Tom Clancy’s The Division 2: la recensione

Ubisoft ritorna dopo tre anni con la seconda parte dello Shooter MMO di Tom Clancy: un “Déjà vu” o un miglioramento dell’originale

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La guerra tra “Loot Shooter” continua e così, a pochi giorni dal lancio di Anthem, la nuova scommessa di Electronic Arts nel mondo dei multigiocatore online e, a ormai più di un anno, dall’arrivo di Destiny 2, il secondo capitolo dello sparatutto fantascientifico di Bungie, ecco Ubisoft rispondere con Tom Clancy’s The Division 2.

Quindi, a prima vista, sembra che spazio per questa tipologia di giochi ve ne sia. In realtà, quando si parla di progetti così importanti e a così alto budget, le passate esperienze ci insegnano che i conti si fanno non a brevissimo termine guardando quanti milioni di copie si sono vendute nella prima settimana, ma solo dopo mesi, quando l’ending game è stato raggiunto da tempo, ed il gioco si dimostra maturo, ancora vivo e appassionante.

Da New York a Washington D.C.

Nel mondo di Tom Clancy’s, gli Stati Uniti sono stati devastati da un virus e la società si è sgretolata. In questo vero e proprio sequel, gli sviluppatori di Massive Entertainment spostano l’azione dagli scenari innevati della Grande Mela a ciò che rimane di una devastata Washington D.C. Come nel precedente capitolo, troviamo quelli che non sono scappati dalla città e per sopravvivere si uniscono in Fazioni e la Divisione formata da agenti dormienti altamente specializzati che vengono attivati per cercare di ristabilire l’ordine.

Questo è The Division 2, perché non si può proprio parlare di una storia. Certo, c’è una campagna principale creata in un ambiente strabiliante e maturo, in cui il caos è rappresentato magnificamente da un lavoro certosino fatto con l’ultima versione del motore grafico Snow Drop ma, guai a parlare di una trama o del vissuto dei personaggi.

Snow Drop, un motore grafico pazzesco

Tom Clancy's The Division 2

E allora ecco il primo elemento che rende unico questo gioco, gli sviluppatori hanno disegnato un mondo vivo e aperto fatto di spettacolari ambienti distrutti dal cataclisma che diventano un punto di forza di The Division 2. Noi siamo sempre un agente della Divisione, con una sequenza di missioni principali e secondarie da affrontare che, partendo dalla Casa Bianca, diventata in questo frangente la nostra base operativa, ci vedono impegnati a transitare in bellissime aree da vedere ed esplorare.

Il gameplay non differisce dal primo episodio ma, in questo, il semplice atto di andare da un posto all’altro è uno degli aspetti più gratificanti del gioco. Una strada non è solo un tragitto per la missione ma può portare ad uno scontro con una pattuglia rivale, a un’attività facoltativa, oppure essere una scorciatoia che ci conduce a trovare oggetti utili in una casa abbandonata. Massive Entertainment è riuscita a dare una d’identità ambientale ad ogni missione, creando per ogni livello o edificio un vero e proprio diverso set di battaglia.

Questo aiuta a far sembrare unica ogni missione, nonostante lo schema segua sempre il medesimo copione che prevede lo scontro contro nemici che culmina con un boss e la conquista di un bottino. Combattimenti che possiamo affrontare da soli o in compagnia di un massimo di altri 3 Agenti, che possono essere nostri amici o invitati ad unirsi a noi con il matchmaking del gioco. A questo si aggiunge una enorme mole di contenuti in termini di attività da svolgere e personalizzazione delle nostre abilità che però, in The Division 2, sono più facilmente gestibili grazie ad un sistema semplificato per la gestione dell’equipaggiamento. Completare le attività e salire di livello ci permettono di sbloccare le Abilità che corrispondono ad ottenere 8 strumenti tecnologici che contribuiscono a cambiare l’approccio strategico al nostro gameplay.

Non solo, il tutto potrà essere personalizzato ulteriormente grazie a componenti della tecnologia SHADE che potremo raccogliere durante le missioni o ricevere come ricompense. Analogamente, nuove armi e nuove dotazioni potranno essere acquisite salendo di livello. The Division 2 presenta ben tre “Zone Nere”, aree contaminate dove squadre di giocatori cercano di recuperare equipaggiamenti speciali combattendo i nemici governati dall’IA del gioco, con l’aiuto di altre squadre di giocatori o addirittura scontrandosi con le stesse. Inutile dire che qualsiasi decisioni di scontro con i team di giocatori umani avrà delle conseguenze sulla nostra reputazione che ci seguirà durante il gioco.

Ending Game da prendere come riferimento

Tom Clancy's The Division 2

30 è il massimo livello che potremo raggiungere nel gioco ed è anche quello che ci permetterà di affrontare l’ultima missione con relativo boss finale. Una volta completata, il banco salta ed inizia il vero Endgame. Ecco comparire nuove fazioni chiamate Black Tusks che occupano alcune zone della mappa di gioco, annullano i risultati raggiunti in precedenza, introducendo circa dieci missioni molto impegnative. Nonostante queste missioni si svolgano nelle stesse ambientazioni delle precedenti missioni principali, ciò che rende il gioco diverso è la caratteristica offensiva dei nuovi nemici e la possibilità per noi di sbloccare tre specializzazioni di classe, ognuna con i propri alberi di abilità da costruire. Così, se da un lato avremo nemici dotati di armi e tecnologie avanzate come droni e cani robot, dall’altro il nostro Agente disporrà di nuove abilità ed armi speciali da sfruttare.

Massive Entertainment ha fatto suoi tutti i feedback ricevuti da chi ha giocato al primo episodio e ha realizzato con The Division 2 un prodotto maturo e con alto potenziale di divertimento. Nonostante l’impianto narrativo non trovi spazio, il gameplay e lo sbalorditivo design degli ambienti, rendono il gioco avvincente e pieno di tensione, in grado di coinvolgere il giocatore per decine e decine di ore.

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Grafica
9.5
Sceneggiatura
6.0
Gameplay
9.0
Controllo
8.5
Longevità
9.0
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