla ricetta originale del gioco. Un po’ troppo poco per un’occasione che meritava di essere colta adeguatemente, e invece è finita con il diventare “persa”.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, la recensione su PS5

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L’effetto nostalgia fa il suo ritorno in Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge (abbreviato TNMT: Shredder’s Revenge), in questa nostra recensione per console PS5. È vero che la nuova generazione ci permette di toccare le vette del 4K e dei 60fps. Ogni tanto, però, un bel “chissene” non ha mai fatto male nessuno. Un fenomeno culturale che ha visto la sua massima espansione sul finire degli anni ’80. Tra materiale di merchandising e giocattoli molto vicini a delle action figures, le tartarughe ninja erano un must per i bambini e gli adolescenti dell’epoca.

I videogiochi hanno provato a tenere il passo, anche se le prime esperienze non sono state molto positive. Il successo arrivò con Turtles in Time, da cui Dotemu (publisher) e Tribute Games (sviluppatore) hanno preso ispirazione. Un beat’em up puro, disegnato in pixel art e in grado di rievocare la lore della serie animata. Poche pretese, a garanzia di un divertimento assicurato.

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder Revenge ambientazione

Ma non si tratta di un copia/incolla, le novità ci sono e anche in linea con le attuali tendenze in materia di gaming. A cominciare da un sistema di controlli estremamente reattivo, una modalità storia con contenuti extra e la possibilità di giocare assieme ad altri giocatori in locale e online. Non vi aspettate infinite ore di gioco, ma vi assicuriamo che non finirete il gioco una sola volta. Certo, l’endgame poteva essere leggermente più generoso in termini di contenuti. La speranza, ovviamente, è quella di veder arrivare delle iniezioni di upgrade nel corso dell’anno.

Per quanto il fattore nostalgia rischi di annebbiare la nostra capacità di giudizio, rivedere in azione Leonardo, Donatello, Raffaello e Michelangelo è sempre un piacere. Il ricordo di quelle serate a “pane e Super Nintendo” è stato fisiologico, oltre che inevitabile. Ed è con questa presa di coscienza che ci tuffiamo nella nostra recensione di Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, titolo, vi ricordiamo, provato nella sua versione per console PS5.

Pizza e legnate in Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge

TNMT: Shredder’s Revenge non ha molte pretese in termini di gameplay. Solo 2 modalità – Storia e Arcade – da giocare in solo o in coop (locale e online), con delle differenze che incontrano i gusti dei puristi e non. La prima delle due è quella che possiamo definire una novità, nel senso lato del termine. Non solo mazzate alla ciecata ma anche degli obiettivi da portare a termine, una mappa da esplorare e missioni secondarie che aiutano a sbloccare potenziamenti in-game.

La modalità Arcade, invece, e il punto di congiunzione rispetto al passato, il vero tributo a Turtles in Time. Bisogna solo andare avanti e sconfiggere i vari boss sino ad arrivare al cospetto del nemico finale (che ovviamente non vi diremo di chi si tratta, ndr). Chi vi scrive le ha provate entrambe, strizzando l’occhio per la prima delle due. Oggettivamente, molto più coinvolgente rispetto l’esperienza generale di gioco.

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder Revenge gameplay

Per quanto sia estremamente difficile, se non impossibile, ricordare il feedback che il pad delle “macchine da gioco” a 8/16/32 bit restituivano in termini di reattività, ci preme, invece, evidenziare quello che succede a 21 anni di distanza da quei ricordi. “Zone morte” non ce ne sono ed il paragone con i cabinati è presto fatto. Il risultato è un controllo completo della scena, anche a difficoltà elevate e ondate di nemici intense. Tutto questo amplifica il concetto alla base del genere beat’em up stesso: menare a più non posso ed evitare di prenderle.

La logica del picchia e schiva, antica e superata da tempo, era il trend dei picchiaduro a scorrimento in quei famosi anni ’80 e inizi anni ’90. Lo stage 3D “simulato” non permetteva soluzione alternative alla schivata laterale e al salto, e la direzionalità obbligata dei movimenti costringeva il giocatore a veicolare i propri attacchi in unico verso. Per carità, il rispetto è dovuto, ma ricordare dove eravamo ci aiuta ad apprezzare ancora di più l’attuale stato dell’arte in materia videoludica.

4 tartarughe tutte identiche di aspetto, tutte ninja… ninjaaaaaaa

Quando si parla di delicate operazioni “nostalgia”, Dotemu non sbaglia un colpo. Lo abbiamo visto con Streets of Rage 4 e Windjammers 2, giusto per citarne alcuni. In Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge affida il delicato compito a Tribute Games, la cui denominazione aziendale fornisce un’idea della filosofia della software house. Il “tributo” al passato videoludico – e non solo – della saga c’è tutto. Anzi, viene quasi voglia di recuperare le vecchie puntate della serie animata del 1987.

A differenza dei titoli citati prima, l’operazione di restyle non è invasiva. Un’affermazione, la nostra, da intendersi sia sul fronte gameplay che artistico. Il primo comparto non subisce dei forti scossoni rispetto alla formula magica che conoscevamo. Ci vuole pochissimo per entrare in sincro e rimettere in forma la memoria muscolare da gamer “vintage”. Pochi tasti, numero di combo che avanza, interazione con gli oggetti e l’ambiente circostante, e tante, ma tante, botte da orbi. 3 chance al termine delle quali si inizia da zero il livello affrontato.

 personaggi

Lato artistico, la scelta della cd. pixel art paga bene. Il design dei livelli è un racconto che prende spunto da alcuni episodi della serie animata, con uno spaccato di tutto il bestiario e delle ambientazioni del mondo delle tartarughe ninja. I protagonisti non sono da meno, con un roster che annovera tra le sue fila anche la “spalla” Casey Jones, sbloccabile una volta concluso il gioco.

Si poteva fare di più? In verità sul fronte contenutistico la scelta è stata quella del “poco ma buono”. Sulla componente multigiocatore online pesa l’assenza di una base solida di giocatori, che inficia negativamente sull’utilizzo di questa modalità. La maggior parte del tempo si va in solo, con tutti i pro e contro che ne derivano. Il fattore ripetitività è dietro l’angolo, come succedeva con i cabinati. Quando i gettoni finivano si ritornava a casa (con la testa cosparsa di cenere per via di un possibile “cazziatone”, ndr).

storia

In conclusione

Dotemu e Tribute Games si tuffano in un’importante operazione nostalgia con Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge, andando a rievocare moltissimi ricordi tra i gamer un po’ più attempati. Il ricordo è andato subito a Turtles in Time, con un tributo a quello che è stato un vero e proprio fenomeno sul finire degli anni ’80. L’aderenza alla formula originale è stata una scelta “safe” da parte degli sviluppatori, con una grafica in pixel art che ci fa sedere al tavolo del retrogaming puro. 

Parlare di novità, rispetto al passato, lascia il tempo che trova. Il titolo può essere giocato in solo o in coop, con la possibilità di condividere l’esperienza ad altri giocatori online. Il numero di giocatori connessi varia a seconda delle console utilizzate, anche se trovare qualche altro player connesso non sarà una cosa facile. Siamo nel regno del beat’em up per cui le logiche di gameplay non sono cambiate rispetto al passato. Vi è, invero, un’allargamento dell’offerta contenutistica con l’inserimento della modalità Storia che introduce una mappa esplorabile, missioni secondarie e potenziamenti in-game. 

Se siete alla ricerca di una way-out per rallentare, e magari approfittare e lasciarsi andare ai ricordi e alle emozioni, Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge fa sicuramente al caso vostro. Giusto il tempo per spendere quei 2/3 gettoni che vi sono rimasti nel portamonete. 

Sony lancia il nuovo PlayStation Plus: tutto quello che c’è da sapere

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Sony Interactive Entertainment lancia in Europa la nuova versione di PlayStation Plus, un servizio in abbonamento più flessibile e di grande valore. Il nuovo PlayStation Plus offre un catalogo* avvincente e trasversale di giochi di qualità, dando ai giocatori la possibilità di scoprire e vivere sempre nuovi contenuti, consolidando la connessione con la community PlayStation attraverso esperienze condivise. Il lancio in Europa segue quelli già avvenuti in Asia, il 23 maggio, e in Nord e Sud America, il 13 giugno.

“Il lancio globale del nuovo PlayStation Plus rappresenta una imponente evoluzione del nostro servizio in abbonamento e siamo lieti che i fan di tutto il mondo possano ora godere di centinaia di fantastici giochi disponibili nel catalogo”, ha affermato Jim Ryan, Presidente e CEO di Sony Interactive Entertainment. “L’alto livello di contenuti è ciò che contraddistingue PlayStation Plus e il servizio continuerà ad ampliarsi con nuove offerte mensili di giochi, che includono alcuni dei titoli più celebrati sulle piattaforme PlayStation®. Siamo veramente grati per l’appassionato supporto della nostra community PlayStation nel corso degli anni.”

Tutti vantaggi del nuovo PlayStation Plus:

PlayStationPlus Essential

Offre gli stessi vantaggi attualmente disponibili per i membri di PlayStation®Plus, come ad esempio, due giochi scaricabili al mese (per PS4 e PS5), sconti esclusivi, archiviazione nel cloud e accesso al multigiocatore online.

Questo piano di abbonamento non comporta modifiche per i membri attuali di PlayStation Plus.

Prezzo €8,99 al mese / €24,99 ogni tre mesi / €59,99 all’anno.

 

PlayStation Plus Extra

Offre tutti i vantaggi del piano Essential.

In aggiunta, include fino a 400* dei giochi più avvincenti per PS4 e PS5, tra i quali titoli di grande successo del nostro catalogo PlayStation® Studios e di partner di terze parti. I giochi disponibili con il piano Extra possono essere scaricati per giocare.

Prezzo: €13,99 al mese / €39,99 ogni tre mesi / €99,99 all’anno.

PlayStation Plus Premium

Offre tutti i vantaggi dei piani Essential ed Extra.

In più, include fino a 340* giochi aggiuntivi, tra i quali:

  • Giochi PS3 disponibili tramite streaming in cloud;
    §Un catalogo di grandi classici PlayStation, PlayStation 2 (PS2) e PlayStation Portable (PSP), disponibili sia in streaming che tramite download;
    §  Accesso in streaming*** ai giochi originali per PlayStation, PS2™, PSP e PS4;
    §  Versioni di prova dei giochi a tempo limitato, per consentire ai clienti di provare alcuni giochi prima di acquistarli.

Prezzo: €16,99 al mese / €49,99 ogni tre mesi / €119,99 all’anno.

Il nuovo catalogo di giochi PlayStation Plus include titoli mozzafiato, realizzati da dozzine di talentuosi studi in tutto il mondo, inclusi gli sviluppatori di PlayStation Studios, come Insomniac GamesNaughty Dog e Sucker Punch e partner di terze parti, come Rockstar GamesSquare EnixWB Games e altri. La libreria di PlayStation Plus include giochi come Ghost of Tsushima Director’s Cut, Marvel’s Guardian of the Galaxy, Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, NBA 2K22 e Red Dead Redemption 2. La line-up di PlayStation Plus continuerà ad aggiornarsi nel tempo, offrendo sempre nuovi contenuti con cui giocare.

classici in arrivo su PlayStation Plus, inoltre, comprendono successi molto amati come Ape Escape, Siphon Filter e Tekken 2. Alcuni di questi avranno un frame rate migliorato e una risoluzione superiore rispetto alle versioni originali. Inoltre, titoli selezionati dai cataloghi per la prima console PlayStation® e per PSP™ offriranno una nuova esperienza utente, grazie a un menu che consente ai giocatori di salvare la partita in qualsiasi momento, o addirittura di riavvolgere il gioco per riprodurre una sezione specifica.

PlayStation Now, l’attuale servizio di giochi in abbonamento basato su cloud, confluirà in PlayStation Plus. Di conseguenza, gli attuali clienti migreranno a PlayStation Plus Premium, con accesso allo streaming su cloud fino alla scadenza dell’abbonamento in corso senza alcun aumento sulle tariffe pagate al momento della sottoscrizione. Inoltre, con il lancio, 11 mercati*** aggiuntivi dell’Europa orientale saranno abilitati al cloud streaming nel corso di questo mese, per un totale di 30 mercati che offrono questa possibilità.

Il nuovo PlayStation Plus si basa su oltre 25 anni di esperienza maturati da SIE in termini di innovazione e network services. Lanciato inizialmente nel 2010, PlayStation Plus, è stato il primo servizio di abbonamento su console a fornire un aggiornamento regolare della libreria di giochi mensili. PlayStation Now è stato lanciato nel 2014 in Nord America e nel 2019 in Italia e ha offerto il primo abbonamento in streaming su console. Con la versione potenziata di PlayStation Plus, SIE sta portando i servizi di abbonamento a un livello successivo, offrendo ai giocatori contenuti di grande valore.

Personaggi Mortal Kombat: tutti i personaggi principali della saga

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Insieme a Tekken, quella di Mortal Kombat è la saga di genere picchiaduro a incontri più celebre di sempre. Ideata nel 1992, questa si è sempre distinta per la violenza e la brutalità che contraddistinguono gli scontri alla base del videogioco, sfociando spesso nello splatter. Ogni nuovo videogioco della saga, inoltre, si è naturalmente fatto portatore delle novità tecnologiche sviluppatesi nel tempo. Ad oggi, gli ultimi titoli usciti sono Mortal Kombat X (qui la recensione) e Mortal Kombat 11 (qui la recensione). Ad aver reso tanto celebre la saga ci sono anche i suoi personaggi, esseri più o meno umani capaci di dar vita a scontri epici. Per conoscerli tutti, ecco una guida ai personaggi di Mortal Kombat.

Personaggi Mortal Kombat

Personaggi Mortal Kombat

Negli anni Mortal Kombat ha proposto ai suoi fidati giocatori numerosi personaggi di grande fascino. Che siano umani, demoni o personalità dotate di poteri straordinari, molti di questi si sono affermati come figure iconiche delle saga. Qui di seguito si riportano i più celebri e i più ricorrenti, quei personaggi che hanno reso grande Mortal Kombat e ne sono ancora oggi elemento distintivo.

  • Baraka. Baraka è un personaggio della serie videoludica Mortal Kombat; è apparso per la prima volta in Mortal Kombat II e utilizza come armi le Razor Cane e le Tarkatan Blades. Apparso in quasi tutti i capitoli della saga, si distingue per il suo aspetto demoniaco e la sua possenza fisica.
  • Bo’ Rai Cho. È un obeso e spesso ubriaco maestro di arti marziali, che fa la sua prima comparsa in Mortal Kombat: Deadly Alliance, sesto capitolo della saga. Il suo stile di lotta primario è il Drunken fist, in cui sta in piedi barcollando, e afferma di essere l’inventore di tale tecnica. È inoltre famoso per la mossa del “vomito”.
  • Cyber Smoke. Apparso per la prima volta in Mortal Kombat II, Cyber Smoke è da quel momento divenuto piuttosto ricorrente. Egli è un cyborg assassino, dotato del controllo dell’elemento del fumo e della capacità di teletrasportarsi.
  • Goro. Goro è un mostruoso umanoide con quattro braccia, che appare fin dal primo Mortal Kombat come uno dei maggiori antagonisti. È spesso rappresentato come l’avversario più rappresentativo del gioco. Egli è dotato di forza sovrumana, pirocinesi e immortalità.
  • Johnny Cage. Cage è un altro personaggio ricorrente nella saga, dove ha fatto la sua comparsa sin dal primo capitolo. Egli è stato ideato sulla base dell’attore Jean-Claude Van Damme, dal quale trae ispirazione per la tecnica di lotta. È infatti un campione di arti marziali.
  • Liu Kang. È uno dei personaggi principali di tutta la serie. Il personaggio è un chiaro riferimento al leggendario maestro di arti marziali e attore Bruce Lee. Oltre ad essere un ottimo combattente, è dotato anche di pirocinesi, oltre ad agilità e resistenza sovrumane.
  • Raiden. Altro grande protagonista della saga è Raiden, il quale fa parte delle forze del bene e rappresenta il dio del tuono, mandato sulla Terra dagli Dei anziani per proteggere il genere umano. Apparso sin dal primo Mortal Kombat, egli è dotato di elettrocinesi e fusione corporea con l’elemento dell’elettricità.
  • Scorpion. Comparso anch’egli nel primo capitolo della serie, Scorpion è un non-morto, un ninja particolarmente abile nell’utilizzo del kunai. Caratterizzato da un abito nero e oro, egli nasconde le sue vere sembianze. Nel corso della serie egli è divorato dall’odio verso il suo acerrimo nemico, Sub Zero.
  • Shang Tsung. Shang Tsung è un potente stregone con la capacità di strappare le anime ai guerrieri sconfitti e assorbirne il potere. Egli è un campione del torneo Mortal Kombat ed ha l’obiettivo di permettere l’arrivo del suo imperatore, Shao Kahn, sulla terra.
  • Shao Kahn. Comparso in Mortal Kombatt II, Shao Kahn è l’imperatore dell’Outworld, regno ottenuto dopo il suo tradimento ai danni di Onaga. Fu lui ad appropriarsi degli altri regni, sifdandone i campioni nel torneo Mortal Kombat. Particolarmente ricorrente nella saga, è uno dei principali antagonisti, dotato di una forza indicibile.
  • Sub-Zero. Sub-Zero è uno dei personaggi più iconici e ricorrenti della saga. È infatti l’unico, insieme a Scorpion, presente in tutti i titoli. Egli è uno dei discendenti dei Criomanti, un’antica razza di persone capaci di controllare il potere elementale del ghiaccio in varie forme. La sua storia viene sempre più approfondita nel corso della saga.

Personaggi Mortal Kombat femminili

Personaggi Mortal Kombat

Oltre ai personaggi fin qui citati, la saga di Mortal Kombat ha negli anni regalato anche numerosi personaggi femminili ricchi di fascino e poteri. Molto spesso, alcune delle figure femminili presenti nella saga hanno giocato ruoli di prim’ordine nella storia generale, affermandosi per complessità psicologica e per grado di approfondimento. Ecco di seguito le cinque figure femminili più ricorrenti in Mortal Kombat.

  • Kitana. Apparsa per la prima volta in Mortal Kombat II, è uno dei personaggi femminili più iconici della saga. Inizialmente dalla parte dei cattivi, in quanto figlia adottiva di Shao Kahn, viene addestrata come una letale assassina, dotata di innumerevoli capacità. Anche lei compare in numerosi giochi della saga.
  • Mileena. È apparsa per la prima volta in Mortal Kombat II e dopo Kitana è la seconda assassina personale di Shao Khan. Utilizza i sai come armi, tranne in Mortal Kombat Gold, nel quale si avvale di una spada lunga. Il suo essere un ibrido tra umana e demone la rende estremamente potente.
  • Sareena. Sareena è un demone dalle sembianze umane, dotata di ottime capacità da assassina. La sua storia nella saga la vede da prima alleata di Quan Chi, salvo poi unirsi a Sub-Zero. Capitolo dopo capitolo Sareena si trova a fare i conti con il proprio passato e la propria natura.
  • Sonya. Tra i personaggi femminili più celebri vi è Sonya Blade, comparsa nel primo capitolo, dove è l’unica donna giocabile. Il personaggio è ispirato alla campionessa di karate Cynthia Rothrock e pertanto Sonya è dotata di grande forza fisica e capacità nel combattimento corpo a corpo.
  • Tanya. Tanya è una combattente al servizio della Fratellanza dell’Ombra, sotto il controllo di Shao Khan. Fa la sua comparsa in Mortal Kombat 4, e capitolo dopo capitolo acquisterà importanza, fino a divenire una delle spie del Re Dragone.

Personaggi Mortal Kombat X

Personaggi Mortal Kombat

Di seguito si propone un elenco di quei personaggi che hanno fatto la loro prima comparsa nel decimo capitolo della saga, Mortal Kombat X. In mezzo a questi si possono ritrovare anche alcuni personaggi proveniente da altri franchise, i quali compiono dunque dei veri e propri camei d’eccezione.

  • Cassie Cage. È una soldatessa umana, figlia di Johnny Cage e Sonya Blade. La sua principale apparizione è in Mortal Kombat X. Proprio come i suoi genitori, possiede grande forza fisica e grande resistenza. Cassie è poi comparsa anche nel capitolo seguente della saga, Mortal Kombat 11.
  • D’Vorah. D’Vorah è una Kytinn, una specie di insetti coloniali che vivono all’interno di corpi umanoidi. L’affinità insettofila di D’Vorah le dona il controllo su molti tipi diversi di insetti alati e grosse larve, che può usare per vari scopi, da attacchi offensivi alla cura delle ferite. I suoi arti aggiuntivi fungono da pinze letali che può usare in combattimento e volare per un breve periodo di tempo.
  • Erron Black. È del regno della terra ma serve Kotal Kahn che è del Regno esterno. In passato lavorava per il Dragone Nero. È molto bravo con le pistole e con il fucile.
  • Ferra/Torr. Una coppia composta da una nana in armatura e un bruto mascherato. Si tratta di un personaggio insolito, ma il suo essere composto da due personalità lo rende particolarmente pericoloso in combattimento.
  • Leatherface. Serial killer armato di motosega proveniente dalla serie cinematografica Non aprite quella porta, inserito come personaggio ospite speciale in Mortal Kombat X.
  • Jacqui Briggs. Figlia di Jax Briggs, è apparsa per la prima volta in Mortal Kombat X. Jacqui è una ragazza afroamericana dal fisico snello, gli occhi marroni e i capelli castani lunghi che tiene a coda di cavallo. È dotata di grande forza fisica e bravura nelle arti marziali, oltre ad essere dotata da un’armatura con armi tecnologiche.
  • Kotal Kahn. Un “dio del sole” di ispirazione azteca, nuovo imperatore dell’Outworld dopo gli eventi del nono capitolo. Incredibilmente alto, ha la pelle blu e le sclere azzurre (prive di iridi e pupille), ed è di corporatura robusta e molto muscolosa.
  • Kung Jin. Apparso per la prima volta in Mortal Kombat X, è il cugino di Kung Lao e viene sollecitato da Raiden a unirsi all’Ordine del Loto Bianco. È un ottimo guerriero esperto di arti marziali.
  • Takeda. Addestrato da Scorpion, Taked è un ottimo guerriero divenuto ben presto uno dei nuovi eroi a difesa della terra.
  • Triborg. Triborg è un personaggio originariamente suddiviso in Sektor, Cyber Smoke, Cyrax e Cyber Sub-Zero. Nella versione in cui le coscienze di questi sono racchiuse in un unico robot, egli assume il nome di Triborg, un cyborg dotato di estrema forza e innumerevoli abilità.
  • Xenomorfo. Entità aliena proveniente dalla serie cinematografica Alien, inserito come personaggio ospite speciale in Mortal Kombat X.
  • Yautjia. È una entità aliena di razza Yautja proveniente dalla serie cinematografica Predator, inserito come personaggio ospite speciale in Mortal Kombat X.

Personaggi Mortal Kombat 11

Personaggi Mortal Kombat 11

 

Come avvenuto per il decimo capitolo della saga, anche nell’undicesimo sono presenti degli ospiti speciali, provenienti da altri franchise. Oltre a loro e al ritorno di tanti classici personaggi della saga, Mortal Kombat 11 propone anche tre nuovi personaggi, particolarmente importanti nella storia di questo capitolo.

  •  Cetrion. Cetrion fa la sua prima comparsa come personaggio giocabile in Mortal Kombat 11. Dea anziana della natura, sorella di Shinnok e figlia di Kronika. I suoi poteri si basano sui 4 elementi naturali (fuoco, aria, acqua e terra).
  • Geras. Servitore di Kronika, Geras possiede l’abilità di manipolare il tempo e le sabbie. Il suo controllo sul tempo comprende anche fermare lo scorrere del tempo, teletrasportarsi, riavvolgere il tempo e riprodurre le proprie azioni. Inoltre, la sua attitudine per la manipolazione del tempo gli dà un certo grado di immortalità.
  • Kollector. Apparso per la prima volta in Mortal Kombat 11, Kollector è un naknada, e in quanto tale, ha sei braccia, quattro dalle spalle e due più piccole dalla schiena e che sorreggono il suo zaino, oltre che a una corporatura snella ma tonica, la pelle blu e gli occhi arancioni. Egli è stato il collezionista di tributi di Shao Khan, ma è anche molto forte nel combattimento corpo a corpo.
  • Kronika. Kronika è un altro personaggio introdotto in Mortal Kombat 11. Si tratta però di un personaggio non giocabile, in quanto questa è la principale antagonista di questo capitolo. Ella è una Titana in grado di controllare lo scorrere del tempo.
  • John Rambo. Un veterano del Vietnam, inserito come personaggio ospite speciale in Mortal Kombat 11. Come noto, Rambo è estremamente abile nel combattimento ed è un avversario particolarmente temibile.
  • Joker. Un pagliaccio assassino, presente in Mortal Kombat vs. DC Universe e poi inserito come personaggio ospite speciale in Mortal Kombat 11. Egli è tanto imprevedibile quanto letale.
  • RoboCop. Poliziotto cyborg tutore della legge, inserito come personaggio ospite speciale in Mortal Kombat 11. I suoi numerosi gadget lo rendono capace di grandi azioni in battaglia.
  • Spawn. Protagonista dell’omonima serie a fumetti, inserito come personaggio ospite speciale in Mortal Kombat 11. Un vero e proprio supereroe dotato di poteri infernali.
  • Terminator. Una macchina antropomorfa inviata dal futuro dalla Skynet e personaggio dell’omonima saga di film, inserito come personaggio ospite speciale in Mortal Kombat 11. Come noto, Terminator è dotato di forza sovrumana e infinite risorse.

 

Black Myth: Wukong, tutto quello che sappiamo sul videogioco

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Un soulslike (o souls-like) è un sottogenere di giochi di ruolo d’azione (o giochi di azione-avventura) noto per gli alti livelli di difficoltà e l’enfasi posta sulla narrazione ambientale (tipicamente in un’ambientazione dark fantasy). Ha avuto origine nella serie di videogiochi Souls sviluppata da FromSoftware e progettata da Hidetaka Miyazaki, i cui temi e meccaniche hanno ispirato direttamente numerosi altri giochi simili. Sempre più popolare, questo filone si arricchirà ben presto di un nuovo gioco, particolarmente atteso. Si tratta di Black Myth: Wukong, sviluppato dall’indipendente cinese Game Science.

Il gioco, di cui non si sa ancora molto, sarà basato su di un romanzo cinese del XVI secolo Viaggio in Occidente, oggi considerato un classico della letteratura orientale. Pubblicato anonimo intorno al 1590, questo racconta, in versione mitizzata, il viaggio di un monaco buddhista, ispirato al personaggio storico Xuánzàng. Costituisce inoltre una riflessione su quanto il buddhismo cinese avesse unito le genti, fondendo aspetti del Taoismo e del Confucianesimo in Cina. Rappresenta, infine, un vero e proprio percorso di purificazione dei vari personaggi, che alla fine del viaggio giungeranno all’illuminazione.

Sulla base di questo racconto e riadattandolo in chiave dark e fantasy, gli sviluppatori stanno dunque dando vita ad un nuovo gioco soulslike, divenuto particolarmente atteso sin dal suo primo annuncio. I fan di questa tipologia di giochi, infatti, hanno manifestato subito curiosità, specialmente per il contesto narrativo che Black Myth promette di offrire. Nell’attesa di potervi giocare, sarà utile approfondire alcune curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi al gameplay ed alla sua trama. Si elencheranno anche le principali console su cui sarà possibile utilizzarlo, come anche la data di uscita e ulteriori dettagli.

Black Myth: Wukong, la data di uscita e le console dove giocarlo

Sviluppato dalla Game Science, Black Myth: Wukong è attualmente atteso per il 2023, anche se al momento non si hanno indicazioni circa un periodo dell’anno più preciso. È però noto che il gioco verrà venduto come acquisto una tantum con possibili DLC. Gli sviluppatori hanno poi rivelato di volerlo rilasciare per PC  Microsoft Windows, Xbox Serie X/SPlayStation 5. Con molta probabilità, il titolo sarà acquistabile in formato fisico o digitale, ritrovando quest’ultimo sugli store ufficiali delle console qui citate come anche sulla piattaforma Steam. Attualmente non è possibile però definire il prezzo, che verrà reso noto soltanto all’approssimarsi dell’uscita del gioco.

Black Myth: Wukong uscirà anche per Ps4 e Xbox One?

Come poc’anzi accennato, il gioco al momento della sua uscita diventerà disponibile per PC e per le due principali console di nuova generazione. Attualmente gli sviluppatori non hanno rivelato nulla circa la possibilità che il gioco sia utilizzabile anche su PlayStation 4 e Xbox One, ma data la sua uscita fissata al 2023 risulta essere altamente improbabile che si decida di estendere Black Myth: Wukong anche alle due console della generazione precedente.

Black Myth Wukong gameplay

Black Myth: Wukong, la trama e il gameplay del gioco

Ad oggi non sono molte le informazioni relative alla trama del gioco, ma sulla base anche degli entusiasmanti trailer rilasciati dall’azienda sviluppatrice, sappiamo che il giocatore controllerà una scimmia umanoide con una strana somiglianza con il personaggio titolare indicato nel gioco come “il Predestinato” per combattere un assortimento di nemici, con capacità di trasformarsi in insetti volanti o in mostri giganti. Non sappiamo quale sarà la missione ma sapendo che il gioco è basato sul romanzo Viaggio in Occidente, possiamo ipotizzare che il percorso del protagonista, similmente a quello del romanzo, verterà sulla ricerca dell’immortalità.

Per quanto riguarda il gameplay, sulla base di quanto mostrato nei trailer, Black Myth: Wukong si configura come un action RPG single-player in terza persona con alcuni elementi che, come già accennato, richiamano i più famosi soulslike. Una parte importante del gioco sarà l’esplorazione degli ambienti circostanti, dai quali si potranno ricavare importanti strumenti per poter progredire. Di particolare importanza sembra essere il bastone posseduto dal protagonista, un bastone magico di ferro nero il quale si rivela non sono una potente arma in combattimento, ma anche lo strumento attraverso il quale il protagonista può assumere sembianze diverse. Non mancheranno poi anche giganteschi avversari, nel pieno dello stile soulslike.

Black Myth: Wukong: il gioco avrà dei sequel

Stando a quanto rivelato dagli sviluppatori, Blacky Myth: Wukong sembra essere solo il primo di una nuova serie videoludica. Sarebbero infatti già in fase di concezione ulteriori giochi, che presumibilmente permetteranno di esplorare ulteriormente il contesto narrativo presentato e la sua mitologia. Ad oggi non ci sono ulteriori notizie a riguardo, specialmente considerando che lo stesso primo capitolo deve ancora uscire e non nel breve periodo. Il futuro della serie sarà poi inevitabilmente legato anche all’accoglienza che Wukong otterrà. A giudicare dalle reazioni ai trailer rilasciati, però, si può affermare che questo è decisamente uno dei giochi più attesi da qui al 2023.

Black Myth: Wukong, il trailer del videogioco

Elden Ring: la guida ufficiale disponibile in pre-order

Pubblicato il 25 febbraio 2022, il videogioco Elden Ring (qui la recensione) è in breve divenuto uno dei più apprezzati action RPG degli ultimi tempi. Sviluppato dalla software house giapponese FromSoftware e pubblicato da Bandai Namco Entertainment, il videogioco è diretto da Hidetaka Miyazaki, ed è stato realizzato in collaborazione con George R. R. Martin, autore statunitense di fantasy noto soprattutto per il ciclo di romanzi Cronache del ghiaccio e del fuoco. Martin in particolare ha contribuito alla realizzazione della storia di fondo, dei retroscena e al mito del gioco, facendo dunque ottenere al gioco una serie di importanti valori aggiunti. Elden Ring, però, è celebre per essere anche particolarmente complesso e i suoi giocatori più accaniti potrebbero essere ora felici di sapere che è in arrivo la guida ufficiale di Elden Ring.

Prima di fornire maggiori indicazioni su di essa, è bene ripassare alcuni dettagli relativi alla trama e alle modalità di gioco. Disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X/S, Xbox One Microsoft Windows, il gioco è ambientato nell’Interregno, tempo dopo la distruzione dell’Anello ancestrale e la dispersione dei suoi frammenti, le Rune maggiori. In qualità di Senzaluce, esiliato dall’Interregno poiché privo della grazia dell’anello e richiamato in seguito alla Disgregazione, il protagonista ha dunque il compito di viaggiare per il regno recuperando i frammenti e divenendo il Lord ancestrale, scontrandosi però con innumerevoli pericoli. All’interno di questo open world, i giocatori possono dunque esplorare ambienti diversi, entrando in possesso di strumenti utili in battaglia e al proseguimento della storia.

Accolto in modo entusiasta, con oltre 13 milioni di copie vendute in pochi mesi, Elden Ring è senza dubbio divenuto uno dei più importanti videogiochi del 2022, superando di gran lunga le aspettative dei giocatori appassionati di questo genere. Per poter godere al massimo di tutto ciò che questo titolo ha da offrire, come si anticipava, è ora in uscita un’utile guida ufficiale che, una volta acquistata e ricevuta, potrà favorire la scoperta di ulteriori dettagli e particolari del gioco, oltre ad aiutare il giocatore in quelle tappe dell’avventura notoriamente più complesse da superare. Ecco dunque di seguito tutto ciò che c’è da sapere sull’attesa guida di Elden Ring, con informazioni sulla sua uscita, il prezzo e, soprattutto la sua struttura.

Elden Ring, la guida strategica ufficiale e completa

La pubblicazione di una guida ufficiale e completa per Elden Ring era stata già annunciata qualche settimana fa ma per il solo mercato nipponico. Una notizia che aveva lasciato parecchio malcontento per tutti i fan residenti al di fuori del Giappone. Fortunatamente, pochi giorni fa la casa editrice Future Press ha rivelato che la guida al gioco è in arrivo anche in Occidente. Questa sarà divisa in due volumi e non solo permetterà di superare alcune delle difficoltà maggiori presenti nel gioco, attraverso trucchi e consigli, ma sarà anche un vero e proprio compendio della storia dell’interregno, del suo passato, dei personaggi che popolano i regni in rovina e, ovviamente, della sacra mitologia che sta dietro a ogni angolo del mondo creato da Hidetaka Miyazaki e George R.R. Martin.

La data d’uscita per il primo volume è fissata al 29 luglio, mentre il secondo arriverà a settembre. Già dal giorno del suo annuncio sono aperti i pre-order, che permetteranno di acquistarla ad un prezzo vantagioso. Il primo volume, intitolato The Lands Between, è acquistabile al prezzo di 48,94€. Lo stesso costo si applica anche al secondo volume, intitolato invece Shards of the Shattering. Le due guide sono composte da 512 pagine ciascuna, per un totale dunque di oltre mille pagine. Le due edizioni vantano poi una copertina rigida, un’elevata qualità di stampa e un segnalibro integrato. Ciò dà ancor di più l’idea di quanto questa guida ufficiale possa essere ricca di dettagli su tutto ciò che occorre sapere riguardo Elden Ring.

La guida, tuttavia, è attualmente pensata per una pubblicazione nella sola lingua inglese. Dalle descrizioni ad oggi rilasciate, però, sappiamo inoltre che il primo volume si concentra sulle dinamiche di gameplay e su di un’analisi estremamente precisa dei luoghi presenti dell’Interregno. Una specifica sezione del volume è poi dedicata ai rapporti con gli NPC, ma non manca anche una rassegna completa della lore di Elden Ring. La seconda parte della guida, si concentra invece sul combat system, sull’arsenale e sugli avversari e il bestiario dell’Interregno. Sono però numerosi ancora i contenuti presenti nei due volumi, che permetteranno dunque ai giocatori di diventare profondi conoscitori del mondo di Elden Ring. In conclusione, di seguito si portano i link Amazon dove poter pre acquistare i due volumi:

 

The Quarry, la recensione per PS5

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Per il ciclo Notte horror va in onda The Quarry, il titolo della nostra recensione provato per console PS5. Sarà il clima estivo, ma il ricordo di quelle terrificanti seconde serate dopo il Festivalbar è stato quasi fisiologico. Supermassive Games coltiva ancora la sua piantagione del terrore e della paura, ma questa volta esce dalla zona di comfort tracciata con la sua The Dark Picture Anthology. E subito il ricordo è andato ad Until Dawn, e a quel sequel che non c’è mai stato.

The Quarry è stato subito etichettato come Until Dawn 2, ancor prima di mettere le mani sul gameplay e capirci qualcosa di più sulla storia. Sono bastati alcuni trailer, dichiarazioni degli sviluppatori e video delle sessioni di gioco per emettere quella che per molti sembra una giusta sentenza. E noi, siamo d’accordo o no su tutto questo? Vi abbiamo già abituati, in passato, ad alcune navigazioni controcorrente, figlie del nostro background e/o di esperienze passate.

the quarry storia

Non vogliamo fare sempre la figura degli outsider, ma qualche riserva l’abbiamo. Il ritmo narrativo e del gameplay ricorda sì quello di Until Dawn, ma lo stile e alcuni cliché sono di derivazione DarkPicturieana. Le sessioni di gioco “vero” stanno diventando sempre più rare è la cosa inizia stridere se lo si paragona alle vicende di Hayden Panettiere. Sul fronte cast, Supermassive Games ci ha puntato forte. Gli attori scelti sono dei visi noti e rivederli recitare anche in un videogioco vede assottigliare sempre di più quel confine pellicola/gioco. A conti fatti, è un interactive movie, che prevede anche una modalità cinema che azzera la fase esplorativa e internazionale del personaggio virtuale.

Il fronte artistico ci lascia, come sempre, senza parole. Le ambientazioni recitano benissimo il loro copione, ancor prima che i protagonisti facciano il loro. Tutto accade in una notte, ma quello che ci circonda si percepisce perfettamente, sia sul fronte visivo che quello uditivo. Quando si parla di suspense e paura i sensi sono i primi ad essere interessati e gli sviluppatori inglesi non ci hanno mai deluso sotto questo aspetto. Spoiler sulla trama non ne faremo molti, per cui vi lasciamo alla nostra recensione di The Quarry, titolo vi ricordiamo giocato su console PS5.

Prime impressioni: Ha senso parlare di Until Dawn 2?

Il popolo ha sempre ragione, e se in molti ritengono The Quarry un successore spirituale di Until Dawn, chi siamo noi per sostenerne il contrario? La critica videoludica parte sempre su una base soggettiva, che vede combattere il lato gamer vs quello con il critico. Il primo si porta dietro una carica di nostalgia che non vede l’ora di sfogare in ogni occasione. Il secondo cerca sempre di non rimanere coinvolto. Capite che non è facile percorrere questo insidioso sentiero, e il rischio di prendere un abbaglio è dietro l’angolo.

Until Dawn è stato concepito come un gioco single player. Non vi erano 187 finali ed oltre 1000 pagine di copioni da far recitare ai vari protagonisti. I vari QTE (Quick Time Events), talvolta, servivano solo a posticipare un epilogo che era già scritta a priori. The Quarry non ha un finale giusto o sbagliato, non invita a giocare in un determinato modo e soprattutto non lascia il dubbio circa una scelta giusta o sbagliata. È un po’ come succede in The Dark Picture Anthology, dove – in un modo o nell’altro – te lo fai andar bene. Se poi riuscite a portare a termine questo terrificante viaggio del terrore, sarete omaggiati con ben 3 respawn da centellinare nel corso delle 8/10 ore stimate prima del gran finale (scusate “dei” gran finali, ndr).

the quarry QTE

La storia e i personaggi sono super-stereotipati. Se avete visto Le colline hanno gli occhi, Non aprite quella porta, La casa, Il camping della paura e la serie Sleepaway Camp, saprete già dove si andrà a parare. Chi vi scrive non lo considera un aspetto negativo, anche perché cinema e videogiochi si muovono su binari vicini ma paralleli. Il problema sta nel “prendere in prestito” cose già viste, che, per quanto “vintage”, sono comunque “già viste” e poco originali.

Ecco, è proprio l’originalità che sta mancando a Supermassive Games. Until Dawn è stato un precursore di un genere che è divenuto un marchio di fabbrica della software house inglese. Tutti ci provano e in pochi riescono ad avvicinarsi. La serie The Dark Picture Anthology ha introdotto il concetto di serialità, sfruttando il carisma della figura del Curatore, con delle storie ispirate a delle reali leggende. Man of Medan è stato un successo, Little Hope iniziava ad utilizzare dei cliché già visti e House of Ashes non ha saputo rinnovare la serie. The Quarry insegue il rinnovamento, senza trovarlo del tutto.

Contesto di gioco: A ognuno la sua… scelta

The Quarry è un horror movie adolescenziale, ambientato in un camping dove il solo il motto la dice lunga su quello che ci aspetta: Ciò che non ti uccide ti fortifica ad Hackett’s Quarry. Il campeggio, da generazioni nelle mani della famiglia Hackett, vede Chris come ultimo erede. Quella che doveva essere una festa si trasforma in un incubo, che pian piano assume delle sembianze sempre più macabre. Non siamo soliti spoilerare oltre per cui accontentatevi che è già oro colato.

Se escludiamo i due protagonisti del prologo (e lo facciamo – forse – per qualche ragione particolare, ndr) il nostro compito sarà quello di decidere il destino di 7 ragazzi. Al termine della loro esperienza come istruttori, agli ordini dell’integerrimo Mr. H, il fato li mette davanti ad una dura prova: sopravvivere per una notte. Non saranno solo gli elementi esterni i loro nemici, ma anche le insidie all’interno del gruppo giocheranno un ruolo fondamentale.

the quarry personaggi

L’eccesso di protagonismo non fa parte di The Quarry. Tutti sono indispensabili e nessuno, a conti fatti, sembra utile. Il vostro ruolo – come giocatori e registi – è quello di compiere delle scelte. La correttezza o meno di una decisione è un elemento accessorio. Già parlare di questo è, in un certo senso, superfluo. Supermassive Games, nel tempo, ci ha abituato a questo genere di giochi, dove la nostra vita viene deciso in un loop causa/conseguenze. È il bello o il brutto dei suoi titoli, nonché il marchio di fabbrica.

Il problema, se lo si può definire come tale, è che il gameplay – nel senso romantico del termine – sta progressivamente scomparendo. Di scene giocate ce ne sono pochissime, e funzionano quasi come un intermezzo, utile solo per i collezionabili. Onestamente, ce lo saremmo goduti più al cinema che in salotto, e chissà se l’alba dei moviegames non sia finalmente giunta ad un nuovo inizio.

Gameplay: Videogioco o film? Entrambi (o no?!)

Il gioco “giocato” sta diventando un aspetto marginale per Supermassive Games. The Quarry fotografa quest’ultima tendenza, in materia di gameplay, dei dev inglesi. Scelta sicuramente contestualizzata, ma che merita, però, qualche anticipazione più corposa, soprattutto per i nuovi arrivati. Il salto rispetto ad Until Dawn – visto che in molti lo ritengono il suo successore spirituale – è abbastanza importante. Come anticipavamo prima, il gameplay “puro” è divenuto quasi un intermezzo a mo’ di cut-scene. Guarda caso è quello che si può eliminare nella modalità Director.

Il vero grande assente è il multigiocatore online, il primo vero grande punto di differenza tra The Quarry e Until Dawn. Quest’ultimo è stato concepito come un’avventura in solo, il secondo, invece, no. Il problema è stato non avere questa feature al lancio, con la promessa di vederla a partire dall’8 luglio. In verità la sua assenza si sente parecchio, visto e considerato che è un’avventura che merita di essere condivisa con altri. Il peso delle scelte interessa un gruppo, con cause e concause che potevano essere gestite da altri esseri “pensanti” come noi. Il subire passivamente un destino che ci scegliamo da solo non basta come stimolo per uno o più replay di The Quarry. Ci voleva qualcos’altro.

the quarry grafica

I QTE funziona alla perfezione. Quello che noi intendiamo come un mini game alla “The Lion Trophy Show” aiuta a movimentare l’azione, diventando un tassello fondamentale nell’economia del gameplay. Non si viene più, quindi, chiamati alle sole scelte finalizzate al cd. butterfly effect, anche perché con 196 finali capite bene che questa povera farfalla si consuma le ali a forza di sbatterle. Ma anche il semplice inciampare – fallendo quindi il QTE – può avere delle conseguenze paradossalmente positive nell’economia della storia. Il problema è uno solo: non lo sapremo mai sino al verificarsi di un evento.

Non mancheranno i momenti di azione, in cui verrà chiesto di sparare o interagire in modi diversi dal “solito”. Ma non sono altro che dei QTE travestiti da sessioni giocate, dove la fase interazionale è breve ma intensa. Godeteveli, visto che sono pochi e rarissimi.

Dimensione artistica: Un terrore “multilivello”

Bene bene, adesso andiamo a scovare i cd. “peli nell’uovo” in The Quarry. Sotto il profilo artistico Supermassive Games non ci ha mai deluso. Si è sempre migliorata, sfruttando al massimo il potenziale delle console a disposizione. Until Dawn riuscì a stupire critica e non addetti ai lavori, con un livello artistico che ancora oggi fa parlare di sé. Quello fu solo l’inizio di un percorso che l’ha visti sempre “sul pezzo”, migliorando la qualità dei suoi titoli ad ogni uscita sul campo.

La potenza delle console di nuova generazione mette gli sviluppatori davanti a delle scelte che portano a delle conseguenze (toh… ironia della sorte, ndr). I dev inglesi, però, non guardano in faccia e nessuno e puntano sempre alla soluzione più efficace. Se ci fate caso non trovate la classica scelta qualità/performance. Tutto è verticalizzato per offrire la migliore resa visiva anche se il raytracing non sembra pervenuto. Questo fa si che i 60fps siano sempre stabili, pur mantenendo una risoluzione delle texture di altissimo livello.

the quarry gameplay

La mimica facciale dei personaggi ci ha lasciato decisamente perplessi. Le inquadrature strette e i primi piani evidenziano moltissimo l’inespressività dei personaggi, creando delle situazioni inverosimili rispetto al momento. Può sembrare un aspetto di poco conto in un titolo normale, dove si va a guardare più il gameplay che il lato artistico. The Quarry non un gioco “normale”, e defezioni del genere pesano come un macigno lato immersione, visto che sono le emozioni stesse a coinvolgerci nella storia.

Supermassive Games ci porta in una foresta spettrale piena di insidie e segreti. Ansia e paura vengono edificate con una dovizia di dettagli magistrale. Siamo ai livelli di una produzione cinematografica, e si ha sempre la costante sensazione di vedere un film e non un videogioco. Il fattore immersione, fornito dal classico gameplay, lascia spazio ad una catarsi sensoriale intima e profonda. Chapeau.

the quarry until dawn 2

In conclusione

Supermassive Games, con The Quarry, prova a cambiare la direzione intrapresa in The Dark Picture Anthology, andando a riprendere quanto fatto in Until Dawn. I punti di contatto sono molti con il titolo uscito nel 2015, anche se la filosofia di base punta verso una dimensione “condivisa”. I dev inglesi si sono dati la “zappa sui piedi” non prevedendo il multigiocatore al lancio, appiattendo di gran lunga l’esperienza di gioco, anche rispetto al passato. In fin dei conti, sono tutte cose già viste, cambia solo la storia, ma anche lì abbiamo qualche riserva. 

L’originalità sta un po’ mancando dal punto di vista narrativo. I navigatori di lunga data del genere horror troveranno numerosi riferimenti a cose già viste nel mondo del cinema. Il gameplay sta lasciando questi luoghi, e le sessioni giocate si riducono ai QTE e alle esplorazioni “pro collezionabili”. Sul fronte artistico è un puro godimento per i sensi. Le atmosfere vengono ricreate nei minimi dettagli, sia sul fronte visivo che sonoro. Supermassive Games, in questo fronte, non ha mai sbagliato un colpo, migliorandosi sempre di più. Il mondo del cinema resta a guardare, e quello dei videogiochi avanza senza timore. 

Assassin’s Creed Origins: gioca ora gratis per tutto il weekend, con l’aggiornamento a 60 FPS

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Ubisoft annuncia che è ora disponibile il Weekend Gratuito fino al 20 giugno per festeggiare l’aumento a 60 FPS di Assassin’s Creed Origins.

Il supporto a 60 FPS era atteso con ansia dai fan di tutto il mondo e ora è finalmente disponibile. L’aggiornamento di Assassin’s Creed Origins è il primo di una serie di sorprese e ricompense pensate per ringraziare i fan e festeggiare 15 anni di passione, creatività e lealtà sul sito dedicato. L’aumento a 60 FPS è disponibile su Xbox Series X/S and PS5.

Ambientato nell’antico Egitto, Assassin’s Creed Origins si svolge durante un periodo misterioso e cruciale che ha dato forma alla civiltà. Nei panni di Bayek, protettore dell’Egitto e uno dei primi Assassini, ti lancerai in un open world vivace e dinamico e scoprirai i segreti delle grandi piramidi, dei miti dimenticati e degli ultimi faraoni.

Avrai accesso ai contenuti del gioco principale durante il Weekend Gratuito* e potrai ottenere uno sconto fino all’85% su Assassin’s Creed Origins per continuare la tua avventura. Per ottenere tutte le informazioni sul Weekend Gratuito, visita: https://freeweekend.ubisoft.com/assassins-creed-origins/it-IT

Per ulteriori informazioni sul franchise di Assassin’s Creed franchise, visita assassinscreed.com.

DayZ: ecco l’aggiornamento 1.18

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Grandi notizie per i fan di DayZ su PC, Xbox e PlayStation. Il popolare gioco di sopravvivenza con gli zombie ha appena reso disponibile l’aggiornamento 1.18, che si concentra sugli esplosivi e amplia il sempre più vasto arsenale di armi del gioco. L’aggiornamento offre anche un nuovo evento dinamico – a tema deragliamento treni – che può portare a incontri inaspettati sulle ferrovie situate in tutta la mappa. Infine, l’aggiornamento include la Derringer compatta, nonché varianti a canne mozze per il fucile Blaze e il Revolver, tra le armi preferite dalla community.

Con l’aggiornamento 1.18, i base raiders possono ora usare il Lanciagranate M79 per sfondare le basi dei sopravvissuti ostili. L’M79 offre un’ottima potenza di fuoco, con 3 tipi di munizioni da 40 mm disponibili. I giocatori possono cercare e trovare granate fumogene, granate esplosive e persino le rare granate P-OX, che contengono gas letali.

Se siete alla ricerca di un’arma ancora più potente, siete fortunati: ora potete impostare un timer per i nuovi esplosivi al plastico e per gli esplosivi improvvisati, oltre a poter creare un detonatore per attivarli a distanza. Inoltre, con la famosa mina Claymore, avrete la possibilità di ribaltare i risultati di uno scontro a fuoco grazie all’immenso danno direzionale a distanza ravvicinata di questa potentissima arma. Una volta che sarete fuggiti con tutto il bottino, potrete festeggiare con i fuochi d’artificio, che arricchiscono ancor di più questo esplosivo aggiornamento.

Avete mai saccheggiato un elicottero che si è schiantato? Allora sapete quanto possano essere emozionanti gli eventi dinamici. Con l’aggiornamento 1.18, DayZ ha ampliato la varietà della mappa aggiungendo gli incidenti ferroviari dinamici. Sono disponibili in tre livelli, dai treni civili a quelli militari, e offrono alcuni dei migliori bottini disponibili, tra cui l’M79. Fate attenzione, però, perché gli ex passeggeri possono manifestarsi in sciami mortali se fate troppo rumore.

Un modo per andare avanti in DayZ è quello di sorprendere i nemici con un’arma nascosta. La Derringer, ad esempio, è abbastanza piccola da poter essere infilata in un orsacchiotto di peluches, ma la doppia canna .357 offre un danno sufficiente per infliggere un colpo mortale. E se amate combinare diverse tipologie di armi, sarete entusiasti di sapere che la Blaze e il Revolver ora offrono importanti varianti facilmente realizzabili. Queste varianti riducono il peso dell’arma e il numero di slot necessari nell’inventario, rendendole perfette armi secondarie durante i combattimenti più accesi, quando ricaricare non è un’opzione.

Per finire, i proprietari di server sono ora in grado di personalizzarli al meglio (console incluse) grazie a una serie di nuovi strumenti e opzioni.

Nel complesso, l’aggiornamento 1.18 offre un caos esplosivo, incontri memorabili e tanto divertimento, facendo sì che questo sia davvero il momento perfetto per unirsi alla community del gioco.

L’aggiornamento include:

  • Lancia granate M79
  • 4x varianti fumogene
  • Esplosivi da 40mm
  • Gas tossico
  • C4
  • Esplosivo a distanza IED
  • Claymore
  • Granate a gas tossiche
  • Lancia fuochi d’artificio
  • Pistola Derringer
  • Varianti delle armi Blaze e Revolver
  • Evento dinamico dei Treni
  • Maggiori personalizzazioni su Console per community server