Con entrambe le uscite disponibili per il lancio della nuova Xbox Series X | S, Ubisoft dà ai giocatori l’opportunità di godersi l’esperienza di gioco di nuova generazione con due dei suoi franchise più iconici. Sfruttando le funzionalità e le potenzialità all’avanguardia delle nuove console, Ubisoft scatena la profondità dei suoi open world come mai prima d’ora, dimostrando il proprio impegno nello sviluppo di videogiochi davvero coinvolgenti.
“Siamo entusiasti di annunciare che i giocatori potranno scoprire Assassin’s Creed Valhalla prima del previsto! Non vediamo l’ora di vedere il mondo che abbiamo creato negli ultimi 3 anni prendere vita su tutte le piattaforme, incluse le console di nuova generazione con Xbox Series X | S il 10 novembre.” ha dichiarato Julien Laferrière, Produttore di Assassin’s Creed Valhalla.
Con Xbox Series X | S, Assassin’s Creed Valhalla sfrutterà le grafiche migliorate e permetterà ai giocatori di godersi anche i più piccoli dettagli degli scenari open world della Norvegia e dell’Inghilterra. Su Xbox Series X, Assassin’s Creed Valhalla sarà disponibile in 60 FPS in risoluzione full 4K.
La Londra del futuro prossimo di Watch Dogs: Legion trarrà beneficio dall’Hardware Accelerated Raytracing della nuova Xbox Series X | S: dagli enormi schermi digitali di Piccadilly Circus, alle luci al neon e gli ologrammi di Camden High Street, la potenza dei riflessi e delle rifrazioni in tempo reale porterà un livello di realismo mai visto prima a questo setting urbano.
Inoltre, sia Assassin’s Creed Valhalla che Watch Dogs: Legion sfrutteranno le potenzialità delle nuove console offrendo ai giocatori texture a risoluzione più alta e resa delle ombre migliorata, oltre a un maggior numero di dettagli su Assassin’s Creed Valhalla. Entrambi i giochi trarranno vantaggio dal Direct Storage, che porterà a tempi di caricamento più brevi e un’esperienza di gioco più fluida.
Infine, Assassin’s Creed Valhalla e Watch Dogs: Legion sfrutteranno anche la tecnologia Smart Delivery**, che permetterà ai giocatori di comprare il gioco una sola volta e di giocarci su Xbox One o Xbox Series X | S dal 10 novembre 2020. Entrambi i giochi supporteranno la funzione cross-save tra Xbox One e Xbox Series X | S, permettendo ai giocatori di mantenere i propri progressi su entrambe le piattaforme.
Con sviluppo guidato da Ubisoft Montreal***, Assassin’s Creed Valhalla segue la saga epica di Eivor, un feroce saccheggiatore vichingo cresciuto ascoltando storie di battaglie e di gloria. Offrendo un’esperienza vichinga coinvolgente, Assassin’s Creed Valhalla trasporta i giocatori in un fantastico e misterioso open world, ambientato durante i brutali Secoli Bui dell’Inghilterra. I giocatori potranno sfruttare nuove funzionalità guidando i raid, gestendo il proprio insediamento e accrescendo il proprio potere guadagnandosi un posto tra gli dèi del Valhalla. Le Gold, Ultimate e Collector’s Edition di Assassin’s Creed Valhalla, così come i prodotti Ubicollectibles® sono disponibili per la prenotazione. I fan che prenoteranno Assassin’s Creed Valhalla riceveranno al lancio la missione bonus “La Via del Berserk”, in cui i giocatori potranno unirsi a un Berserk Nordico in cerca di vendetta.
Il momento di Marvel’s Avengers è finalmente giunto, e non poteva di certo mancare una nostra recensione della versione per console PS4. Non vi nascondiamo che stavamo aspettando già da un po’ questo avvenimento. Se pensate che ci abbiamo già realizzato sopra uno speciale dedicato e la l’anteprima della beta, viene difficile nascondere il famoso “hype”. Mettici, pure, il fatto che è quasi impossibile non essere un fan degli Avengers. Insomma, non vedevamo veramente l’ora.
Marvel’s Avengers si presenta come un GAAS (Game As A Service) destinato a durare a lungo. Gli sviluppatori hanno già confermato che ogni futuro DLC e aggiornamento sarà completamente gratuito, come pure il porting su next-gen. Gli unici contenuti a pagamento saranno gli elementi cosmetici, e vale a dire costumi e targhe. Graficamente il gioco è migliorato rispetto alle 3 sessioni di beta del mese di agosto. Questo, ovviamente, non è stato di certo una sorpresa per noi. La cosa che, invece, ci ha impressionato è stato il “quanto” è migliorato.
Crystal Dynamics decide di separare in due il gioco, con una parte dedicata alla storia, da giocare in solo, ed un’altra co-op. Tra le due, quella sicuramente più catchy è la seconda. Il problema è che bisogna trovare dei validi compagni di gioco per affrontare le varie missioni delle War Zones.
Il giusto mix tra azione ed RPG, unito a numerosi rimandi ai classici dei fumetti Marvel, crea un’alchimia magica in grado di coinvolgere sin dal primo minuto di gioco. Ovviamente i fan ne saranno entusiasti sin da subito. Quelli che, invece, non conoscono le gesta di Captain America & Co., lo potranno trovare interessante per via delle meccaniche di gioco simili a The Division 2 e Ghost Recon Breakpoint.
“Bando alle ciance” ed entriamo nel vivo della nostra recensione PS4 di Marvel’s Avengers.
Da un grande potere …
Il primo grande errore da evitare in Marvel’s Avengers è quello di associarlo al suo alter-ego cinematografico. Normale, anche perché sono state le pellicole realizzate dai Marvel Studios a riportare in auge i vendicatori. Prima li si vedevano solo nei fumetti e in qualche serie animata. Ancora i videogiochi, se escludiamo La grande alleanza, non avevano visto gli Avengers combattere in questo modo.
Crystal Dynamics e Square Enix decidono di ripercorrere le avventure fumettistiche dei supereroi coordinati dal buon Captain America. La storia ripercorre gli eventi del prima-mentre-dopo lo sciagurato A-Day. Il giorno in cui gli Avengers cessarono di esistere come squadra e dichiarati fuorilegge. Il giorno in cui l’AIM, di fatto, si sostituì a loro.
Una ragazza, di nome Kamala Khan, decide di ri-assemblare il gruppo con l’obiettivo di mostrare al mondo che gli Avengers sono ancora l’ultimo baluardo a difesa della Terra. Ad ostacolare i loro piani ci penserà il M.O.D.O.K., il villain di questo primo arco narrativo. Questa creatura, forte del suo esercito super-tecnologicamente avanzato, farà di tutto per evitare la reunion dei vendicatori.
Questa è la storia che verrà raccontata in modalità “Campagna”, dove vestirete, principalmente, i panni di Kamala Khan. La narrazione scorre fluida, con dei simpatici siparietti comici molto graditi (in perfetto stile Marvel). L’unica cosa “strana” è che questa modalità è giocabile “solo in solo“ per cui non potete condividere la storia con nessun amico.
Il nostro consiglio è iniziare da qui. Se decidete di partire subito con il co-op, oltre a farvi perdere le basi del gioco, rischia di spoilerare numerosi eventi della campagna. Quest’ultima, inoltre, vi fornisce una panoramica completa sui vari eroi utilizzabili nel gioco, studiandone i loro pro e contro. Al di la di questo aspetto “materialistico”, la storia raccontata è interessante, alimentata da un ritmo narrativo che alterna momenti di intensa azione ad altri più tranquilli. I dialoghi, invece, non scadono mai nel noioso.
“Menare” si, ma con stile
Marvel’s Avengers si presenta come un gioco caratterizzato da tanta azione. I combattimenti seguono le logiche delle combo, concatenando attacchi forti e deboli. Per difendersi si può ricorrere al contrattacco, che fornisce un vantaggio tattico solo se usate un giusto tempismo, e alla schivata classica. Fondamentale sarà la capacità di osservare l’ambiente circostante, denso di icone e indicatori visivi che preannunciano gli attacchi nemici.
Il tutto è legato a delle dinamiche RPG, in perfetto stile MMO. Ogni eroe è dotato di 3 attacchi speciali che, per natura, possono essere offensivi, difensivi, di supporto, ad ampiezza di raggio. Questi vengono sbloccati, oltre alle varie abilità base e mosse di combattimento, all’interno dello skill tree. Per acquisirli occorrono punti abilità, guadagnabili a seconda di come ci muoviamo sul campo.
Oltre alla progressione classica, molto importante è come decidiamo di “vestire” il nostro vendicatore. Ci sono 4 sezioni equipaggiabili, ognuna delle quali adibita ad un compito particolare. Ogni componente accresce il livello generale del personaggio ed influenza sulle stat base del personaggio. Oltre ad aumentare la potenza dell’Avenger, l’equipaggiamento possiede dei perks che forniscono ulteriori vantaggi in fase di combattimento.
Vien da sé che è fondamentale l’attività di looting in Marvel’s Avengers. Guardatevi sempre intorno ed esplorate sempre tutto quello che vi circonda. Intorno a voi ci sono collezionabili e casse SHIELD pronti per essere trovati. Utilizzate sempre l’intelligenza tattica in quanto, in prossimità di questi, vi avvisa circa la loro eventuale posizione. Vi sono moltissimi segreti da scoprire nelle varie ambientazioni.
Cercate, già in “Campagna”, di capire con quale eroe siete in sintonia. Ognuno porta con sé uno stile di combattimento unico, che nasconde punti di forza e debolezza. Questi sono utili per capire quali sono i vostri limiti, anche in virtù di un probabile ruolo in una squadra di 4 giocatori.
La build, tra skill e componenti
Come detto in precedenza, Marvel’s Avengers può essere classificato all’interno della categoria dei MMORPG. Rispetto a quelli “classici”, dove i numeri contano più del gameplay, Crystal Dynamic decide di dedicare particolare attenzione alla componente action. In questo, dobbiamo ammetterlo, è stata lungimirante, annusando le attuali tendenze in materia di giochi di ruolo.
Nonostante questo, le famose regole “non scritte” degli RPG le ritroviamo anche al suo interno, in versione “light”. Partiamo da un primo punto: dovete costruirvi una build. Ogni componente si distingue per rarità e perk, e sarete voi a decidere come “vestire” il vostro PG. Vi sono 4 tipologie di equipaggiamento: da mischia, a distanza, difensivo ed eroico. Ognuno di essi migliora un’area del personaggio, riassumibile nella schermata delle stat (quella con i numerini, per intenderci).
Ogni Avenger ha delle abilità particolari che ne caratterizzano il gameplay e lo stile di combattimento. Partendo dal presupposto che tutti gli eroi creati nei laboratori Marvel sono fortissimi, vi sono dei punti di debolezza che dovete conoscere e gestire. La costruzione della build deve tener conto anche di questo fattore e le skill aiutano ad esaltare i punti di forza del nostro vendicatore.
La progressione delle abilità del personaggio segue il classico skill tree, in cui spendere punti abilità per sbloccare nuovi poteri. L’albero si articola in 3 livelli, ognuno dei quali migliora sempre di più l’eroe Seguendo quelle famose regole non scritte, lo skill tree si connette direttamente al gameplay. Crystal Dynamic decide di investire tutto sul combattimento, concedendo la possibilità di aumentare le capacità offensive e difensive dell’Avengers, nonché la potenza delle 3 abilità speciali.
Questo tipo di algoritmo funziona, ma mostra il suo vero potenziale in modalità multigiocatore. Durante la campagna si impara a giocare e si apprezza la storia e la narrazione. Niente più di questo. Il vero Marvel’s Avengers lo si vede in co-op a squadre, quando il gruppo diventa più importante del singolo.
Da soli o in compagnia?
Marvel’s Avengers vi da la possibilità di scegliere se affrontare la “Campagna” e, quindi, conoscere gli eventi del post A-Day, oppure se giocare in modalità “Iniziativa”. Qui le missioni sono affrontabili in co-op, con squadre di massimo 4 componenti. Potete scegliere se affidarvi agli immancabili bot oppure se fare gruppo con altri gamer come voi. In questo caso la scelta ricade sugli amici o il matchmaking.
Il cuore di questa modalità sono le War Zones, missioni con obiettivi e durata sempre diverse. Se pensate che alcune di queste possono arrivare a durare ben due ore vi lasciamo immaginare il resto. All’interno delle War Zones, giusto per citarne alcune, troviamo le Harm Room, Drop zone e le missioni Iconiche e Fazione. Ognuna di queste si basa un preciso compito da completare, oltre che servire alla crescita dei nostri personaggi.
L’Harm Room, per esempio, funge da stanza di addestramento. Il gruppo di vendicatori, infatti, deve affrontare diverse ondate di nemici e testare la solidità della squadra, oltre che delle build. Le Drop Zone sono ottime se si vuole fare una sessione di looting. Non sono molto lunghe e prevedono un singolo obiettivo da completare. Le missioni iconiche e fazioni sono disegnate attorno a dei parametri ben specifici. Le prime si possono giocare nei panni di un preciso Avenger, sempre aiutati da altri 3 vendicatori. Nelle seconde, invece, l’obbiettivo è quello di assistere i membri dello SHIELD e la fazione degli Inumani, aumentando il punteggio esperienza “fazione”. Oltre a queste non mancheranno le missioni ad alto rischio. Sebbene la ricompensa finale sia ottima, portare a casa la pelle non sarà per niente una passeggiata.
Vien da sé che non esiste un manuale sul “come giocare a Marvel’s Avengers”. La scelta, operata da Crystal Dynamic, di mettere una diga tra la storia e le modalità co-op è discutibile. La scelta di costruire una campagna lineare e non a missioni, dedicando a queste una modalità apposta, stride con le moderne metodologie in materia di videgiochi. Creare un ambientazione unica di gioco evita “figli e figliastri”.
Ci sono voluti ben 14 anni per rivedere i nostri eroi, celebrati dalla nostra recensione di Captain Tsubasa: Rise of New Champions, provato nella sua versione per console PS4. Era, infatti, il lontano 2006 quando usciva su PS2 “Captain Tsubasa”. Da allora, salvo l’ultima apparizione su mobile con Captain Tsubasa: Dream Team, videogiochi su “Holly e Benji” non se ne sono visti. Ci ha pensato Bandai Namco, affidando lo sviluppo a Tamsoft, a riportare i nostri beniamini su PC e console di tutte il mondo. D’altronde lei ha un certo debole per i tie-in di anime e manga di successo. Basta vedere Dragon Ball Z Kakarot per crederci. Lo stile cartoon, enfatizzato dal cell-shading, crea una sorta di continuità emozionale con la serie animata. Quella che tutti noi (attempati) hanno ancora impresso nella loro memoria.
Captain Tsubasa: Rise of New Champions ci propone due modalità storia, una che segue l’arco narrativo del terzo torneo e una che propone vicende inedite a ridosso della Junior National League. Non vi aspettate una versione di FIFA o PES con i super-tiri e mosse speciali. Della parola simulazione non vi è nemmeno l’ombra. Trovate invece tanto sano action, con scontri aerei all’ultimo sangue e missili terra aria in grado di buttare giù la porta. Sono presenti molti intermezzi, alcuni dei quali sono in stile anime. Vi è anche una modalità “Versus” in cui sfidare altre squadre, anche in modalità multigiocatore.
È chiaro che questo ritorno dei nostri eroi chiama in adunata i fan della serie e attira meno gli altri. Il divertimento non manca, questo è sicuro, anche se qualcosina in più la potevano fare. La modalità “Tsubasa’s Story” è un po’ “cortina”, con solo 7 capitoli da giocare. Sotto questo aspetto si potevano impegnare un po’ di più.
Nonostante questo la nostra astinenza da “Cap. Tsubasa & Co.” è stata sedata. Senza attendere un istante in più, vi lasciamo alla nostra recensione PS4 di Captain Tsubasa: Rise of New Champions.
Quando il calcio era arcade
Vi era un tempo in cui la distanza tra le parole “simulazione” e “calcio” era abissale. Era il tempo di Super Sidekicks e Goal Goal Goal, giocato sui cabinati nei bar. Grafica 2D su schermi con una risoluzione pessima, dove il divertimento era mettere la palla in rete dopo aver eseguito azioni super-spettacolari. Poi le esigenze sono cambiate e non c’è stato più spazio per la finzione. Tutto doveva essere, per forza di cose, simulato.
Captain Tsubasa: Rise of New Champions ci riporta a quei tempi, lanciando una sfida ai simulatori. Paragonarli a loro, però, non ha alcun senso. Il nuovo videogioco prodotto da Bandai Namco contiene un’infarinatura di dinamiche calcistiche reali. Vi sono i fuorigioco, le tattiche di squadra, le rimesse laterali e del portiere ed esistono i calci d’angolo. Stop, il simulato finisce qui. Dopo trova spazio tanto, ma tanto, arcade.
Contrasti che fanno volare via i giocatori, dribbling in grado di far fuori 2/3 avversari in un colpo solo e gli immancabili super tiri sono alla base del gameplay. Tutto ruota attorno al concetto di spirito, un surrogato della famosa stamina. Questa si consuma ogni qualvolta si effettuano mosse abilità. Quando lo spirito di squadra è al massimo si attiva la “V Zone“. Questa consente alla squadra un recupero rapido e, quindi, un maggior numero di mosse speciali, mettendo così sotto pressione la squadra avversaria. La “V Zone” ha una durata limitata per cui dovete sfruttare al meglio questo vantaggio temporaneo.
Sebbene tutto questo diverta nelle prime partite, con il tempo diventa “scontato” perché pecca di novità. Una volta capita l’AI della squadra avversaria diventa solo questione di tempismo e scelta di tempo per performare dribbling e super-tiri. Insomma, il gioco scorre via per inerzia. Qualche sorpresina in più, lato gameplay, sarebbe stata gradita.
Le varie forme della sfida
Ogni videogioco si rivolge ad un pubblico, che sia di nicchia o generalista. Captain Tsubasa: Rise of New Champions, per forza di cose, richiama a se gli appassionati e i fan di lunga data. Se vi ricordate, la Collector’s Edition, quella con il calcio balilla, costava circa 2.000 euro. Chi li spenderebbe così tanti soldi per un videogioco? Qualcuno c’era, visto che è andata esaurita dopo pochissimi giorni.
Entrando nel vivo del gioco, vi sono diverse modalità per giocare. Le prime due, in ordine di importanza sono le story mode, “Tsubasa’s story” e “New Hero“. In “Tsubasa’s Story”, come il nome suggerisce, si ripercorre un arco narrativo particolare, quello dell’ultimo torneo in Giappone di Tsubasa prima della sua partenza in Brasile. Questa modalità si compone di 7 capitoli, ognuno con un match da affrontare (e tanti dialoghi da sopportare).
La modalità “New Hero” è, senza ombra di dubbio, quella più interessante. Questa infatti si basa su delle dinamiche in perfetto stile RPG con tanto di crescita del personaggio e della squadra in cui si gioca. Dopo aver creato il personaggio, infatti, si sceglie dove iniziare il percorso per diventare una nuova stella del calcio. La scelta ricade su una delle tre squadre rivali della Nankatsu di Tsubasa, Toho, Furano e Musashi. “New Hero”, inoltre, introduce un inedito arco narrativo alla storia originale del gioco, proponendo un nuovo torneo a ridosso della Junior National League.
Oltre a queste due vi sono la modalità “Versus” e “Versus online“. La prima ci permette di giocare una partita o un torneo contro degli avversari comandati dalla AI oppure con il classico “doppio”, spalla a spalla contro un altro giocatore. La seconda, invece, è il classico multigiocatore online, contro amici o avversari casuali. Dopo aver terminato la modalità storia, probabilmente, un salto qui lo farete volentieri.
Cosa funziona e cosa non
Captain Tsubasa: Rise of New Champions riesce a ricucire quello strappo con i fan della saga che volevano rivedere un videogioco sui famosi calciatori nipponici. Da questo punto di vista la loro attesa è stata ricompensata, anche se non adeguatamente. 7 capitoli per “Tsubasa’s story” sono pochini. Si poteva tranquillamente inserire sia il primo torneo che la prima parte dell’avventura brasiliana di Oliver Hutton. Magari arriveranno con un DLC per cui ancora una speranza l’abbiamo.
“New Hero” funziona e diverte. Le dinamiche RPG sono stimolanti, sia dal punto di vista individuale che di squadra. Si poteva optare per una fusione delle due modalità, in modo da poter scegliere se vivere la storia da protagonista o come un nuovo astro nascente del calcio. Resta il fatto che “New Hero” è in grado di reggere la “barracca” da solo, anche se, purtroppo, il numero degli incontri non è elevato neache qui.
“Versus” e “Versus online”, di fatto, restano quelle due cose da fare se ho finito le prime. Bisogna solo capire con quali motivazioni si arrivano ad affrontarle. Noi, per esempio, ci siamo arrivati un tantino demotivati.
Anche se le varie modalità peccano di brio, il gameplay giocato è divertente. Anche se si imparano presto i vari script dell’AI, di base ci si diverte a riapprezzare il “Tiger Shot” di Hiyuga e il “Driven Shot” di Tsubasa. Le varie animazioni delle super mosse sono fatte benissimo e non ci si stanca mai a vederle e rivederle. La cosa che, invece, infastidisce è la presenza, talvolta estenuante, dei dialoghi. Dispiace dirlo ma sembrano dei veri “tappabuchi” tra una partita e l’altra.
Captain Tsubasa: Rise of New Champions non è sicuramente un’occasione persa, anche se confidiamo in qualcosa in più dai futuri DLC. Per certi aspetti lo pretendiamo.
SQUARE ENIX ha pubblicato il terzo WAR TABLE di Marvel’s Avengers, fornendo una nuova anteprima sul gioco prima della pubblicazione del 4 settembre, su PlayStation 4, Xbox, PC e Stadia.
Per iniziare, gli spettatori che hanno guardato il WAR TABLE di Marvel’s Avengers dal vivo tramite il canale PlayAvengers.com sono stati i primi a scoprire tutti gli incredibili dettagli sulle missioni giornaliere e settimanali, e su quattro nuovi tipi di missioni avanzate in cui si imbatteranno nel corso dell’Iniziativa Avengers: i Settori Nemici, le Camere di Sicurezza SHIELD, il Laboratorio Segreto dell’AIM e i Mega Hives.
I Settori Nemici sono missioni speciali che offrono epici scontri con potenti boss, che i giocatori ameranno affrontare più volte quando gli eroi si avvicineranno al limite massimo del gioco per il livello di potenza, fissato a 150. Le Camere di Sicurezza SHIELD sono vere e proprie riserve di risorse, equipaggiamenti e segreti da scoprire e sbloccare. I giocatori impazienti di mettere alla prova il proprio coraggio saranno felici di collaborare con tre amici per occuparsi del Laboratorio Segreto dell’AIM, una missione accessibile solo dopo aver raggiunto il livello di potenza più alto. Disponibile una volta a settimana, il raid nel laboratorio segreto culmina in un temibile scontro con boss influenzato dalle prestazioni dei giocatori durante la missione.
I Mega Hives metteranno alla prova i giocatori, costringendoli ad aprirsi la strada con la forza in una serie di piani infestati da vari nemici. Più i giocatori si addentreranno, più la difficoltà aumenterà e una volta sconfitti tutti gli eroi, si dovrà iniziare di nuovo da capo.
Il WAR TABLE di Marvel’s Avengers ha svelato anche una nuova eroina in arrivo dopo il lancio che farà parte dell’Iniziativa Avengers, Kate Bishop. La missione di Kate, “AIM allo scoperto”, comincerà a fine ottobre e includerà un nuovo nemico e un nuovo mistero. Bishop, allieva di Clint Barton, avrà mosse eroiche e abilità uniche che solo un’arciera provetta con un talento da ginnasta olimpica come Kate è in grado di sfruttare.
Kate Bishop sarà la prima nuova eroina inserita in Marvel’s Avengers dopo la pubblicazione del 4 settembre. La storia “AIM allo scoperto” ha inizio poco dopo la conclusione della campagna di gioco “Riuniti” ed è solo la prima metà dell’arco narrativo di Hawkeye. Clint Barton, alias Hawkeye, entrerà in scena a novembre per la seconda metà della storia, gettando le basi per gli eventi futuri.
I nuovi eroi saranno disponibili dopo il lancio, gratuitamente, per tutti i possessori di Marvel’s Avengers e continueranno a evolvere la narrazione del mondo del gioco. Ulteriori informazioni sull’arco narrativo di Hawkeye e su altri contenuti post-lancio saranno presto disponibili.I precedenti WAR TABLE di Marvel’s Avengers hanno presentato altre grosse rivelazioni, tra cui dettagli sul principale nemico del gioco, MODOK (Mental Organism Designed Only for Killing) e la presentazione di Clint Barton, aka Hawkeye, uno dei primi eroi aggiunti al gioco post-lancio.
Marvel’s Avengers sarà disponibile su PlayStation 4, Xbox One, Stadia e PC il 4 settembre 2020. Marvel’s Avengers sarà disponibile per PlayStation®5 e Xbox Series X al lancio delle console, a fine 2020. Coloro che possiedono il gioco per l’attuale generazione di console potranno passare alla versione migliorata senza costi aggiuntivi, sia in caso di passaggio da PlayStation® 4 a PlayStation® 5, che da Xbox One a Xbox Series X. Passando alla nuova generazione, si potranno trasferire facilmente il profilo giocatore e i progressi di gioco, per continuare da dove si era interrotta l’esperienza. Sarà inoltre supportato il gioco tra generazioni differenti, per permettere ai giocatori su PS5™ di giocare con gli amici su PS4™ e agli utenti Xbox Series X di connettersi con gli amici su Xbox One.
MARVEL’S AVENGERS
Marvel’s Avengers offre ai giocatori un’esperienza ricca, grazie alla combinazione di missioni Eroe e Zona di guerra. Le missioni Eroe possono essere affrontate esclusivamente in solitaria e fanno parte della campagna iniziale di gioco. Sono pensate per mettere in mostra le abilità uniche di tutti gli eroi che riunirai gradualmente nella squadra. Le Zone di guerra possono essere affrontate da soli o in un gruppo di massimo quattro giocatori*, usando qualsiasi eroe disponibile. Ogni missione viene bilanciata automaticamente in base alle dimensioni della squadra e al livello del giocatore.
In Marvel’s Avengers, i giocatori potranno personalizzare in vari modi i più potenti eroi della Terra. I supereroi saranno sempre fedeli al rispettivo set di poteri, ma potranno essere giocati in modi diversi in base all’equipaggiamento e alle abilità scelti, adattandosi allo stile di gioco del giocatore. Ogni eroe ha un sistema di combo dinamico, mosse eroiche, abilità intrinseche e mosse speciali da sbloccare e personalizzare, molte di queste ispirate alle classiche mosse di 80 anni di storia Marvel su vari media, altre create appositamente per il gioco.
I giocatori potranno personalizzare gli iconici supereroi con costumi classici, amati dai fan e originali, tra cui l’armatura di Iron Man tratta da Original Sin, una storia del 2014, o Donald Blake, un riferimento allo pseudonimo di Thor apparso per la prima volta in Journey Into Mystery #83, nel 1962.
Marvel’s Avengers è un titolo ambizioso, che inizierà con una corsa globale per riunire e ricreare gli Avengers. E questo sarà solo l’inizio. Per garantire a tutti un’esperienza eroica, la narrazione di Marvel’s Avengers si espanderà e introdurrà minacce sempre più temibili tramite l’Iniziativa Avengers. La pubblicazione di ogni nuovo supereroe o ambiente successivo al lancio sarà disponibile a tutti i giocatori che hanno acquistato il gioco base, senza costi extra.
Al momento il gioco è classificato PEGI 16.
*Richiesta connessione Internet. Si applicano i requisiti multigiocatore online della tua piattaforma di gioco.
EA, Maxis e Lucasfilm hanno rivelato il nuovo entusiasmante trailer che mostra le funzionalità di gameplay dell’imminente Game Pack The Sims 4 Star Wars: Viaggio a Batuu, in arrivo l’8 settembre su PC tramite Origin e Steam, Playstation 4 e Xbox One.
In The Sims 4 Star Wars: Viaggio a Batuu, i giocatori potranno creare la propria unica storia di Star Wars con i Sims in un’avventura ai Confini della Galassia ispirata a Star Wars: Galaxy’s Edge presente al Disneyland Resort e al Walt Disney World Resort. Il nuovo trailer svela l’emozionante viaggio ambientato nel mondo di Batuu, offrendo un’esperienza completamente nuova per i giocatori e per i loro Sims e presentando tutti i luoghi e i suoni autentici di Star Wars, inclusi personaggi iconici come Rey e Kylo Ren.
Come nuovi visitatori di Batuu, i Sims potranno socializzare con la gente del posto, comprendendo le motivazioni per cui il pianeta è diverso da qualsiasi altro luogo e scoprendo cosa spinge le varie forze in campo a combattere per il suo controllo. La Resistenza, il Primo Ordine e i contrabbandieri mirano ad avere la meglio sull’Avamposto della Guglia Nera: saranno i giocatori e i loro Sim a determinare chi avrà la meglio. I Sims potranno scegliere di aiutare Rey e Vi Moradi come parte della Resistenza, giurare fedeltà al Primo Ordine sotto Kylo Ren o cercare di guadagnare più crediti con Hondo Ohnaka e i contrabbandieri. Man mano che i Sims intraprenderanno entusiasmanti missioni aumenteranno la propria reputazione e sbloccheranno artefatti iconici, equipaggiamenti, nuovi outfit e missioni decisive per la storia che influenzeranno i cambiamenti nel mondo e modificheranno l’equilibrio del potere.
Inoltre, i giocatori saranno in grado di creare l’ambita spada laser, personalizzare il proprio droide, prezioso aiutante nelle missioni, volare sugli iconici caccia stellari o provare a socializzare con uno Stormtrooper. Una volta che i Sims saranno tornati a casa, potranno persino riportare alcuni di questi oggetti con sé, come la loro spada laser o il droide, oltre ai nuovi manufatti, decorazioni e ricette ispirate ai loro viaggi. Potranno anche giocare una partita a sabacc oppure ospitare una divertente sessione di allenamento di spada laser.
Deep Silver e KING Art Games hanno pubblicato oggi un nuovo video di Iron Harvest 1920+ che mostra ulteriori dettagli sull’emozionante storia. Il fulcro del video di oggi è la repubblica di Polania, uno stato agricolo che si trova nel mezzo della lotta quando Rusviet e Sassonia mobilitano i loro eserciti. Lottando per la loro libertà, le truppe di Polania si radunano attorno ad Anna e al suo orso Wojtek per raccogliere le risorse limitate e difendere la loro libertà!
Vincitore del torneo eSport di Iron Harvest 1920+:
KING Art Games e Deep Silver si congratulano con il primo vincitore del torneo eSport di Iron Harvest, WellPlayed_TV. Dopo un entusiasmante fine settimana di match intensi durante la gamescom digitale, pieno di vittorie in diretta e di elettrizzanti azioni strategiche in stile diesel punk, entrambe le società stanno attualmente valutando opportunità future per continuare a supportare la competizione con le prossime stagioni. La stagione I offrirà nuove mappe PvP, sfide e bonus visivi unici da sbloccare, con l’uscita domani.
A proposito di Iron Harvest
All’alba del XX secolo, subito dopo la fine della Grande Guerra, il mondo è pieno di segreti e misteri, di opportunità e sfide. La tradizione si scontra con il progresso scientifico e tecnologico, mentre l’Europa si sta ancora riprendendo dalle brutali battaglie della guerra mondiale. Iron Harvest è un gioco di strategia in tempo reale (RTS) ambientato nella realtà alternativa del 1920+, subito dopo la fine della Grande Guerra. Per creare la perfetta esperienza RTS, il team ha lavorato in stretta collaborazione con i fan globali di RTS sin dalla campagna kickstarter di grande successo.
Allacciate gli stivali, indossate il casco, regolate le protezioni delle spalle e la piastra toracica… e infilate un pugnale affilato nella cintura (sono le regole): NACON e lo studio Cyanide sono lieti di annunciare Blood Bowl 3, il nuovo adattamento videoludico del gioco da tavolo cult di Games Workshop.
Blood Bowl 3: uscita
L’uscita è prevista per l’inizio del 2021, il gioco sarà disponibile su PlayStation®4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X, Steame Nintendo Switch.
Blood Bowl 3 è il videogioco del fantafootball. Un gioco di strategia a turni ispirato al football americano nel mondo fantasy Warhammer dove elfi, umani, orchi e altre creature combattono per la palla con spallate, calci, pugni e armi di vario grado di letalità (e legalità rispetto all’arbitro). In qualità di allenatore, devi dare istruzioni ai tuoi giocatori: bloccarel’avanzata dei tuoi avversari posizionandoli nella tua zona di placcaggio, abbattere quelli che ti ostacolano, e sfondare laloro end zone per segnare un touchdown!
Tutte le tue unità possono acquisire esperienza e ricevere bonus statistici o nuove abilità. Attenzione però: gli infortuni sono comuni, soprattutto quando l’arbitro è un goblin che tende a trascurare la maggior parte delle forme di violenza. Alcuni giocatori possono lasciare il campo zoppicantio anche senza vita, mettendo fine presto e definitivamente alla loro carriera.
Blood Bowl 3, il gioco
Blood Bowl 3 è un fedele adattamento del gioco da tavolo Games Workshop, che quest’anno sarà oggetto di una nuova edizione. Il gioco utilizzerà le regole della nuova edizione, le squadre (compresi i nuovi Orchi Neri e la Nobiltà Imperiale), le unità e le abilità associate. I migliori strateghi saranno ovviamente in vantaggio, ma sarà sufficiente? Basta un solo sfortunato tiro di dado per cambiare il corso di una partita.
Più divertente, sanguinoso e spettacolare che mai, Blood Bowl 3 sarà un successo sia per i fan dell’universo che per i giocatori competitivi. Al lancio, il gioco includerà 12 gare, ognuna con la propria arena e la propria squadra di cheerleader, modalità campagna e multiplayer, e un sacco di opzioni di personalizzazione. Dopo il lancio saranno aggiunti aggiornamenti regolari dei contenuti.
Nacon ha rilasciato un trailer diWerewolf: The Apocalypse – Earthblood che rivela la vita e il passato del protagonista del videogioco, Cahal, aiutando così i giocatori ad immedesimarsi meglio con il personaggio.
Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è il primo gioco action-RPG adattato dall’omonimo franchise horror. Maturo, brutale e complesso, inviterà il giocatore ad impersonare Cahal, alla ricerca di una sanguinosa redenzione. Il protagonista giocherà un ruolo essenziale nella grande guerra condotta dai Garous contro Pentex, le cui attività stanno devastando il mondo naturale.
Cahal è un lupo mannaro della tribù dei Fianna. Sposato e padre di una figlia, subisce un tragico destino che lo costringe all’esilio. Deve fuggire da coloro che ama per proteggerli dalla sua rabbia: la sua amata moglie Ludmila, sua figlia Aedana, che ama più di chiunque altro, e i suoi migliori amici Rodko e Ava, che gli coprono le spalle in ogni circostanza. Endron, la filiale petrolifera della mega corporationPentex, è l’unica responsabile di tutta la sua rabbia e violenza. Avendo rovinato la sua vita e rimanendo una minaccia costante per Gaia, la Madre Terra, Cahal è consumato da un unico obiettivo: porre fine all’operato dellaEndron con qualsiasi mezzo necessario.
Werewolf: The Apocalypse – Earthblood è il primo gioco action-RPG adattato dall’omonimo franchise horror. Maturo, brutale e complesso, inviterà il giocatore ad impersonare Cahal, alla ricerca di una sanguinosa redenzione. Il protagonista giocherà un ruolo essenziale nella grande guerra condotta dai Garous contro Pentex, le cui attività stanno devastando il mondo naturale.
Gli sviluppatori One More Level, 3D Realms,Slipgate Ironworks e i publisher All in! Games e 505 Games, hanno rivelato un nuovo video di gameplay e la presenza di una beta privata per Ghostrunner, il gioco d’azione cyberpunk in prima persona con elementi di parkour. Ghostrunner sarà disponibile nel 2020 su PC, PlayStation 4 e Xbox One.
Le registrazioni per la Beta Privata di Ghostrunner sono ora aperte (N.B. Solo in inglese!):
Si torna indietro per guardare avanti con Project Cars 3, e in questa nostra recensione per PS4 vogliamo svelarvi il perché di questa scelta progettuale. Il mondo dei SIM racing sta puntando, sempre di più, in una direzione esclusivista, richiamando a sé solo gli appassionati con la “A” maiuscola. La passione, si sa, richiede “danari”. Le periferiche dedicate, infatti, hanno un costo non proprio abbordabile, con volante e pedaliera in cima alla lista della spesa. Inoltre il mercato di questi giochi di “nicchia” comincia ad allargarsi sempre di più, e la competizione pure.
Esiste, però, una terra di mezzo, dove la simulazione incontra l’arcade. Né troppo di uno né dell’altro. Un regno in cui il joypad non è solo un fermacarte. Un SIM racing aperto a delle ibridazioni che, per certi aspetti, rievocano la saga di Need for Speed. Questo è Project Cars 3, il nuovo esperimento dei laboratori Slightly Mad Studios. Bandai Namco, seguendo il motto “squadra che vince non si cambia”, dopo3 anni dal lancio del secondo capitolo della saga, decide di salutare l’estate a bordo di bolidi di pura potenza.
211 auto sono pronte a sfrecciare lungo i 121 tracciati sparsi in 51 regioni del mondo. Si passerà dalle colline della Toscana (la cui bellezza è immortalata nella copertina del gioco) alle strade di Shangai, sino ad arrivare al nuovo circuito di Hinterlagos in Brasile. Ci sarà spazio per gli “smanettoni”, con gli immancabili settaggi e upgrade pre-gara, ma anche per i neofiti. L’introduzione dell’FTUE (First Time User Experience) permette una maggiore accessibilità, semplificando molti aspetti tecnici del gioco.
Ovviamente non mancheranno le modalità competitive online, con la “corsa veloce” e gli “eventi programmati” in pole position. Insomma, quest’anno ce n’è veramente per tutti.
La simulazione, tra significati e punti di vista
Vi abbiamo detto, all’inizio della nostra recensione, di come Project Cars 3 sia stato realizzato facendo dei piccoli passi indietro. La parola simulazione, anche se “fa figo”, può contenere diverse sfumature, interpretate a seconda dei vari punti di vista. È risaputo che ogni giocatore, esperto e non, ha gusti e ed esigenze sempre diversi. Incontrare il palato di tutti è praticamente impossibile. Escluderne qualcuno, però, è molto facile.
Imparando dal passato, Slightly Mad Studios decide di rendere più fruibile il gioco, realizzando un’esperienza molto scalabile. Ian Bell, CEO della software house londinese, ha definito Project Cars 3 come il successore spirituale della serie Need for Speed: Shift. Quest’ultima, infatti, si distanziava dagli altri capitoli della serie per la sua inclinazione verso il realismo e la simulazione.
Ci si accorge di questo parallelismo già nel corso della prima gara. L’auto non sembra incontrollabile, anzi risponde perfettamente ai comandi del joypad. Ogni curva, derapata, scia e sorpasso ci fa guadagnare “XP”, utili per migliorare il nostro bolide. Come se fosse una sfida della sfida. Si inseguono obiettivi che contribuiscono al nostro divertimento, prima ancora di puntare alla vittoria. Questa visione, quasi “arcade”, di questo terzo capitolo del famoso SIM racing è intrigante.
Ovviamente l’aspetto simulativo non è di certo andato in vacanza. La fisica è stata nettamente migliorata, con il Madness engine che dimostra, ancora una volta, di che pasta è fatto. Ogni veicolo reagisce in maniera diversa agli urti e ai dislivelli, per la gioia degli amanti del FFB(Force FeedBack). Vi accorgerete, sin dalla prima curva, come la reattività e la sensibilità dei controlli di guida sia stata migliorata rispetto al passato. Dobbiamo ammettere che la software house londinese ha fatto un ottimo lavoro sotto questo punto di vista.
Tenete sempre d’occhio il PIR(Performance Index Rating). Questo numerino vi serve per capire le prestazioni del vostro bolide. Attenzione, però, a non commettere l’errore di spingere al max questo numerino. Ogni upgrade deve essere sempre bilanciato e in linea con il resto dei componenti del veicolo. Spingere al massimo la turbina non serve a nulla se poi dovete frenare con i piedi in stile Flinstones. Inoltre il PIR serve anche per capire quali sono i requisiti di ingresso per partecipare ad una competizione. In modalità carriera, infatti, ogni classe ha un punteggio di accesso minimo e massimo. Sulla base di questo, e delle tipologie di tracciati, dovrete scegliere e poi sviluppare la vostra auto da corsa.
Tu ne capisci di fisica e motori?
A differenza di un qualsiasi altro genere, i simulatori di guida, per loro natura, non hanno tanto appeal. Sarà per via della loro difficoltà intrinseca, o anche per il fatto che si rivolgono a delle nicchie di appassionati. Sta di fatto che attirare dei neofiti del genere non è molto facile. Project Cars 3 ci vuole provare. Gli sviluppatori londinesi hanno fatto di tutto per semplificare le svariate dinamiche complesse ereditate dalle due precedenti edizioni. Ed ecco che quei famosi “passetti indietro”, pian piano, cominciano ad assumere una forma sempre più definita.
In questa nuova edizione, il pilota e la guida sono al centro di tutto. Prima ancora della fisica, dell’usura delle gomme, dei danni al veicolo, delle condizioni atmosferiche dinamiche, della luce e dei riflessi sulla strada e della diversificazione del manto stradale. E sicuramente qualcosa ci siamo dimenticati. Il punto, però, è che quest’anno siete voi i veri protagonisti del gioco. Voi e le vostre doti di pilota.
Non è un caso, infatti, che per attirare “nuovi clienti”, Slightly Mad Studios ha fatto un lavoro di reverse engineering sul controller e su come questo interagiva con il videogioco. Inoltre, l’aver semplificato (e non eliminato), tutto il contesto del pre-gara, concentrandosi solo sulla guida e lo sviluppo del veicolo, è un buon modo richiamare a se aspiranti piloti. Non per questo il motto scelto per Project Cars 3 è “da driver del weekend a leggenda”.
Ovviamente, quando siete alla guida del vostro bolide, dovete gestire le diverse variabili che si presentano davanti a voi. La velocità è sicuramente una di queste. Stranamente, però, non vince sempre l’auto più veloce. Essere agili su pista comporta lavorare su gomme e sospensioni, che migliorano l’aderenza e la stabilità del veicolo. Ci sono tantissime tipologie di superficie stradale in questa nuova iterazione della saga, anche all’interno dello stesso tracciato di gara. Si passa dall’asfalto allo sterrato in poche centinaia di metri, e ve ne accorgete subito, con il controller che sembra stranamente non rispondere ai vostri controlli. Bene, questa è la fisica.
Un’altra variabile che influenza il comportamento della vettura in gara (ed è la preferita di chi vi scrive) è data dalle condizioni metereologiche e climatiche dinamiche. Quest’anno la software house londinese si è veramente superata. In meno di due giri o, se preferite, 5 min di gara, può succedere di tutto. Si inizia con un sole che spacca le pietre e si finisce con una tempesta che scoperchia i tettucci delle auto. Le traiettorie nelle curve saltano, e, in un attimo, ogni vantaggio svanisce.
Questione di feedback
Se vi ricordate abbiamo già parlato di un argomento simile nella nostra recensione di Assetto Corsa Competizione. Anche in Project Cars 3 ritorna la questione del feedback, in una versione, però, del tutto inedita. Un simulatore di corse automobilistiche, di solito, parte dal dare per scontate molte cose. Non pretende che tutti siano dei piloti di Formula 1, ci mancherebbe, ma un’esperienza moderata con i SIM è sempre gradita. Alcuni, infatti, non “hanno voglia di perdere tempo” con chi un SIM lo gioca per la prima volta.
Project Cars 3, invece, questa voglia ce l’ha. Diremmo quasi che è più interessato ad attirare a sé i neofiti che gli esperti. Quando prima vi parlavamo di “passi indietro” ci riferivamo a questo. Il primo e il secondo capitolo dalla saga si stavano muovendo in un terreno altamente esclusivo, parlando a chi aveva un volante e una pedaliera minimo. Giocare un simulatore con queste periferiche è pura goduria, ma è ingiusto pretendere che tutti le abbiano.
Project Cars 3, fortunatamente, ci evita di cestinare il controller. Come detto prima, il lavoro svolto da Slightly Mad Studios per riportare in auge il buon vecchio Dualshock 4 è stato notevole. Tutto questo lo si vede in gameplay. Abbiamo faticato a trovare zone morte in fase di guida. Sembra come se ogni auto, condizione atmosferica, tipologia di tracciato cambi dinamicamente il profilo di guida. Questo succede sempre se si è scelto di essere “assistiti” durante la corsa. I puristi possono anche evitare ogni forma di assistenzialismo, a proprio rischio e pericolo.
Restando sempre in tema feedback, è bello vedere come cambiano gli stimoli tattili quando variano le condizioni di guida. Se ad esempio piove con vento forte, la difficoltà la si avverte nell’immediato. Non è solo un discorso di asfalto bagnato, ma cambiano anche l’aerodinamica del mezzo e quindi l’impostazione delle curve. Subentra, quindi, la paura del cordolo anche perché il controller vibra più del dovuto. Anche se questo non è munito di Force FeedBack.
Luci e ombre
Torna, anche in Project Cars 3, il Madness Engine, il motore proprietario di Slightly Mad Studios. Questa volta, però, non siamo rimasti con la bocca aperta. Non abbiamo notato un vero e proprio salto rispetto al precedente capitolo e i livelli di Forza Horizon sono ancora lontani. Il fatto che quest’anno gli sviluppatori si siano voluti concentrare sulla resa e un po’ meno sulla qualità è piuttosto visibile.
I riflessi sulla carrozzeria del veicolo lasciano un po’ a desiderare. Alle volte si scorgono dei pixel non proprio graditi. Restando in tema risoluzione anche la texture degli agenti atmosferici non è proprio il massimo. Quando piove intensamente si percepisce, talvolta, un fastidio visivo non indifferente. Non sappiamo se l’effetto è voluto o meno. Qualcosina in più, sotto questo aspetto, lo si poteva fare.
Parlando, invece, degli elementi di contesto dobbiamo fare delle doverose puntualizzazioni. Le location scelte per i vari circuiti sono molto caratteristiche. Non per fare campanilismo, ma la Toscana è magica. Sebbene alcuni luoghi eccellono in originalità, stridono per colpa di animazioni di contesto un po’ scadenti. Il pubblico, per esempio, non è pervenuto. Sembrano quasi delle marionette con movimenti programmati. Non reagisce in alcun modo alla corsa anche se si sente il tifo in sottofondo.
Non ci ha convinto nemmeno la gestione delle luci e dei riflessi in pista. Sebbene vi sia alternanza tra giorno e notte, la fase di transizione non è adeguatamente gestita dalle fonti luminose. Manca l’effetto specchio dell’asfalto così come la variazione del riflesso del paesaggio sulla carrozzeria. Di questo ultimo aspetto ce se ne accorge soprattutto in fase di photo-mode, assolutamente gradita dallo scrivente.
Non si poteva chiedere di certo la luna, ci mancherebbe, ma qualcosina in più la si poteva fare sul versante grafico. Probabilmente quelli di Slightly Mad Studios si sono concentrati per un porting di livello sulla futura next gen. Questo, ovviamente, non lo sappiamo. Lo scopriremo tra non molto.
La patente di affidabilità
Arriviamo, dunque, alla fine della nostra recensione per console PS4 di Project Cars 3, parlandovi di “patenti”. Per misurare il vostro livello vi verrà assegnato, di volta in volta un punteggio. Questo tiene conto di come guidate e della vostra correttezza. Il modo in cui affrontate le curve e i sorpassi verrà confrontato anche con i contatti con le altre vetture. Prendersi a sportellate non è “cosa buona” per la vostra carriera.
Il punteggio della patente non servirà tanto in modalità carriera. Qui contano solo il PIR e gli obiettivi che raggiungete di volta in volta. Con costanza e impegno si arriva alla classe regina, sino ad arrivare allo sblocco degli eventi esclusivi. La patente servirà quando decidete di andare online e sfidare altri piloti come voi. Oltre alla classica componente esports, troverete 3 interessanti modalità per sfidare i vostri avversari: Breakout, Time trials e Rivals. Le possiamo definire atipiche, se vogliamo, ma ognuna di esse porta con se una buona dose di divertimento.
In Breakoutvince chi fa il punteggio più alto. Per accumulare punti dobbiamo distruggere delle casse, ognuna posizionata su curve e rettilinei. Si parte da un minimo di 5 a un massimo di 20 punti e vince chi, entro il tempo a disposizione, raggiunge il punteggio più alto. Ovviamente, velocità e traiettorie in curva saranno fondamentali per la vittoria. Solo coloro che rischiano potranno ottenere degli ottimi risultati.
La modalità Time Trial, invece, premierà la vostra pulizia in gara. Non dovete commettere alcun errore in fase di gara. Non sono ammesse le uscite di pista e il contatto con muretti e guardrail, pena l’annullamento del tempo registrato. Vince chi ottiene il miglior record medio del tracciato. Vi possiamo garantire che la tensione, in questa modalità, la si sente eccome.
Prima di concludere, vogliamo spendere due parole sulla nuova modalità Rivals. La possiamo definire come un multigiocatore asincrono. L’obbiettivo, infatti, è la scalata di una leaderboards condivisa con la community. Le nostre performance ci faranno guadagnare dei premi mensili, di volta in volta sempre diversi. La concorrenza, però, non resterà li a guardare.