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RIDE 4, la recensione per console PS4

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PS4 riserva ancora dei colpi a sorpresa, facendoci rivivere con RIDE 4 i brividi della velocità su due ruote. Abbiamo provato sulla console Sony la nuova creazione dell’italiana Milestone, una nostra vecchia conoscenza quando si parla di capolavori su due ruote. Dopo aver iniziato il 2020 con Monster Energy Supercross 3, e proseguito con MotoGP 20, non potevamo che finire in bellezza con una bella scarica di adrenalina. Questa volta, però, si proveranno delle emozioni che vale la pena raccontare.

L’IP RIDE è stata creata dal genio creativo di “quelli” via Olona a Milano nel lontano 2015. Dopo aver pubblicato in successione i primi 3 capitoli, sembrava quasi che non volesse più deliziarci con uno nuovo. Forse, perché, troppo all’ombra dei suoi fratelli maggiori, o perchè carente di personalità. Probabilmente la seconda, visto il lavoro svolto con RIDE 4. Dopo due anni di assenza, ecco quindi, che la serie torna “più incazzata” che mai.

ride 4 recensione ps4

Il gameplay, però, non assolutamente accessibile ai molti. Se avete giocato, ultimamente, a qualche gioco Milestone, sarete agevolati nell’apprendimento. Ma non vi cullate troppo, vi dovrete fare una bella gavetta anche qui. Anche se la frustrazione potrebbe assalirvi già nella prima mezz’ora di gioco, non vi scoraggiate. Il gioco nasconde un vero e proprio mondo da scoprire, dentro e fuori la pista.

L’Unreal 4, ancora per l’ennesima volta, è un vero godimento per i sensi. Ma la cosa che esalta veramente è la qualità del suono. Vi sono talmente tante sfumature da cogliere, a partire dai dettagli infinitesimali, tali da mandare in tilt il nostro sistema “anti-distacco dalla realtà”. Ergo, immersione completa assicurata. Dobbiamo morderci la lingua per evitare di sforare il budget dedicato alla nostra solita premessa.

Senza trattenervi oltre vi lasciamo alla nostra recensione PS4 di RIDE 4, ma con una piccola anticipazione. Questa volta non troverete i nostri soliti video-gameplay. Abbiamo voluto rendere onore al grandissimo lavoro svolto da questi ragazzi e ragazze che, nonostante l’emergenza che il nostro paese sta vivendo in questo maledetto 2020, sono lì a realizzare tanti modi per farci pensare ad altro e a farci divertire. Onoreremo il loro lavoro pubblicando i Dev Diary realizzati nel corso dello sviluppo del gioco. Solo in questo modo riuscirete ad apprezzare il vero RIDE 4.

Il divertimento richiede sacrificio

Vogliamo iniziare la parte interessante della nostra recensione PS4 di RIDE 4 con dei quesiti. Quanto siete disposti a concedere a un videogioco? Quanto tempo gli date se un gameplay non vi prende? Quante volte vi sarà capitato di condannare a morte un gioco perché poco catchy, o troppo difficile, o deludente rispetto alle aspettative. Poi sono arrivati i soulslike e roguelike che si nutrono di sacrificio e frustrazione. Sebbene i SIM Racing non seguono i canoni di questi due generi, le reazioni sono molto simili.

Ogni tipologia di gioco nasconde delle difficoltà, più o meno, visibili. Alcuni dichiarano subito di che pasta sono fatti, e RIDE 4 e tra questi. Non vuole prendervi in giro ed è chiaro sin da subito. Prendere o lasciare. Una mossa rischiosa quella di Milestone, come per dire “ne devi essere degno”. Il sottoscritto veniva dall’ultima esperienza con MotoGP 20, per cui arrivava “educato”. Ma, come vi dicevamo prima, il tributo iniziale lo si deve pagare. Di giri ne abbiamo fatti sulla pista iniziale prima di scoprire cosa aveva da offrire il gioco.

ride 4 recensione ps4

Ogni giro, ogni curva, ogni derapata, ogni caduta ci ha fatto vedere il cuore del gioco. Ci ha fatto comprendere come ci si poteva e doveva giocare, come non superare il limite e come gestire la nostra “ansia da non prestazione”. Non abbiamo ancora parlato di gameplay, nel senso stretto del termine, anche se realtà l’abbiamo fatto. Il “muro da superare” è parte integrante del sistema di gioco. Una volta capito che si può trasformare in un punto di forza, beh, li allora inizia il bello.

L’unico vero consiglio da amici che vi possiamo dare è quello di spendere tanto tempo nelle sessioni iniziali di prova. Provate a prendere la medaglia d’oro, cercando di capire come sfruttare al meglio il carattere della moto. Ognuna ne ha uno, e prima lo capite e prima andrete d’accordo. Si sa, ogni relazione che merita inizia con un sano litigio.

La ricerca dei dettagli

Quelli di Milestone conoscono a menadito le potenzialità dell’Unreal Engine 4. Anche se in MotoGP 20 e Monster Energy Supercross 3 non era molto chiaro, in RIDE 4 non si sono regolati. È un vero tripudio di dettagli. Probabilmente, se cominciassimo a elencarli tutti dal primo all’ultimo, finiremmo per perderci. Per evitare questo abbiamo stilato una classifica di quelli che ci hanno veramente strappato “l’ohhhhh” dalla bocca.

Se siete degli appassionati delle due ruote, e avete la fortuna di avere una bella R1 in garage da liberare nel weekend, non sarete più tristi se il venerdì mette pioggia. Troverete la vostra prediletta identica in RIDE 4. E con identica intendiamo “tale e quale”. Ogni dettaglio della moto, a partire dal serbatoio fluidi sul manubrio, sino ad arrivare al terminale di scarico, è dannamente identico alla realtà.

ride 4 recensione ps4

Restando in tema moto e piloti, lascia di stucco come il team di sviluppo di Milestone ha riprodotto i vari materiali. Dalla pelle della tuta sino ad arrivare alla carena della moto, questi sono in grado di interagire con l’ambiente circostante. Il bello è che lo fanno in maniera diversa. L’interazione dei materiali con l’illuminazione globale e le condizioni atmosferiche cambia di volta in volta.

L’ambiente circostante non è più solo pista e cordoli. In RIDE 4 vi è un ecosistema che ospita le nostre performance su due ruote. A cominciare dal meteo dinamico, in grado di stravolgere una gara in corsa. Anche il giorno e la notte saranno nostri alleati, o acerrimi nemici, soprattutto nelle gare endurance. Fate attenzione alle condizioni della pista e sfruttate le scie gommate, soprattutto verso il finire della gara.

Vogliamo concludere la nostra carrellata dedicata ai dettagli presenti con quello che, di solito, non viene mai menzionato nei giochi di guida, l’asfalto. Milestone non colora tutto di grigio antracite. Vi sono delle zone diverse, alcune più usurate altre più nuove. Vicino ai cordoli si vede la differenza tra i due materiali, soprattutto se sono bagnati dal sole o dalla pioggia. E non chiamatelo solo “gioco di moto”.

La bellezza di un momento

Diversamente dagli altri titoli Milestone, dedicati al mondo delle due ruote, RIDE 4 ci porta anche fuori dalla pista. Oltre, quindi, a quelli classici, nel nostro peregrinare intorno al mondo avremo il piacere di sfrecciare lungo i tracciati urbani e non solo. Affrontare le curve selvagge della Finlandia, al tramonto e con la notte che incombe, è una bella esperienza da raccontare. Ma dovete arrivare al traguardo.

Quelli di via Olona si sono impegnati molto nella (ri)costruzione dei tracciati ufficiali. Tralasciando (ma non perché meno importante) il fatto che ogni curva rispecchia la realtà, anche per pendenza e angolazione, resta difficile non lanciare uno sguardo agli elementi di contesto. Quelli che solitamente non contano nulla per noi, come il guardrail, i cordoli, le recinzioni, i fiori e gli alberi.

ride 4 recensione ps4

Avete ragione, non stiamo mica scrivendo la recensione di open world. Appunto per questo, il solo parlare del livello di dettaglio di questi elementi fa capire lo spessore di questo simulatore su due ruote tutto italiano. È anche vera, però, una cosa. Non è facile cogliere tutti questi aspetti quando si sfreccia a 300 km/h sul rettilineo del Mugello. Ma vi è un modo per cristallizzare quel momento e coglierne tutta la sua bellezza.

Vi abbiamo detto prima di come, in RIDE 4, il meteo e il ciclo giorno/notte sono dinamici. Le previsioni del tempo e l’orologino, posti in basso a sinistra dell’hud, saranno fondamentali nelle gare di endurance. Dove prevenire è meglio che curare. Ma non è di questo che vogliamo parlare. Vedete come è facile perdersi nei dettagli, maledizione. Vogliamo spendere due parole sulla photo-mode presente in questo gioco.

ride 4 recensione ps4

Non è nostra intenzione farvi diventare dei fotografi professionisti (anche perché finirete per fare solo quello per ore e ore come il sottoscritto). Vi invitiamo, invece, anche solo per una volta, a provare questa feature, presente sia in gara in corso che durante i replay. Una volta deciso quale momento immortalare, apprezzerete tutte le parole lette sinora. Fidatevi che altrimenti non ne avrete, di certo, alcuna possibilità.

Parlare delle potenzialità grafiche di un gioco ha senso solo nel momento in cui anche il singolo dettaglio non è mai lasciato al caso. E noi di cose a caso non ne abbiamo trovate.

L’immersione secondo Milestone

Quando si parla di un simulatore di corse, che sia di auto o moto, la parola immersione coincide quasi sempre con il feedback di guida. Una regola sacrosanta, a cui anche RIDE 4 non sfugge. La tendenza, in questo ultimo periodo, tralasciando le scelte drastiche in ordine alla scelta della periferica migliore, è quello di rendere il sistema di guida difficile. E per difficile intendiamo poco arcade e tanta simulazione.

Questa scelta si può rivelare alquanto pericolosa, se non contestualizzata in modo corretto. In MOTOGP 20, l’ultimo in ordine cronologico, Milestone aveva scelto di rendere la carriera scalabile, dando la possibilità di partire dalla classe inferiore per poi ascendere. La messa a punto della moto poteva anche essere affidata al team di meccanici. La guidabilità della moto, invece, migliorava grazie al lavoro degli ingegneri del team di sviluppo. Insomma, era come se fossimo in un ambiente protetto.

ride 4 recensione ps4

RIDE 4 ci butta dentro la mischia in prima persona, senza mamma e papà a tenerci per mano. Non vi nascondiamo che superare lo scoglio iniziale non è per niente facile. Il fatto di ricoprire il duplice ruolo di pilota e meccanico è un punto di vista molto interessante, ma al tempo stesso pericoloso. La voglia di raggiungere la medaglia d’oro si scontra con la difficoltà di addomesticare la moto. E in questo rodeo, la frustrazione da gameplay fa capolino spesso e volentieri.

Purtroppo è inevitabile con questo genere di giochi, motivo per cui è importante comprenderli nel profondo. È ovvio che il genere è di nicchia ma, secondo la nostra modesta opinione, un giusto bilanciamento arcade/simulazione sarebbe perfetto vista la natura “selvaggia” del gioco. RIDE 4, se lo volessimo paragonare a qualcosa di esistente (ma, purtroppo, su quattro ruote), somiglierebbe molto a Project Cars 3 e Forza Horizon.

Questi due hanno fatto una scelta rischiosa che ai puristi potrebbe anche non piacere. Allo stesso tempo, però, hanno aperto le porte a chi i simulatori li vede per la prima volta. La troppa esclusività può essere un valore aggiunto per chi fa parte di quella nicchia. Chi, invece, vuole entrare nel club, trova molti ostacoli da superare. E solo i più caparbi hanno voglia di superarli. Tutti gli altri lo etichettano come “troppo” per loro.

Il commento

Milestone ci delizia con un altro grandissimo lavoro con RIDE 4, dimostrando che, di videogiochi, l’azienda italiana ne capisce. Questo è il terzo titolo dedicato alle due ruote sfornato in questo 2020, nonostante l’emergenza sanitaria in corso. Sono andati in crescendo, sino ad arrivare al grande colpo, quello che chiude una stagione fantastica. La software house di via Olona saluta, così, l’attuale generazione e si dimostra già pronta per l’arrivo di PS5 e Xbox Series X

Ormai l’Unreal Engine 4 non ha più segreti per loro. Dal punto di vista grafico, RIDE 4 è un vero capolavoro. L’illuminazione globale e i fenomeni atmosferici creano dei momenti di pura e semplice poesia, da cogliere con la photo-mode. È un vero peccato non farlo, anche perchè è li che si colgono tutti i dettagli presenti nel gioco. Anche il comparto sonoro non scherza mica. Sono stati campionati una moltitudine di suoni, coerenti con l’ambiente e la situazione. 

Resta l’inognita sulla difficoltà, in generale, e sul gameplay. Noi siamo onesti: RIDE 4 ti chiama un po’ di arcade. Sarà per via della natura “selvaggia” del gioco, visto anche il parco moto schierati e i tracciati da affrontare. Consigliamo ai ragazzi di Milestone di seguire l’esempio dei loro colleghi di Slighty Mad Studios. Qualcuno ha accusato Project Cars 3 di vivere una crisi d’identità. Beh, a nostro avviso, il titolo sta vivendo una vera e propria “nuova vita”. In questo senso, RIDE 4 potrebbe veramente diventare una IP con un’identità chiara e forte. Ci vediamo su next gen.

Mortal Kombat 11 Ultimate

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Warner Bros. Games annuncia Mortal Kombat 11 Ultimate, una nuova e più estesa versione di Mortal Kombat 11, il titolo che ha venduto più in fretta nella storia del franchise con oltre 8 milioni di copie vendute al mondo, premiato come “Fighting Game of the Year” alla 23esima edizione dei D.I.C.E. Awards dalla Academy of Interactive Arts & Sciences e “Best Fighting Game” del 2019 da IGN. Sviluppato dai NetherRealm Studios, Mortal Kombat 11 Ultimate offre l’esperienza definitiva di Mortal Kombat 11 unendo in un’unica edizione il Kombat Pack 2 con i nuovi combattenti Mileena, Rain e Rambo, Mortal Kombat 11, Kombat Pack 1 e Mortal Kombat 11: Aftermath.

Mortal Kombat 11 Ultimate sarà disponibile in tutto il mondo dal 17 novembre su PlayStation®5, PlayStation®4, PlayStation®4 Pro, Xbox Series X|S, le console della famiglia Xbox One, Nintendo Switch™, PC e Stadia. Inoltre, chi già possiede Mortal Kombat 11 e chi lo acquisterà per PS4™ e Xbox Oneavrà accesso all’upgrade gratuito per PS5™ e Xbox Series X|S, con cui ottenere risoluzione dinamica a 4K, grafica migliorata, tempi di caricamento più brevi e altro ancora – il tutto al lancio di Mortal Kombat 11 Ultimate. 

Mortal Kombat 11 Ultimate include i seguenti contenuti e miglioramenti:

  • L’esperienza definitiva di Mortal Kombat 11 – Due campagne per giocatore singolo acclamate dalla critica consentiranno di vivere un’avventura che sfiderà il tempo stesso e continuerà l’epica saga di Mortal Kombat, assieme al roster completo di 37 personaggi.
  • Kombat Pack 2 con nuovi combattenti: Mileena, il clone ibrido Edeniano e Tarkatano di Kitana; Rain, il regale semidio Edeniano; e Rambo, l’iconico soldato delle Forze Speciali dotato delle fattezze e della voce di Sylvester Stallone.
  • L’espansione Mortal Kombat 11: Aftermath – La prima espansione della trama del franchise, tre personaggi giocabili (Fujin, Sheeva, Robocop) e dieci costumi aggiuntivi.
  • Kombat Pack 1 – Sei personaggi giocabili (Shang Tsung, Nightwolf, Sindel, Il Joker, Terminator T-800, Spawn) e venticinque costumi aggiuntivi.
  • Mortal Kombat 11 – Contenuti e modalità per tutti i tipi di giocatori: la Storia, il Sistema di variazione dei personaggi personalizzabili, le Fatality di livello, le Friendship, la modalità online, le Torri del tempo, il tutorial, la Kripta, la Lega Kombat e tutto l’elenco di personaggi vecchi e nuovi, ognuno equipaggiato con Fatality uniche che mostrano brutali e devastanti effetti visivi.
  • Aggiornamento PS5 Disponibile – Con risoluzione dinamica 4K, grafica migliorata, tempi di caricamento più brevi e compatibilità tra diverse generazioni per alcune modalità selezionate. Inoltre, chi già possiede Mortal Kombat 11 e chi vorrà acquistarlo su PS4 avrà accesso all’upgrade gratuito per PS5 al lancio di Mortal Kombat 11 Ultimate.
  • Smart Delivery attivata per Xbox Series X|S – Con risoluzione dinamica 4K, grafica migliorata, tempi di caricamento più brevi e compatibilità tra diverse generazioni per alcune modalità selezionate. Inoltre, chi già possiede Mortal Kombat 11 e chi vorrà acquistarlo sulle console della famiglia Xbox Oneavrà accesso all’upgrade gratuito per Xbox Series X|S al lancio di Mortal Kombat 11 Ultimate.
  • Supporto Krossplay – I giocatori su PS5, PS4, Xbox Series X|S e Xbox One potranno combattere contro altri giocatori su piattaforme diverse in alcune delle modalità del gioco.

Mortal Kombat 11 Ultimate potrà essere prenotato a partire dal 15 ottobre al prezzo consigliato di €59,99 e darà accesso immediato a Mortal Kombat 11, al Kombat Pack 1 e all’espansione Mortal Kombat 11: Aftermath al momento dell’acquisto.

I giocatori che possiedono già Mortal Kombat 11 possono migliorare la loro esperienza prenotando il Kombat Pack 2 dal 15 ottobre al prezzo consigliato di €14,99. Chi possiede già il gioco può invece acquistare l’espansione Mortal Kombat 11: Aftermath al prezzo consigliato di €39,99.

Inoltre, è ora disponibile per il pre-order la Mortal Kombat 11 Ultimate Kollector’s Edition, che include Mortal Kombat 11, Kombat Pack 1, Kombat Pack 2, Mortal Kombat 11: Aftermath Expansion, Sub Zero mask bust, un esclusivo case in acciaio, moneta magnetica commemorativa, targa di autenticità e contenuti esclusivi.

Syberia: The World Before, il prologo nel primo trailer

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Benoit Sokal e Microids hanno oggi pubblicato il prologo della nuova avventura targata Syberia, ovvero Syberia: The World Before.

Scopri il prologo della prossima puntata di Syberia: The World Before, che ritorna alle origini della saga di Syberia. Parti per un’avventura attraverso i continenti e nel tempo. Gioca nei panni di Kate Walker e Dana Roze mentre arrivi al fondo di misteri che sono rimasti sepolti per troppo tempo. Vaghen, 1937: Dana Roze è una ragazza di 17 anni, che sta iniziando una brillante carriera come pianista. Tuttavia, le ombre iniziano ad apparire sul suo futuro mentre la minaccia fascista dell’ombra marrone incombe sull’Europa, all’alba della seconda guerra mondiale. Taiga, 2004: Kate Walker sopravvive come meglio può nella miniera di sale dove è stata imprigionata, quando un tragico evento la spinge in una nuova avventura alla ricerca della sua identità.

 

EA omaggio Milano con un enorme murale di Jorit Agoch in Corso di Porta Ticinese.

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Milano si è svegliata volgendo lo sguardo in alto per ammirare la nuova opera d’arte appena ultimata da Jorit Agoch in Corso di Porta Ticinese. Due giovanissimi tifosi di Inter e Milan ci guardano. Due volti simmetrici, divisi a metà, opposti ma complementari: anche se separati da una sana rivalità sportiva, la passione per il calcio supera ogni barriera annullando le diversità. Insieme a loro vince Milano, una delle capitali del gioco più bello del mondo. EA (Electronic Arts), publisher del videogioco sportivo più giocato al mondo, in occasione della prossima uscita di FIFA 21, prevista per il 9 ottobre, ha promosso questo progetto artistico per rendere omaggio, in collaborazione con Sony Interactive Entertainment Italia (PlayStation), ai nuovi partner Inter e Milan.

Sorprendendo i tifosi dei due club e tutti i cittadini di Milano, l’affascinante opera d’arte trasmette l’importanza dei valori sportivi per le nuove generazioni, sintetizzati dal payoff di FIFA 21, “Win As One”. Il trattamento dell’opera, contestualizzata nel territorio della passione sportiva, si inserisce nel percorso della “Human Tribe” di Jorit, una visione profonda dell’essere umano e del suo passaggio dall’infanzia all’età adulta, momento caratterizzato e simboleggiato da segni pittorici (qui, eccezionalmente, con i colori delle due squadre milanesi) sui volti dei protagonisti dei suoi murales.

“Ho voluto rappresentare il concetto di Win As One attraverso due giovani ragazzi che incarnano molteplici identità, allegorie del proseguo di questa grande storia nelle prossime generazioni e dell’unione nella diversità – sottolinea Jorit –L’arte di strada ha la capacità di scuotere le coscienze, incoraggia il dibattito, la memoria, la giustizia e l’uguaglianza. Per questo credo fortemente nel mio lavoro.”

Un’opera d’arte unica per Milano, divisa nel tifo tra Inter e Milan, ma unita da sempre nella passione per il gioco più bello del mondo. Un’opera d’arte che tutti i tifosi ed i Milanesi potranno ammirare sino al 25 ottobre 2020.

Yakuza: Like a Dragon, nuovo trailer “The Dragon’s Quest Begins”

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SEGA ha pubblicato un nuovo trailer, The Dragon’s Quest Begins, per l’RPG, unico nel suo genere, Yakuza: Like a Dragon. Nel trailer, il protagonista di Yakuza, Ichiban Kasuga, descrive il suo viaggio eroico in stile videoludico che lo porterà attraverso una straordinaria serie di minigiochi in un vero e proprio parco giochi della malavita. Yokohama offre una miriade di distrazioni esilaranti, tra cui gare di kart, combattimenti, sale giochi SEGA e la capacità di gestire e far crescere la propria azienda! Ichiban e il suo gruppo di amici incasinati hanno infinite attività divertenti con cui cimentarsi mentre cercano di ristabilire la giustizia nelle strade di Yokohama.

Non è tutto, però; la fine di The Dragon’s Quest Begins presenta una sorpresa speciale. Per la prima volta nella storia della serie, Yakuza: Like a Dragon presenta interpretazioni in inglese delle canzoni karaoke più amate dai fan.

 

La lista include:

  • Baka Mitai (I’ve Been a Fool)
  • Hell Stew
  • Like a Butterfly
  • Machine Gun Kiss
  • Spring Breeze
  • The Future I Dreamed Of

Yakuza: Like a Dragon arriva su Xbox Series X | S, Xbox One, PlayStation 4, Windows 10 e Steam il 10 novembre 2020. Le versioni Xbox Series X | S supporteranno il programma Smart Delivery per i possessori del gioco su Xbox One, mentre i possessori di PlayStation 4 riceveranno un aggiornamento gratuito per la versione PlayStation 5, sia fisica che digitale, il 2 marzo 2021.

Un’esperienza come nessun altra, Yakuza: Like a Dragon offre un gameplay RPG dinamico, con un’avventura epica che combina intense risse, un dramma schiacciante e l’ilarità esagerata per cui è nota la serie Yakuza. Il gioco include anche il voice over di un cast di attori eccezionali tra cui George Takei, Kaiji Tang, Andrew Morgado, Greg Chun ed Elizabeth Maxwell.

 

FIFA 21, la recensione per console PS4

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Un anno importante questo per FIFA 21, chiamato a dimostrare la sua solidità in un momento di passaggio tra le generazioni. La nostra recensione della versione PS4 non può che tener conto di quello che è stato il 2020 per il titolo di EA Sports. 365 giorni in cui si sono alternati i numerosi problemi al gameplay, a quelli legati all’infrastruttura di rete che supporta il gaming competitivo. E poi, ciliegina sulla torta, è arrivato il Covid-19. Della serie “piove sul bagnato”.

A volte, però, il destino è beffardo. Konami decide di prendersi una pausa e puntare tutto sulla next gen. In un attimo PES scompare temporaneamente dalla scena, lasciando sguarnito il ruolo di competitor. La software house giapponese, con questa mossa lancia un messaggio importante: torneremo più forti che mai. La scelta di sviluppare la nemesi di FIFA 21 sfruttando la potenza dell’Unreal Engine 5.0 ha già fatto capire quale sarà il terreno di scontro tra i due titoli.

fifa 21 recensione ps4

Quest’anno, quindi, EA Sports può fare il bello e il cattivo tempo. Il problema è che la seconda opzione non è ammessa in alcun modo. Quello che abbiamo visto, però, ci ha fatto capire una cosa molto importante. La passata stagione è servita da esempio, eccome. Il gameplay di FIFA 21 non ha subito un restyle “violento”, bensì ha proseguito la scia della passata stagione. Le manovre lente e ragionate, in compenso, sono condite con animazioni e movimenti molto simili alla realtà. I giocatori si muovono in maniera “quasi naturale”, con consapevolezza del campo e del gioco.

In tema di modalità torna VOLTA Football, reduce da un ottimo debutto. Carriera e Pro Club rispondono “presente” all’appello, anche se lasciati un po’ a corto di upgrade. Ovviamente il celebre FUT non poteva che mancare alla festa, in qualità di osservato speciale. Il nostro solito “sproloquio” iniziale termina qui. Vi lasciamo, quindi, in compagnia della recensione di FIFA 21, giocato nella sua versione per console PS4.

Mea culpa

Non è facile per nessuno ammettere i propri errori, specie se quel qualcuno è un colosso quotato in borsa. FIFA 21 è quello che possiamo definire il “gioco del riscatto”. Come vi anticipavamo all’inizio della nostra recensione, il 2020 per EA Sports non è stato proprio dei migliori. Probabilmente il peggiore della sua storia recente. Tanti, troppi problemi che hanno interessato il gameplay, sia standalone che online. Il tempo in cui si accusavano i giocatori per colpa di impostazioni e linee internet poco performanti è finito.

Messa sul banco degli imputati, la software house ha ammesso i suoi errori e chiesto aiuto alla community.  Si, avete capito bene. Tutti i fan e i gamer appassionati del famoso simulatore calcistico sono stati chiamati ad inviare quanti più feedback possibili. Il risultato ha qualcosa di incredibile. Sono nati dei gruppi studio in cui si studiano i fenomeni della latenza e dell’input lag, in modo da migliorare la reattività e l’esperienza finale.

fifa 21 recensione ps4

L’infrastruttura client-server è inserita in un contesto di continuo miglioramento. L’analisi del livello di congestione di rete, adesso, viene monitorato costantemente in modo da capire se vi sono problemi nel routing del traffico. Nuovi server geografici sono stati installati e altrettanti verranno attivati in tutto il mondo. Insomma, non è mai troppo tardi.
Ed ecco quello che è stato il cammino di sviluppo di FIFA 21, reso ancor più difficile dalla devastante pandemia da Covid-19.

Ancora una volta EA Sports ha rimesso mano al gameplay, anche se questa volta in maniera meno incisiva. FIFA 20 ha tirato il freno mano, rallentando drasticamente le manovre di gioco diventate troppo veloci e confusionarie. In linea con gli attuali standard calcistici, le azioni adesso sono ragionate e si ha il tempo per costruire delle tattiche di gioco in grado di sfruttare tutti gli 11 giocatori in campo.

fifa 21 recensione ps4

Questo non significa che bisogna addormentarsi con la palla tra i piedi, anzi tutt’altro. Se da una parte i “rush” fanno ormai parte di un lontano passato, trovare ora gli spazi per gli inserimenti non sarà una passeggiata. Ogni giocatore in campo ha adesso una maggiore consapevolezza del proprio ruolo e capisce quali movimenti sono utili e quali no. Quest’anno il più forte e chi sa prevedere il gioco avversario.

E questo riguarda sia il comparto offensivo che difensivo. Sebbene possa sembrare una banalità, questo aspetto rappresenta una vera rivoluzione per FIFA.

Tutto un discorso di personalità

La consapevolezza del proprio posto e del proprio ruolo rappresenta la vera svolta nel gameplay di FIFA 21. La scorsa edizione ci aveva provato senza riuscirci. Rallentando solo il gioco, purtroppo, si presentavano delle situazioni imbarazzanti. Scontri in area che finivano “in barzelletta”, con difensori e attaccanti che si scontravano senza evitare il contrasto. La musica, finalmente, è cambiata.

Le manovre di attacco e difesa possono contare su giocatori “intelligenti”. Quest’ultimo aggettivo, però, ha una grande “però”. Perdonateci la ripetizione ma questo passaggio è fondamentale per capire come costruire la squadra. Il potenziale di ogni giocatore su FIFA 21 viene indicato con dei numeri. Ognuno rappresenta un’area particolare: velocità, tiro, difesa, fisico, passaggio, dribbling. Queste, a loro volta, contengono delle voci descrittive, utili per indicare aspetti caratteristici.

fifa 21 recensione ps4

Ve n’è uno, però, che mai come quest’anno sembra avere un’importanza quasi fondamentale: la visione. Non è facile descrivere il significato di questo termine, anche se il tutto è riassumibile con il concetto di personalità. Ogni giocatore ne ha una, sia esso virtuale che reale. La visione, quindi, rappresenta in che modo si analizzano e interpretano determinate situazioni.

Quest’anno, poi, con l’introduzione di due nuove stats, il posizionamento in attacco e in difesa, questa funziona da vero e proprio modificatore in stile “RPG”. Può sembrare un emerita “baggianata” ma questa invenzione fa scoprire dei giocatori a cui non daresti nemmeno “un soldo”. Ovviamente i valori di queste voci non restano fini a se stessi. In campo il loro significato si vede e come. Se un giocatore ha visione, posizionamento in attacco e velocità intorno all’80, cercherà di muoversi nello spazio lasciato libero dai difensori, insinuandosi tra le linee. Se finisce in fuori gioco, rientrerà all’altezza dell’ultimo uomo, pronto a lanciarsi per un filtrante alto.

Da controller possiamo guidare i movimenti dei giocatori gestiti da AI. Una volta impostato il tipo di azione, con la levetta analogica destra indicheremo in che direzione il nostro compagno deve andare per ricevere il pallone. Il concetto di “compagno di gioco” controllato da AI in FIFA 21 è stato esteso,inoltre, a ben 5 giocatori. Mica male vero?

Latenza e reattività, due pesanti sentenze

Vi sarete accorti che fino adesso, nella nostra recensione PS4 di FIFA 21, abbiamo solo ed esclusivamente parlato di gameplay. Normale, anche perché mai come quest’anno tutto ruota attorno ad esso. Di base, a livello di modalità, non ci sono introduzioni o pesanti stravolgimenti (anche se qualche grande escluso lo abbiamo). Ci siamo voluti concentrare molto sui miglioramenti che EA Sports ha apportato alla componente principale del gioco, anche in virtù dei problemi che hanno afflitto, negli ultimi anni, il famoso simulatore calcistico: latenza e reattività.

Sebbene questi due termini possano essere sconosciuti a chi ne capisce poco di informatica, sono ben noti a tutti i giocatori di FIFA 21. Questi diabolici gemelli, lo scorso anno, hanno rovinato un’intera stagione calcistica virtuale. Partite ingiocabili, disconnessioni frequenti, server “in crash”, squadre bloccate e situazioni, in generale, paradossali. Purtroppo la colpa non è da addossare a solo FIFA 20. I problemi hanno delle radici che provengono dal passato.

fifa 21 recensione ps4

Il numero di player di FIFA negli ultimi anni è aumentato esponenzialmente. La dimensione competitiva del gioco ha funzionato da calamita, attirando a se molti nuovi talenti. Il problema è che l’infrastruttura client/server del gioco non ha saputo interpretare il trend, non prevedendo una distribuzione dei server adeguata. E si sa, il butterfly effect è sempre in agguato. Prima o poi il tributo da pagare arriva, ed è arrivato con tutti gli interessi.

Sulle note di quello che assomigliava a un requiem, si è capito che con FIFA 21 qualcosa bisognava fare e anche in fretta. La community, giustamente, non voleva solo delle risposte, ma anche delle garanzie. Garanzie che sono arrivate con l’installazione di nuovi server su base regionale e l’avvio di sessioni di test per studiare la reattività in gioco. Ci è voluto un po’ per farlo capire agli sviluppatori di EA Sports che qualcosa non andava. Tutto e bene quello che finisce bene, almeno per ora.

Cosa manca ancora?

FIFA 21 ripropone, in termini di modalità di gioco, gli stessi contenuti dello scorso anno. Dopo il successo della passata stagione, non poteva che esserci anche quest’anno VOLTA Football. La nuova frizzante versione del tanto amato FIFA Street, torna in questa nuova stagione, carico di buone intenzioni. L’idea è quella di confermarsi come vera e propria alternativa al classico gioco da calcio.

Nuovi stadi, nuove mosse e tante inedite personalizzazioni sono stati introdotti in questa spettacolare modalità. Ormai la “nicchia” si è creata. Era inevitabile. In molti compreranno FIFA 21 solo per giocare a VOLTA ma questo non è un male. Non si può, però, escludere che, in un futuro prossimo e non troppo lontano, EA Sports decida di emulare le sue gesta passate, regalando un titolo dedicato e non condiviso. La next-gen, in questo senso, potrebbe fungere da fonte di ispirazione.

fifa 21 recensione ps4

VOLTA Football guarda al competitivo, con la possibilità di giocare in co-op. Questa nuova funzionalità, introdotta anche in FUT, fa capire come in FIFA 21 la condivisione dell’esperienza sia molto importante. Ironia della sorte, la modalità Pro Club che fa di questo aspetto il suo punto di forza, quest’anno resta a secco di upgrade. Vi lasciamo immaginare come la community abbia reagito a questa scelta di EA Sports.

Il perché non lo sappiamo, anche se non ci lascia stupiti. Quando si fanno delle scelte si ragiona per causa di forza maggiore o per precise esigenze progettuali. Quest’anno la prima delle due è quella più gettonata visti i rinvii di numerosi giochi (FIFA 21 compreso). La modalita Carriera, invece, nonostante le migliorie apportate, non riesce ancora a spiccare il volo. Anche quest’anno si dovrà giocare standalone, senza alcuna possibilità di entrare in un contesto competitivo online.

È un vero peccato, anche perché uno pseudo-manageriale competitivo sarebbe un qualcosa di assolutamente unico per il mondo console. Dobbiamo arrivare a FIFA Manager 14 per vedere un qualcosa di simile. Probabilmente un investimento del genere potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, offuscando la notorietà della modalità FUT.

Quest’anno FIFA Ultimate Team porta con sé una novità molto importante, con la possibilità di affrontare l’intera stagione competitiva in co-op. Un gran bel passo avanti, ma che non fa dimenticare in alcun modo i problemi della passata stagione. Per quello che abbiamo visto i miglioramenti ci sono stati, anche se parlare adesso, a “server” vuoti, ha poco senso. Le partite giocate viaggiavano ad una latenza di circa 10/12 ms su una 20MB di ADSL. Numeri “magici” se pensiamo allo scorso anno.

https://youtu.be/aEQu_9W_cVE

Il commento

Che dire, ci siamo divertiti ma non siamo entusiasti. Il gameplay di FIFA 21 è stato rivisto, anche se non drasticamente. Per quello che abbiamo visto, i controlli sembrano molto più reattivi, sia in standalone che online. La lezione l’ha imparata EA Sports, anche se la sensazione che abbia investito tutto sulle console di nuova generazione c’è. Graficamente, infatti, non è nulla di eccezionale. Sicuramente il bello lo vedremo a novembre. 

A livello di modalità si apre uno spartiacque tra miglioramenti e volute dimenticanze. Nella prima categoria rientrano VOLTA Football, in primo piano, seguita da FUT e la Carriera. PRO Club è il grande escluso, facendo infuriare tutti quelli che “vivono” su questa modalità. La coperta, si sa, non riesce a coprire tutti. 

Rispetto allo scorso anno non vediamo un nuovo gioco. Sembra come se fosse un upgrade mirato. Questa non è in alcun modo un “voler essere una critica”, ma non stiamo nemmeno applaudendo. Che questo sia l’anno di passaggio tra le generazioni lo sappiamo. La scelta, però, di puntare tutto sulla next-gen e sulle nuove feature disponibili, relega l’attuale generazione al ruolo di “sfigato”. Un vero peccato, anche perchè vista la carenza di disponibilità di PS5 e Xbox Series X e il COVID che sembra ormai, e purtroppo, una costante della nostra vita, in pochi potranno apprezzare il vero FIFA 21. 

Ride 4 arriverà PlayStation 5 e Xbox Series X

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Milestone ha annunciato che RIDE 4, l’ultimo capitolo del suo amato franchise dedicato a tutti gli amanti delle due ruote, sarà disponibile su PlayStation 5 e Xbox Series X il 21 gennaio 2021. I giocatori che acquisteranno la versione del gioco per PlayStation®4, saranno in grado di scaricare la versione PS5 ™,  senza costi aggiuntivi fino al 30 aprile 2021, inclusi tutti i DLC già acquistati. Mentre i giocatori che acquisteranno la versione Xbox One del gioco, potranno scaricare automaticamente la versione Xbox Series X del gioco senza costi aggiuntivi grazie alla funzionalità Smart Delivery.

Le specifiche, di entrambe le console di nuova generazione, sono incredibilmente invitanti per un franchise di corse come RIDE, dove i giocatori si aspettano di provare l’emozione di guidare una moto da 200 HP in gare adrenaliniche e frenetiche in tutto il mondo. I giocatori potranno ora sperimentare un gameplay più fluido e brillante, a 60 FPS con una risoluzione fino a 4K. Ciò significa che potranno apprezzare le loro amate moto con la massima qualità di texture, con un livello di dettaglio mai visto prima sia per le moto che per gli ambienti. Inoltre, l’esperienza di guida sarà estremamente più precisa, soddisfacente e naturale. Grazie alla potenza extra delle console di nuova generazione, tutte le gare sia online che offline saranno ora ancora più avvincenti, con 20 piloti in competizione per la vittoria!

Su PS5 i fan di RIDE 4 sperimenteranno la potenza del feedback tattile avanzato di PS5 DualSense, che consente ai giocatori di sentire le vibrazioni dei loro veicoli proprio come quando li guidano per strada. Le leve dell’acceleratore e dei freni avranno una loro resistenza per trasmettere la stessa sensazione delle loro controparti nella vita reale. Grazie al nuovo SSD, i tempi di caricamento saranno notevolmente ridotti. Ciò significa tempi di attesa più brevi prima di qualsiasi gara, ma anche una migliore esperienza di gioco durante le competizioni. Questo perché offrirà uno streaming di texture molto più veloce, facendo immergere meglio i giocatori negli ambienti mentre accelerano a 300 km / h.

In RIDE 4, Milestone ha collaborato con due dei marchi più iconici del mondo delle due ruote, Yamaha Motor e Bridgestone. Yamaha Motor, il partner principale di Milestone per RIDE 4, sarà presente anche sulla Steelbook della RIDE 4 Special Edition, dedicata all’iconica Yamaha R1 2020, che offrirà anche l’accesso al Season Pass.

Paolo Pavesio, Marketing e Motorsport Director, Yamaha Motor Europe ha dichiarato: “con Milestone e RIDE 4 abbiamo fatto grandi passi in avanti non solo verso i nostri fan e clienti, ma anche verso gli amanti delle moto in generale. Per noi come azienda è importante coltivare la passione e aprire la nostra famiglia a tutti coloro i quali condividono il nostro stesso amore, utilizzando l’esperienza on-line come porta d’ingresso alla “vera” moto o per ampliare l’esperienza off-line anche a casa. Alla fine, è semplicemente un’espressione diversa della stessa emozione, quindi non è un caso che Yamaha sia tra i pionieri del mondo eSports.
In questo importante anno in cui celebriamo il nostro 65 ° anniversario, abbiamo scelto Milestone – un partner che condivide i nostri valori e la nostra visione di innovazione e adrenalina – per “portare il gioco al livello successivo” e dimostrare che da un lato siamo orgogliosi della nostra eredità, ma dall’altra non vediamo l’ora che arrivino i prossimi 65 anni… almeno! Ad essere sincero, non vedo l’ora di avere presto una copia di RIDE 4 nella mia console… ”.

“In qualità di leader globale nelle soluzioni di mobilità, Bridgestone ha sempre abbracciato lo spirito dei veri motociclisti, supportandoli con i suoi prodotti e la sua tecnologia, sia che stiano viaggiando con la loro moto, godendosi uno splendido panorama, o correndo a 300 km / h su una pista. “, Ha dichiarato Nico Thuy, Head of Motorcycle Business presso Bridgestone EMIA. “Questa partnership con Milestone e RIDE 4, ci dà l’opportunità di avvicinarci ancora di più a questa community appassionata, permettendo loro di sperimentare il nostro vasto portfolio di pneumatici anche quando gareggiano online o semplicemente si rilassano con un giro nel mondo virtuale”.

Sono aperti anche i pre-order digitali di RIDE 4: chiunque prenoti la Standard Edition su PS4 e Xbox One, riceverà un Bonus Pack con 2 moto iconiche, 5 nuovi eventi e 1 achievement / trofeo aggiuntivo, mentre il Bonus Pack per la prenotazione della Special Edition conterrà 4 moto iconiche, 10 nuovi eventi, 2 obiettivi / trofei aggiuntivi e 3 giorni di accesso anticipato prima del lancio. Su Steam, il bonus pre-order garantirà uno sconto del 10% sul prezzo del gioco, 2 moto iconiche, 5 nuovi eventi e 1 achievement aggiuntivo.

RIDE 4 sarà pubblicato l’ 8 Ottobre, 2020 per PlayStation®4, Xbox One e Windows PC/STEAM e il 21 Gennaio, 2021 per PlayStation®5 e Xbox Series X.

Medal of Honor: Above and Beyond, la realtà virtuale al centro dell’esperienza

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Electronic Arts e Respawn Entertainment hanno pubblicato il loro terzo approfondimento sulla creazione dei videogiochi, descrivendo nel dettaglio come il team si è avvicinato allo sviluppo di Medal of Honor: Above and Beyond, la cui realtà virtuale sarà al centro dell’esperienza di gioco.

L’articolo evidenzia il pensiero creativo del game director Peter Hirschmann, dalla sua esperienza che ha gettato le basi per i controller degli sparatutto all’inizio della serie, fino ad arrivare al più recente lavoro sul controllo del movimento 1-to-1, evidenziando come cambia l’esperienza gameplay. Hirschmann ha anche discusso del profondo livello di immersione che la realtà virtuale fornisce, con suoni autentici, luoghi accuratamente realizzati, al cui centro c’è una natura emozionale.

L’articolo include anche il commento di Mike Verdu, VP of Content per Facebook Reality Labs, che definisce Medal of Honor come il franchise ideale da sfruttare con Oculus, affermando che “tutto ciò che i fan amano del franchise MOH è perfettamente adatto a un’esperienza VR amplificata. Che ci si trovi su un treno, in un sottomarino, su un carro armato o si stia suonando un pianoforte, tutte queste esperienze tattili non avrebbero lo stesso effetto con un gamepad…siamo in grado di far provare al giocatore questo mondo in un modo nuovo e più viscerale.”

Medal of Honor: Above and Beyond, l’esperienza in VR

Medal of Honor: Above and Beyond è un’esperienza immersiva in VR ricca di azione e, ambientata durante la seconda guerra mondiale, in cui vestirai i panni di un agente dei Servizi Strategici (OSS) degli Alleati in un’Europa consumata dal conflitto. Un’avvincente campagna per giocatore singolo ti immergerà in eventi storici su terra, aria e mare, per sabotare le basi naziste, sovvertire i piani del nemico, aiutare la Resistenza francese e altro ancora. In questa serie di blog daremo uno sguardo ravvicinato al processo di sviluppo di questo titolo: dagli sforzi del team audio per riuscire a riprodurre il suono autentico di un carrarmato Sherman, alle interviste approfondite con i veterani della Seconda guerra mondiale presenti nel gioco. In questo primo articolo, abbiamo parlato con il game director Peter Hirschmann dello sviluppo della campagna narrativa di Above and Beyond e abbiamo ricevuto informazioni vitali per le prossime missioni.

Peter Hirschmann racconta storie nell’universo di Medal of Honor da più di 20 anni. Nel 1999 ha scritto e diretto il primo Medal of Honor. Anche se la tecnologia ha fatto passi da gigante, l’obiettivo non è cambiato: “dobbiamo essere realistici per regalare emozioni autentiche e per rendere giustizia all’esperienza delle persone che hanno combattuto la guerra e sono sopravvissute”, ci racconta Peter. Questa rigida etica lavorativa comporta una notevole attenzione ai dettagli, dagli emblemi delle singole unità ai suoni delle armi, ma altrettanto importante è “restare fedeli alla veridicità delle emozioni trasmesse”. Il team ha passato quattro anni e centinaia di ore, a intervistare veterani della Seconda guerra mondiale riguardo la loro esperienza. “Abbiamo parlato con molti sopravvissuti, da membri della Resistenza francese a persone presenti a Omaha Beach durante il D-day…” Queste interviste (unite a un minuzioso lavoro di ricerca) hanno portato Peter e il team a “creare una storia che attinge da quelle verità, ispirata a ciò che queste persone hanno dovuto affrontare”. La campagna narrativa non si basa direttamente sulle loro esperienze, ma il loro aiuto è stato fondamentale nel trasmettere i dettagli emozionali nel modo giusto.

Above and Beyond è una storia che attinge all’esperienza umana, a come le persone normali, diventate soldati, hanno reagito a uno degli eventi più importanti della storia umana. In Medal of Honor: Above and Beyondassumerai il ruolo di un ingegnere militare che viene reclutato nell’OSS (Office of Strategic Services). Questa organizzazione, antenata dell’odierna CIA, fu fondata per condurre operazioni di spionaggio e sabotaggio dietro le linee nemiche durante la Seconda guerra mondiale. Si tratta del contesto perfetto per il tipo di storia che Peter voleva raccontare. “L’OSS si occupò di missioni cruciali durante la guerra e fu fondamentale nel rovesciarne le sorti. Possiamo quindi mettere i giocatori in situazioni dove la posta in gioco è estremamente alta”, sostiene Peter. Le missioni porteranno i giocatori dalla Tunisia all’Europa, facendo vivere loro alcuni dei momenti salienti della guerra. Sebbene molti dettagli siano ancora top secret, tra le altre missioni ti troverai ad assaltare Omaha Beach, a infiltrarti in una fabbrica di razzi V-2 nazista sull’isola di Peenemünde e a travestirti per sgattaiolare a bordo di un U-Boat tedesco.

Al tuo fianco per la maggior parte delle missioni ci saranno due nuovi personaggi: un sergente veterano e pensieroso che ha visto con i suoi occhi il prezzo della guerra e un giovane medico inglese ansioso di combattere contro i nazisti. I fan della serie riconosceranno sicuramente alcuni volti noti. Manon Batiste, una grintosa combattente della Resistenza francese, presenza quasi fissa nella serie, è tornata e questa volta ha un ruolo importante nella storia, assieme al Dott. Gronek, uno scienziato esperto di razzi che forse ricorderai come personaggio nel titolo originale del 1999, Medal of Honor.

LA STORIA TI CIRCONDA

In Medal of Honor: Above and Beyond, la telecamera sono i tuoi occhi. Tutto è visto dalla prospettiva del personaggio. “Un’esperienza narrativa in VR ha davvero una marcia in più, perché i personaggi si rivolgono direttamente a te”, ricorda Peter. Per una serie che da sempre punta a mettere i giocatori nell’uniforme di un soldato della Seconda guerra mondiale, la piattaforma Oculus Rift è rivoluzionaria. “Una volta che indossi il visore e ti trovi proprio lì, è davvero incredibile. Le interpretazioni dei personaggi prendono vita in un modo non replicabile al di fuori di una piattaforma VR”. Queste storie hanno un potere di coesione emozionale fuori dal comune e Peter ritiene che la VR possa renderle ancora più d’impatto. Del resto, gli piace affermare che “indossare un Oculus Rift è quanto di più vicino abbiamo a una macchina del tempo”.

Siamo entusiasti di poter condividere questi dettagli e non vediamo l’ora di mettere la storia nelle tue mani. Siamo sicuri di aver creato un’esperienza divertente da giocare, ma speriamo che i giocatori vi traggano anche qualcosa in più. “Se pensate per un attimo a cosa deve essere stato, a mettervi davvero nei panni di queste persone, avrete una prospettiva migliore su ciò che hanno passato e potrete confrontarla meglio con il mondo di oggi”, ci ha detto Peter. Speriamo che il gioco spinga i giocatori a interessarsi alla Seconda guerra mondiale anche dopo aver finito la campagna. Nel frattempo, continueremo con i nostri sguardi approfonditi allo sviluppo del gioco. Nel prossimo articolo, scopriremo il processo di riprodurre suoni fedeli a quelli presenti nella Seconda guerra mondiale in un ambiente a 360°. Alla prossima!

Crash Bandicoot 4: It’s about Time, recensione PS4

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A un passo dalla next-gen, una vecchia conoscenza fa il suo ritorno con Crash Bandicoot 4: It’s about Time. Ovviamente, per celebrare questo momento, non poteva che mancare una nostra recensione per console PS4. Sono passati più dieci anni dalla sua ultima apparizione. Quella che sembrava dovesse chiudersi con una trilogia, apre invece ad un nuovo e interessante filone della saga. Naughty Dog cede il passo a Toys for Bob, sotto il vigile occhio di Activision. Quando si parla di Crash Bandicoot, si parla di un’icona del mondo dei videogame, per cui il “vietato sbagliare” è pressoché scontato.

L’annuncio è arrivato quasi inaspettato all’inizio di quest’estate. Mai sorpresa fu così tanto gradita. Donare nuova luce ad una saga che, di fatto, ha scritto un pezzo di storia della Playstation, sa come di “presagio”. Magari potrebbe essere una prova generale per un reboot della saga, magari su next-gen. Un messaggio importante, comunque, è stato lanciato e si chiama multipiattaforma. Quello che da sempre è stato un esclusiva Sony, bussa alla porta di casa Redmond, sempre aperta quando si parla di videogiochi con la “V” maiuscola.

Crash Bandicoot 4 Its About Time recensione ps4

Cosa aspettarsi da questo quarto capitolo sui famosi marsupiali? Crash Bandicoot 4: It’s about Time eredita tutto quello che di buono è stato fatto in oltre vent’anni di attività. Non è facile gestire un gameplay solido come questo, basato su una magica alchimia tra platform e action. Ma i ritmi di gioco sono cambiati. La nuova generazione dei gamer è molto esigente e non è disposta a dedicare troppo tempo a un videogioco poco catchy.

Le tradizioni sono comunque state rispettate, aprendo verso scenari prospettici molto interessanti. Il fatto di poter giocare, sin dal primo istante, scegliendo tra modalità moderna e retro fa capire subito il taglio che Toys for Bob ha scelto per questo quarto capitolo della saga. Noi ci siamo divertiti, anche lasciandoci andare a qualche piacevole ricordo nostalgico. Se volete scoprire com’è andata non vi resta che proseguire con la nostra recensione di Crash Bandicoot 4: It’s about Time, titolo, vi ricordiamo, giocato nella sua versione per console PS4.

Tu lo conosci Crash?

Ogni brand che si rispetti ha il suo personaggio simbolo. Sega ha Sonic, Nintendo ha Mario e Xbox ha il suo intramontabile Master Chief. Sony e la sua Playstation invece? Qual’è il suo personaggio più rappresentativo? In passato questa domanda poteva avere anche una risposta rapida. Con il tempo la console nipponica ha ospitato diversi personaggi carismatici, che hanno fatto dimenticare quanto di buono il vivace bandicoot avesse fatto nei primissimi anni di vita della Playstation. Mancanza di rispetto? No, fa parte delle regole del gioco.

Se pensate che Crash Bandicoot 3: Warped usciva su PS1 il 5 dicembre del 1998, potete tranquillamente trarre le vostre conseguenze da soli. All’epoca, probabilmente, la nuova generazione dei gamer nemmeno era nata, perdendosi, di fatto, tutta la storia pregressa della saga. Crash Bandicoot 4: It’s about Time è l’occasione perfetta per ricucire lo strappo con il passato. Nemmeno a farci apposta, questo concetto è alla base della storia di questo nuovo capitolo della saga. Tornano Crash e Coco nel ruolo di buoni. Dall’altra parte ci saranno Cortex e N.Tropy pronti a tornare sul campo in cerca di vendetta. La loro malvagia genialità, anche grazie all’ausilio della maschera Uka-Uka, gli permette di aprire un varco spazio-tempo e fuggire dalla prigione in cui erano detenuti.

Crash Bandicoot 4 Its About Time recensione ps4

La frattura creata dalla porta dimensionale sovverte, però, gli equilibri dell’intero universo. In ausilio del buon Crash, oltre alle nuove abilità ed evoluzioni apprese, 4 nuove maschere doneranno inediti poteri ai nostri eroi. Tra grindate, salti con la fune, inseguimenti al cardiopalma e intense boss-fight, di sicuro, non vi annoierete. Certo, non sarà quel gioco carico di colpi di scena, sequenze mozzafiato e momenti epici. Ma non vuole di certo esserlo, anzi, non deve in alcun modo.

Crash Bandicoot è sinonimo di divertimento, quello sano e genuino che proviene da un epoca remota. Quando, per intrattenere, bastava correre e saltare a “più non posso”. È quella finestra sul passato in grado di dirti “chi eri” e farti capire “dove sei arrivato”. Tutto questo sempre rispettando le tradizioni dei padri fondatori, quelli che hanno dato alla luce la saga di The Last of Us, tanto per capirci.

Rispetto per le tradizioni

Può sembrare un concetto banale ma, quando si parla di videogiochi, il rispetto per “ciò che è stato” è fondamentale per evitare di commettere errori fatali. Toys for Bob, anche grazie al supporto di Beenox e Activision, ha provato a rischiare “qualcosina” a livello di gameplay. Pur mantenendo la spensieratezza e il divertimento come costante, ha rivolto i riflettori anche sul comparto grafico, forte della potenza dell’Unreal Engine.

Anche il level design segue questa nuova rotta. Ci sono momenti in cui sembra di ritornare indietro di vent’anni e anche oltre. Quando la telecamera passa dal “dietro alla spalle” al “finto 2D” in stile platform old-style, si assiste a un momento di pura poesia. Sono in questi dettagli, all’apparenza banali, in cui si vede il rispetto per “quello che è stato”. Purtroppo, per noi, solo questo oggi non basta. Bisogna dare quel “qualcosa in più” e non accontentare solo una parte del pubblico.

Crash Bandicoot 4 Its About Time recensione ps4

Per coinvolgere attivamente le nuove leve, Crash Bandicoot 4: It’s about Time preme sull’acceleratore dell’action. Il folle marsupiale, oltre a roteare e saltare all’impazzata, può correre sui muri, oscillare con le corde, guidare veicoli, grindare su tubi. L’obiettivo è sempre il solito: finire il livello raccogliendo quanti più Wumpa possibili. In palio, però, non ci sono solo le famose gemme. Nuove skin e concept art sono li che vi aspettano.

Crash e Coco possono contare sull’aiuto delle nuove e potenti maschere. In Crash Bandicoot 4: It’s about Time ce ne sono di 4 tipologie, ciascuna con un potere diverso. C’è quella che inverte la gravità, in grado di capovolgere pavimento e soffitto. C’è anche quella in grado di fermare il tempo, utile se la situazione diventa troppo frenetica. Non mancheranno, anche in questo quarto capitolo, le temibili boss fight e i terrificanti inseguimenti.

Questioni di punti di vista

Siamo stati abituati a giocare “quasi” sempre nel ruolo dei buoni. Durante i primi 3 capitoli della serie vestivamo solo ed esclusivamente i panni di Crash e della sua geniale sorellina Coco. La missione era sempre la stessa, sventare i piani di Cortex e dei suoi scagnozzi. Toys for Bob decide di rompere questo schema, introducendo le Timelines.

Queste raccontano la storia di Crash Bandicoot 4: It’s about Time da una prospettiva inedita, quella dei cattivi. Nei panni di Cortex, N.Tropy, Tawna e Dingo ci divertiremo a “platformare” utilizzando le loro abilità speciali. Questo servirà per sbloccare parti della storia e raccontare momenti del tutto inediti. Forse potremmo capire il “perché” del loro essere cattivi.

Crash Bandicoot 4 Its About Time recensione ps4

Oltre alle Timelines, ci sono anche Flashback Tapes, che rappresentano una vera e propria chicca. Se siete dei perfezionisti e volete completare ogni singolo livello, rompendo tutte le casse presenti, ci sarà una bella ricompensa che viene dal lontano passato. Il vostro collezionismo maniacale vi farà guadagnare un nastro in grado di riavvolgere il tempo e riportavi al bootcamp di allenamento dei bandicoot. Li, dove tutto è cominciato, quando Cortex si divertiva con diabolici esperimenti.

Ah, ci stavamo quasi dimenticando della modalità N.Verted. Questa rappresenta il giusto compromesso tra genialità artistica e un gameplay ai limiti della follia. Il nome parla piuttosto chiaro. Tutto, infatti, si presenta alla rovescia. Ad un certo punto della storia sbloccherete questa nuova modalità in grado di ridisegnare il livello e colorarlo con uno stile e un design unico. Cosa ci guadagnate? 6 gemme e nuove skin pronte a donarvi un look invidiabile.

Crash Bandicoot 4 Its About Time recensione ps4

Ma la vera chicca è la modalità multigiocatore. Se siete dei nostalgici, il Pass’n Play vi farà ritornare indietro di qualche decennio. Quando ancora il co-op significava un joypad e un divano (e se volete anche una bella birretta). Insieme al vostro amico dovrete superare il livello passandovi letteralmente il controller. Se, invece, amate l’accezione moderna della parola “competizione”, la Battaglia dei Bandicoot è il posto giusto per voi. Un party massimo di 4 persone dovrà sfihttps://youtu.be/vLnXNSiuiSwdarsi e dimostrare chi è il più veloce o il più distruttivo. L’unico problema è che non è previsto il matchmaking. Potete, infatti, giocare solo con i vostri amici.

Quando il gameplay non è tutto

Il mondo del gaming è cambiato moltissimo in questi anni. Sono cambiati i ritmi di gioco, i flussi narrativi, la profondità dei personaggi e l’attenzione per i dettagli. Anche un genere all’apparenza semplice, come lo può essere un platform, non è rimasto indenne a questo cambiamento. Abbiamo assistito, però, a un rapido declino di queste tipologie di gioco. Forse la troppa semplicità non era più abbastanza. Toys for Bob ha saputo raccogliere la sfida, riportando ai vecchi fasti, non solo un’istituzione come quella di Crash Bandicoot, ma tutto il genere dei platform. E lo fa, guarda caso, a un passo dalla next-gen.

Il primo intervento di restyle è stato operato, in maniera massiva, sul level design. In Crash Bandicoot 4: It’s about Time le trappole e i tranelli infernali sono immersi in un ecostistema a metà tra la follia e il genio creativo. Le texture e i dettagli sono ad alta risoluzione, oltre che densi di dettagli. L’illuminazione globale è gestita magistralmente, forte di un Unreal Engine che lavora a pieni giri. Vi sembra troppo per un platform? Beh, qualcuno, evidentemente, non la pensa come voi. La scelta è, però, voluta. La voglia di cambiare marcia rispetto al passato c’è ed è anche forte.

Crash Bandicoot 4 Its About Time recensione ps4

Ormai non esiste più la separazione tra gameplay e ambientazione. Il concetto di videogioco come “teatrino di marionette” è andato via via scomparendo. I vari elementi si sono via via sempre più compenetrati, al pari di un dipinto su tela. Sebbene questo amalgama lo si percepisce meglio in un open world, Toys for Bob ci da una bella lezione, dimostrando come anche i platform hanno una spiccata vena artistica.

I vari mondi e le epoche in cui approderemo hanno uno stile unico e distintivo. Ma l’ambientazione non funge solo da cartolina. I personaggi interagiscono con lei e sono richiamati dai suoi stimoli. Questo, però, non si ferma solo al gioco stesso. Anche noi siamo rapiti da quello che succede intorno al nostro alter ego virtuale. La telecamera aiuta molto in questo esperimento immersivo. Non è sempre piantata dietro le spalle del bandicoot. Si muove attorno a lui, creando una sorta di dinamismo in grado di ravvivare il livello, facendoci vivere momenti sempre diversi. E pensare che qualcuno lo chiamava solo “platform”.

Black Ops Cold War Zombie sarà la nuova modalità

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Annunciata ieri sera la modalità Zombie nel nuovo capitolo Call of Duty: Black Ops Cold War. Dopotutto, fa parte del DNA di Black Ops. Oltre a un’incredibile campagna e a combattimenti multigiocatore di prossima generazione, Black Ops Cold War includerà un’altra modalità classica del DNA di Black Ops Cold War Zombie. In questa modalità cooperativa per quattro giocatori, neofiti e veterani affronteranno un viaggio tanto terrificante quanto indimenticabile che amplia ulteriormente la storia di questa celebre parte della serie Call of Duty. I fan di lunga data troveranno probabilmente qualcosa di familiare in questo nuovo capitolo, ma starà a loro scoprire cosa nel corso del loro viaggio…

Quel che è stato è stato, ma… in Black Ops Cold War la modalità Zombi ricomincia da zero, con una nuova storia e un, mettiamola così… nuovo cast di personaggi. La modalità include nuovi modi per accumulare progressi, le specialità più celebri e amate e un arsenale di armi della Guerra Fredda per aiutare i superstiti a dominare le legioni di non morti.

La storia di Black Ops Cold War Zombie – Die Maschine

Con più di un richiamo a “Nacht der Untoten”, la mappa da cui tutto ha avuto inizio, “Die Maschine” è ambientata nei primi anni ’80, ma getta le proprie radici in un passato ancora più remoto.

Vesti i panni di un operatore del team Requiem, una squadra d’intervento internazionale finanziata dalla CIA e guidata da Grigori Weaver, uno dei protagonisti della storia originale di Black Ops , ed esplora un bunker della Seconda Guerra Mondiale che non è stato devastato solo dal passare degli anni…

Mentre combattono incomprensibili fenomeni sovrannaturali in questo bunker fatiscente e coperto di graffiti, i membri di Requiem dovranno indagare i segreti nascosti al di sotto della struttura dimenticata da decenni. Se la missione avrà successo, Requiem si troverà a scoprire un deposito di vecchissimi segreti in grado di sovvertire l’ordine globale.

Nel corso della missione gli operatori dovranno però vedersela con il gruppo Omega, una divisione rivale a guida sovietica. Anche questa controparte di Requiem ha un vivo interesse per lo studio e soprattutto lo sfruttamento delle inspiegabili anomalie che si stanno manifestando in tutto il mondo.

Con Requiem e il gruppo Omega in azione, troverai tantissimi personaggi disposti ad aiutarti od ostacolarti nel corso della tua missione, e altri ancora spinti da motivazioni più misteriose che starà a te e ai tuoi compagni scoprire. Un contatto in particolare, Sam, sembra particolarmente ansioso di condividere le informazioni che ha scoperto infiltrandosi nel KGB.

Grazie a queste e tantissime altre fonti di informazioni sparse per il gioco, l’incredibile storia di Zombi verrà gradualmente alla luce in modi assolutamente imprevedibili…

Un’esperienza entusiasmante e interconnessa tra diverse modalità e piattaforme

Che tu sia un veterano di Zombi appassionato di multigiocatore oppure un neofita di Call of Duty che non ha mai affrontato questa modalità, quest’anno potrai cominciare a divertirti da subito con i tuoi amici e una community più vasta che mai, a prescindere dalla generazione di piattaforme su cui giochi.

Di seguito trovi solo alcuni degli aggiornamenti alla modalità Zombi introdotti in Black Ops Cold War:

  • Cross-Play e cross-gen – Proprio come nel multigiocatore, in Zombi le squadre possono essere composte da giocatori su più piattaforme e generazioni. Per la prima volta in assoluto, la modalità cooperativa della nostra serie è disponibile per il Cross-Play.
  • Progressione Battle Pass ed equipaggiamenti  Il tempo passato a giocare a Zombi permetterà ai giocatori di progredire nel Battle Pass, proprio come accade nel multigiocatore e in Call of Duty: Warzone. I membri della squadra Requiem potranno inoltre cominciare i match con la propria arma dell’armaiolo preferita.
  • Rarità delle armi – In aggiunta al ritorno delle macchine Pack-a-Punch per trasformare le armi, tutte le armi saranno divise per livelli di rarità. Le armi più rare infliggeranno danni maggiori e potranno utilizzare accessori più potenti. Questo farà sì, per la prima volta in assoluto, che ogni arma sia utilizzabile anche nei round avanzati. Acquistare armi dalle pareti o trovarle nelle casse misteriose sarà un’esperienza ancora più variegata e divertente.
  • Potenziamenti da campo – Oltre alle armi, i giocatori potranno approfittare dei nuovi potenziamenti da campo, una serie di oggetti attivi che renderanno le tattiche di squadra ancora più complesse e interessanti. Caricali eliminando zombi e tienili da parte per scatenarli nei momenti più disperati. I diversi potenziamenti, che spaziano da bonus offensivi ad abilità che facilitano la fuga o la rianimazione dei compagni caduti, sono pensati per adattarsi a qualsiasi situazione e stile di gioco.
  • Equipaggiamento – Esplorando la mappa potrai inoltre trovare o creare equipaggiamento letale, tattico e di supporto. Gli oggetti di equipaggiamento letali e tattici sono simili a quelli già disponibili nel multigiocatore, come le granate a frammentazione, mentre l’equipaggiamento di supporto comprende numerose armi ad alto potenziale. Nello slot dedicato potrai schierare oggetti quali lanciagranate, torrette robot, archi esplosivi e perfino elicotteri d’assalto, ognuno in grado di salvare la tua squadra in una situazione disperata.
  • Specialità – Fanno il proprio ritorno le specialità classiche della modalità Zombi, ognuna reinventata secondo l’estetica della Guerra Fredda, tra cui alcuni classici immortali come il Juggernog e la Speed Cola. Non c’è più un limite alla quantità di specialità diverse utilizzabili, quindi usa pure tutte quelle che vuoi se hai abbastanza punti.
  • Estrazione Invece di perire per mano dell’orda, Black Ops Cold War Zombi fornisce una nuova opzione per fuggire illeso quando ti senti sopraffatto… se oserai usarla. Se tutta la squadra è in difficoltà, potrai infatti scegliere l’estrazione tramite elicottero. Anche se i punti di rientro degli zombi saranno decisamente più numerosi che in passato, se la tua squadra riuscirà a compiere quest’ultimo sforzo, ti attenderanno grandi ricompense.

Prenota subito in digitale

Zombi è solo una parte dell’esperienza Black Ops Cold War, che uscirà ufficialmente il 13 novembre. Tuffati nella nuova generazione del combattimento in anticipo grazie alla beta aperta multigiocatore, disponibile su tutte le piattaforme dal 17 al 19 ottobre; alcune piattaforme e giocatori che hanno effettuato la prenotazione potranno accedere ancora prima.

WEEKEND 1: ESCLUSIVA PLAYSTATION

  • 8-9 OTT. – ACCESSO ANTICIPATO SU PS4
  • 10-12 OTT. – BETA APERTA SU PS4

WEEKEND 2: BETA CROSS-PLAY

  • 15-16 OTT. – ACCESSO ANTICIPATO SU XBOX E PC, ACCESSO LIBERO SU PS4
  • 17-19 OTT. – ACCESSO LIBERO SU TUTTE LE PIATTAFORME

Visita CallofDuty.com per prenotare subito in digitale e ottenere subito ricompense come il pacchetto operatore Woods, utilizzabile subito in Modern Warfare® e Warzone, e assicurarti l’accesso anticipato alla beta aperta**, prima su PS4.

Il gioco è disponibile in diverse varianti, incluse Standard Edition, Bundle Cross-Gen e Ultimate Edition.