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Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds, la recensione

Il colpo di scena finale di Horizon Zero Dawn aveva suscitato non poche perplessità e un pizzico di preoccupazione: il quasi immediato annuncio di un futuro DLC lasciava supporre una qualche forma di “cut content preventivo”, pensato per ridurre al minimo i rischi di perdita di una nuova, ambiziosa IP. Fortunatamente, The Frozen Wilds si è rivelato tutt’altro.

Il primo e unico contenuto aggiuntivo di Horizon Zero Dawn riesce infatti a integrarsi perfettamente sia nel gameplay che nella narrativa del titolo principale, alzando l’asticella del livello qualitativo-produttivo senza risultare un corpo estraneo.

Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds

The Frozen Wilds offre un approfondimento su cultura e tradizioni delle tribù Banuk e un’intera area giocabile aggiuntiva, collegata della preesistente mappa del mondo. Il livello di sfida è mediamente alto anche a difficoltà standard ed è consigliabile approcciarvisi dopo aver raggiunto almeno il livello 40, tuttavia nulla proibisce ai giocatori la possibilità di vivere questo DLC come una sfida e lanciarsi nella mischia anche prima delle battute finali della campagna principale.

La narrazione di The Frozen Wilds è legata a doppio filo a quella di Horizon Zero Dawn e lascia molti spunti per interessanti speculazioni circa le domande ancora irrisolte, senza però fornire particolari rivelazioni, in assenza delle quali il titolo principale potesse risultare monco o manchevole. Si è ancora ben lontani da una profondità e coerenza “da saga”, ma le basi poste da Guerrilla Games sono davvero intriganti e invogliano alla scoperta.

The Frozen Wilds migliora notevolmente una dei limiti del gioco base, ovvero la legnosità delle animazioni di dialogo. Le interazioni dra Aloy e i vari comprimari sono adesso molto più dinamiche e caratterizzano meravigliosamente anche personaggi del tutto secondari. Non sono comunque presenti chissà quali approfondimenti psicologici e la maggior parte di essi rimarranno semplici comparse ben realizzate, ma nella loro semplicità non vi è un singolo NPC che risulti sgradevole o incoerente con l’ambiente e la situazione in cui lo si incontra.

Horizon Zero Dawn: The Frozen WildsThe Frozen Wilds

The Frozen Wilds offre un level cap aumentato e due nuove Skin Chain da cui attivare abilità, alcune molto utili, come la possibilità di raccogliere risorse anche mentre si cavalca una macchina, altre praticamente superflue, come il recupero di un quantitativo irrisorio di denaro nel caso in cui si scegliesse di “riciclare” una risorsa.

Sono recuperabili, previo acquisto in game o conclusione di quest secondarie, anche nuovi abiti (esteticamente molto belli), versioni più potenti degli equipaggiamenti già presenti, tre nuove armi e un potenziamento della lancia, che consente al giocatore di personalizzarne l’efficacia tramite slot, proprio come il restante armamentario della protagonista.

Sono anche stati aggiunti alcuni collezionabili, da recuperare sia all’interno della nuova area di gioco che della mappa esplorabile in precedenza.

The Frozen Wilds

E, a proposito di ambientazioni, The Frozen Wilds riesce a stupire anche in questo campo, con scenari mozzafiato e insospettabilmente diversificati, nonostante il bioma prettamente innevato e roccioso.

Fanno la loro apparizione anche nuove macchine da combattere e controllare per quanto, con il livello qualitativo assai elevato di questo contenuto aggiuntivo, ci si sarebbe potuti aspettare maggiore varietà. La realizzazione, sia in design che in animazioni e combattimento, conferma comunque il detto “meglio pochi ma buoni”.

The Frozen Wilds non è un tassello mancante di Horizon Zero Dawn, bensì una magnifica cornice: dimostra la competenza e la dedizione di Guerrilla Games nei confronti della loro nuova IP, come anche la capacità di comprendere i propri errori e imparare da essi, migliorando un passo per volta.

The Frozen Wilds

Con un più che positivo rapporto quantità, qualità e prezzo, si tratta senza dubbio di un acquisto consigliatissimo per chi ha apprezzato il gioco base, mentre gli altri giocatori interessati all’avventura di Aloy a questo punto dovrebbero prendere in considerazione la Complete Edition del titolo, poichè l’aggiunta di The Frozen Wilds non fa che migliorare l’esperienza sotto ogni aspetto.

DOOM su Nintendo Switch da oggi disponibile

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Bethesda Softworks, una società di ZeniMax Media, ha annunciato che DOOM, l’acclamatissimo sparatutto in prima persona che ha definito un genere, è da oggi disponibile per Nintendo Switch. Considerato uno dei giochi più influenti mai realizzati, DOOM si ripropone come un moderno sparatutto, impegnativo, brutalmente divertente e giocabile ovunque grazie a Nintendo Switch.

“Siamo felici di accogliere nuovamente i fan di Nintendo nel mondo di DOOM,” ha dichiarato Marty Stratton, produttore esecutivo di id Software. “Il gioco ruota intorno ad armi potenti, demoni pazzeschi e una dinamica di gioco veloce e senza sosta: tutte cose che senza dubbio i giocatori su Switch apprezzeranno.”
 
Sviluppato da id Software in collaborazione con Panic Button, DOOM per Nintendo Switch comprende il premiatissimo sparatutto in prima persona del 2016 più tutti i DLC multigiocatore del gioco e la modalità Arcade. Per saperne di più, visitate il sito www.DOOM.com.
 

Wolfenstein II: The New Colossus, la recensione PS4

Per un’imprecisa, ma comprensibile associazione di pensiero, i primi brand videoludici a cui si pensa davanti al nome “Bethesda” sono The Elder Scrolls e Fallout; non vanno però dimenticati i giochi di terze parti, per i quali la software house è stata publisher nel corso degli anni, come la trilogia di Dishonored, Doom (2016) e, ovviamente, i Wolfenstein e il neoarrivato Wolfenstein II: The New Colossus.

Wolfenstein II: The New Colossus

Wolfenstein II: The New Colossus è un titolo multipiattaforma, nonché diretto sequel di Wolfenstein: The New Order. Gli eventi di gioco riprendono cinque mesi dopo la conclusione della precedente avventura, ma anche chi non ha avuto modo gi giocare quest’ultima potrà visionare un più che soddisfacente recap di quanto accaduto fino a quel momento. È quindi possibile godersi la storia di Wolfenstein II: The New Colossus anche senza non conoscere gli antefatti di una saga più che trentennale.

La narrazione è, inaspettatamente, uno dei punti di forza del nuovo titolo di Machine Games: il buon, vecchio William “B.J.” Blazkowicz riesce persino a mostrare un’umanità convincente, coinvolgendo emotivamente lo spettatore nonostante continui a parlare per frasi fatte, mentre tutti i comprimari, antagonisti compresi, godono di una semplicità nuda e cruda, che li porta ad essere figure sicuramente caricate, ma comunque “vere”.

Interessante anche la dichiarazione del narrative designer della software house: Tommy Tordsson Bjork ha infatti affermato che il nuovo Wolfenstein non ha avuto una modalità multiplayer per non “diluire” l’esperienza singleplayer, in quanto il processo produttivo avrebbe deviato tempo e risorse verso un elemento del titolo ritenuto secondario; parole di un certo peso, soprattutto in un periodo storico in cui i titoli a singolo giocatore sembrano visti da – troppi – giocatori e case di sviluppo come una tipologia di videogiochi destinata a scomparire nel tempo.

Wolfenstein II: The New ColossusWolfenstein II: The New Colossus

Il doppiaggio italiano fa purtroppo perdere buona parte delle finezze linguistiche della versione originale, dato che i pensieri di Blazkowicz verranno presentati per tutto il gioco con un tono da comunicato radio, mentre i cattivoni nazisti snoccioleranno un italiano perfetto nella grammatica, a volte persino forbito e dall’inflessione pressocché assente, a differenza della versione inglese del parlato.

Il lavoro svolto rimane comunque sopra la media e il gioco risulta fruibile e piacevole anche in lingua nostrana. Fantastica anche la colonna sonora, sempre azzeccata e coinvolgente, in grado di coniugare fra loro situazioni drammatiche, anche toccati, con momenti di combattimento frenetico a cervello spento.

Wolfenstein II: The New Colossus, come Doom (2016), sfrutta l’id Tech 6 e offre una grafica migliore del predecessore The New Order, che si appoggiava alla versione antecedente dell’engine. Gli ambienti sono estremamente curati – merito anche dell’ottimo lavoro di design – e le animazioni fisiche e facciali dei personaggi convincenti; il framerate della versione console è di 60 fps, stabili anche nelle condizioni più affollate e in presenza di effetti particellari e volumetrici.

Wolfenstein II: The New Colossus

Nulla di rivoluzionario nel versante del gameplay: il nuovo Wolfenstein di fatto prende ciò che più funzionava in The New Order – ovvero quasi tutto – e lo raffina, offrendo ancor più versatilità ai giocatori. La prima cosa a saltare all’occhio è la possibilità d’impiegare due armi diverse contemporaneamente, mentre in passato il dual wielding era limitato ad equipaggiamenti identici.

Quasi inalterate, giusto leggermente più fluide da eseguire, le meccaniche di copertura e stealth, grazie alle quali il protagonista può assalire i soldati nemici senza essere scoperto e portare a segno attacchi letali. I coltelli da lancio sono stati sostituiti da piccole asce, senza però differenze nella meccanica di lancio e recupero delle armi bianche. Gradevole l’introduzione di un’ascia antincendio come strumento offensivo per il corpo a corpo, così come la possibilità di personalizzare il proprio armamentario con piccole modifiche, come ad esempio silenziatori e mirini ottici.

Vi è anche un ritorno dei Talenti, le abilità attive e passive sbloccabili dal giocatore una volta portate a termine semplici sfide di gameplay, come l’uccisione di un determinato numero di nemici con un metodo specifico.

Wolfenstein II: The New Colossus

La “tecnicizzazione” del gameplay non ha per fortuna minato lo spirito di Wolfenstein II: The New Colossus che, fedele alla saga di cui fa parte, riesce a mescolare elementi narrativi e di gameplay seri e tecnici a momenti di puro splatter e “trash fantanazista”. Le dieci ore di gioco della campagna principale sono incredibilmente scorrevoli e con filmati ben integrati all’interno; le mappe non sono particolarmente estese ma fin dalle prime ore offrono un’insperabile varietà estetica e diversi metodi di superamento.

L’elevato numero di difficoltà selezionabili offre un’esperienza adatta a ogni tipo di giocatore, dal novizio del genere sparatutto, allo smaliziato alla ricerca di una sfida all’ultimo proiettile. Non mancano ovviamente i collezionabili, numerosi come nel predecessore e sempre divertenti da scoprire esplorando il mondo di gioco. Anche in Wolfenstein II: The New Colossus saranno presenti i Codici Enigma, che una volta decifrati attiveranno missioni secondarie in cui l’eroe polacco-americano sfogherà tutto il suo rancore sul – più o meno – malcapitato capo nazista di turno.

Wolfenstein II: The New Colossus è il perfetto sequel di Wolfenstein: The New Order: un titolo che e approfondisce al punto giusto i vari comprimari, fino a rendere quasi umano un protagonista nato come quint’essenza dello stereotipo del soldato americano; il gameplay è ancor più flessibile che in passato e riesce a risultare tanto tecnico quanto giocoso, grazie anche alla difficoltà modulabile, meno permissiva rispetto al precedente capitolo e alle numerose combinazioni “akimbo” dell’arsenale.

Wolfenstein II: The New Colossus

Wolfenstein II: The New Colossus affronta per l’ennesima volta nella storia dei media l’ucronia distopica di un secondo dopoguerra che vede i nazisti vittoriosi, ma riesce a farlo senza scadere nello scontato e nel cattivo gusto, dosando sapientemente ogni ingrediente per creare una narrativa fresca e, per assurdo che sia visto il tema trattato, originale.

 

Xbox One X: arriva la nuova console 4K

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L’arrivo sul mercato di Xbox One X, la console più potente al mondo, apre una nuova era di gaming immersivo e di intrattenimento in 4K per gli appassionati di tutto il pianeta. I giocatori potranno vivere un’esperienza unica grazie al 40% di potenza in più offerto da Xbox One X rispetto a qualsiasi altra console, e alla line-up dei giochi, che conta più di 70 titoli Xbox One X Enhanced in arrivo e oltre 50 già disponibili tra cui Forza Motorsport 7, Super Lucky’s Tale, Assassin’s Creed: Origins, La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra e FIFA 18.

La line-up Xbox comprende 1300 titoli e oltre 220 esclusive, che offrono una nuova esperienza su Xbox One X. A partire dal 12 dicembre 2017 sarà inoltre disponibile come esclusiva console Xbox lo sparatutto più adrenalinico del pianeta, PlayerUnknown’s Battlegrounds.

Abbiamo creato Xbox One X per dare agli sviluppatori una piattaforma molto più potente, con cui dare vita alla loro immaginazione, e ai giocatori la migliore console con cui giocare ai titoli del passato, del presente e del futuro.” ha commentato di Phil Spencer, Executive Vice President of Gaming di Microsoft, “Siamo entusiasti di offrire agli appassionati la console più potente al mondo con la lineup più ricca di sempre con oltre 1300 titoli e più di 220 esclusive.”

Con Xbox One X, Microsoft ha registrato anche il record di preordini e attende un forte interesse per la console per il prossimo Natale. 

Il più grande lancio mondiale nella storia di Xbox

Per celebrare l’arrivo di Xbox One X, Microsoft ha organizzato eventi speciali in tutto il mondo che hanno visto la partecipazione di numerosissimi appassionati.

In Italia, Microsoft ha dedicato una giornata all’arrivo di Xbox One X, aprendo le porte della Microsoft House alla città di Milano e trasformandola nella casa del gaming più entusiasmante di sempre. Durante il pomeriggio gli appassionati che hanno partecipato all’appuntamento sono stati numerosissimi e hanno avuto l’opportunità di provare in anteprima tutta la potenza di Xbox One X con titoli come Forza Motorsport 7 e incontrare i loro idoli del gaming come Just Rohn, Dread, Delux, CiccioGamer89, Sabaku No Maiku, GattoSulTubo, I Termosifoni e Andrea Facchinetti.

Forza Motorsport 7 è stato protagonista della giornata mostrando tutta la potenza di Xbox One X grazie alle numerose postazioni allestite con TV 4K Samsung. Un partner che ha aiutato a far vivere la nuova esperienza di gaming e con cui è stato annunciato da poco il QLED TV Car Pack per Forza Motorsport 7.

In occasione del lancio di Xbox One X, tutti i dipendenti di Microsoft e appassionati di gaming hanno partecipato per tutta la giornata un’attività di beneficienza a favore del Comitato Maria Letizia Verga, dove per ogni km corso virtualmente su Forza Motorsport 7 è stato donato un euro per creare uno spazio di intrattenimento per il Centro Maria Letizia Verga per lo studio e la cura della leucemia del bambino a Monza.

“L’evento organizzato ieri in Microsoft House è stata l’occasione per incontrare la nostra community e far vivere in prima persona Xbox One X, la nuova console attesissima. Aprire le porte della nostra casa, ci ha dato la possibilità di condividere con tutti gli appassionati l’ultima console Microsoft e presentargli la nuova era del gaming”, ha commentato Paolo Bagnoli, Direttore della Divisione Xbox per l’Area Mediterranea. “Non ci siamo però limitati a festeggiare solo con chi era con noi, ma abbiamo reso partecipi di questo momento tutti i videogiocatori italiani trasmettendo l’evento live su Mixer con contenuti esclusivi e grandi momenti di gioco”.

In giro per il mondo ci sono stati momenti emozionanti per il lancio di Xbox One X come:

 

  • In omaggio al nuovo racing game Forza Motorsport 7, l’esemplare numero uno della Xbox One X è stato consegnato a mano in Nuova Zelanda a bordo di una Lamborghini SuperLeggera, la quattro ruote più veloce in circolazione nel Paese;
  • La capitale australiana ha lanciato invece una particolare iniziativa, l’Xbox Stay N’ Play, location che offre ai giocatori la possibilità di pernottamento con vista sull’iconico skyline della città, situata nel Pirrama Park;
  • La Germania ha invece segnato un altro record per aver scartato una copia in formato XXL dell’Xbox One X all’aeroporto internazionale di Monaco. Al lancio hanno assistito oltre 700 fan, radunati di fronte al più grande schermo 4K di Berlino;
  • Il Regno Unito ha organizzato una diretta di ben quattordici ore presso l’Xbox One X Apartment di Londra, a cui hanno preso parte alcuni dei principali influencer del Paese e altri ospiti illustri;
  • Migliaia di fan francesi hanno seguito la diretta Mixer di otto ore che ha reso conto dei vari eventi parigini dedicati al lancio, tra cui l’apertura di mezzanotte del negozio Fnac sugli Champs Elysées;

I festeggiamenti per il lancio sono stati immortalati perfino con eventi live su Mixer, Xbox.com, Twitch e Facebook Live direttamente dal Mixer NYC Studio.

La potenza di Xbox One X

Xbox One X è nata per offrire la vera esperienza di gaming 4K, grazie a una potenza tale da supportare risoluzioni in 4K nativo, High Dynamic Range (HDR) e un’ampia gamma di colori, per un’esperienza mai vista prima. I titoli Xbox One funzionano meglio su Xbox One X, grazie a effetti migliorati, frequenze di fotogrammi più fluide e tempi di caricamento più ridotti, anche su televisori da 1080p. Xbox One X, inoltre, è l’unico dispositivo al mondo con gaming in 4K, con un Blu-ray Ultra HD 4K integrato, funzioni di streaming in 4K, supporto per High Dynamic Range per gaming e riproduzione video e un audio di altissima qualità grazie al supporto Dolby Atmos. Il deisgn dell’hardware fa sì che Xbox One X non sia solamente la console più potente del mondo, ma anche la Xbox più piccola mai creata e, al tempo stesso, la più ricca di funzioni che si sia mai vista.

Xbox One X Enhanced

Oggi, con il lancio di Xbox One X, oltre 50 giochi Xbox One riceveranno aggiornamenti gratuiti grazie al programma Xbox One X Enhanced. I giochi Xbox One X Enhanced sono stati aggiornati o creati specificamente per sfruttare al meglio la console più potente del mondo e le sue funzioni 4K UHD e HDR. Oltre 160 giochi, tra nuovi ed esistenti, verranno potenziati per Xbox One X, nell’ottica di sfruttarne al massimo la potenza. Questo avverà per titoli come: Forza Motorsport 7, Super Lucky’s Tale, La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra, Assassin’s Creed: Origins, Halo Wars 2, Gears of War 4, Halo 5: Guardians, Minecraft, FIFA 18, Final Fantasy XV e Star Wars Battlefront II, a cui si aggiungeranno presto altri titoli come PlayerUnknown’s Battlegrounds, in uscita come come esclusiva console Xbox il 12 dicembre 2017, nell’ambito del programma Xbox Game Preview.

Per maggiori informazioni sul programma Xbox One X Enhanced, consultate il sito https://www.xbox.com/enhanced.

La Famiglia Xbox One

Xbox One X è l’ultima arrivata in casa Xbox One e andrà ad affiancare Xbox One S. Solamente su Xbox One i giocatori possono cimentarsi nei migliori titoli del passato, come in quelli attuali o futuri, con oltre 1.300 giochi Xbox One e 200 esclusive, giocabili su tutti i dispositivi della famiglia Xbox One. Inoltre tutti gli accessori Xbox One sono compatibili con tutti i dispositivi della famiglia.

Che giochino con Xbox One X o Xbox One S, gli appassionati sono coccolati con caratteristiche di gaming esclusive della piattaforma Xbox:

  • Xbox Live, la rete multiplayer più veloce e affidabile1.
  • Blu-ray 4K UHD, streaming in 4K e gaming realistico in 4K
  • Xbox Game Pass, l’abbonamento mensile che garantisce l’accesso a oltre 100 giochi. 

Come ottenere una Xbox One X

Xbox One X è disponibile in 35 mercati Xbox tra cui l’Italia a partire da 499 euro. Per restare aggiornati su dove acquistare Xbox One X, consultate il sito xbox.com/xboxonex.

Dragon’s Dogma: Dark Arisen, la recensione PS4

L’annuncio di un’edizione di Dragon’s Dogma: Dark Arisen per console di attuale generazione è stato sicuramente una gradita sorpresa. Non si può negare che non si sentisse particolarmente il bisogno di un’ennesima versione di questo RPG di casa Capcom, soprattutto in un mercato moderno che straripa di giochi di ruolo open world.

Eppure, il fascino di Dragon’s Dogma: Dark Arisen è ancora lì, quasi intatto a distanza di un lustro. Il rilascio su PC in effetti sarebbe potuto essere un indizio chiarificatore sulle intenzioni della casa sviluppatrice di portare il gioco anche su console casalinghe, per coprire l’ottava generazione videoludica nella sua interezza.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

Dragon’s Dogma: Dark Arisen, su PlayStation 4, corregge uno dei suoi più gravi problemi tecnici: il framerate ballerino. Ovviamente il problema non si era neppur presentato nella sua edizione “master race”, ma per tutti i giocatori “consolari” si tratta di una benvenuta boccata d’ossigeno. Discutibile la scelta di Capcom di non provare nemmeno a puntare ai 60fps – si tratta comunque di un gioco datato che le console moderne potrebbero gestire senza difficoltà – nemmeno come feature della PlayStation 4 Pro, tuttavia il titolo risulta godibile anche con una frequenza “cinematografica” di fotogrammi.

Precisato ciò, su PlayStation 4 Dragon’s Dogma: Dark Arisen offre un’esperienza di gioco praticamente identica all’originale. I bonus preorder e i piccoli DLC pack di accessori equipaggiabili, un tempo disponibili sul Playstation Store, sono ora integrati in game; anche la risoluzione, ovviamente, è superiore alla versione old-gen, per quanto modelli, texture e animazioni sentano parecchio il peso degli anni.

Questo perchè Dragon’s Dogma: Dark Arisen è un RPG dalla forte componente Action, che ha puntato più alla realizzazione di un piccolo, ma curato open world, piuttosto che alla magnificenza estetica. La cura nel design è evidente e la si percepisce fin dai primi minuti di gioco, esplorando i vicoli dell’umile villaggio di pescatori da cui comincia il viaggio del protagonista, o semplicemente ammirando un tramonto da un promontorio.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

Questa gemma grezza di casa Capcom offre una modalità cooperativa asincrona, ma genialmente giustificata a livello narrativo. La creazione e personalizzazione del proprio party di Pedine è una componente basilare, qualora si voglia sopravvivere in un mondo pieno di creature terrificanti e dall’estetica che pesca a piene mani dai bestiari del medioevo occidentale.

E a proposito di personalizzazione, nonostante il tempo sia trascorso inclemente, l’editor personaggi di Dragon’s Dogma: Dark Arisen resta fra i migliori mai visti, soprattutto tenendo in considerazione l’originaria natura console del titolo. Va segnalata, purtroppo, l’ancora una volta l’assenza di save file multipli, che impediscono al giocatore di vivere più versioni della stessa storia, o semplicemente creare salvataggi di backup.

Il titolo risulta estremamente malleabile anche nelle meccaniche di gameplay, con numerose abilità a disposizione per ciascuna classe e l’integrazione dell’interessantissima possibilità di scalare i nemici più grandi, al fine di colpirne punti deboli specifici, a là Shadow of the Colossus; le hitbox delle creature sono purtroppo rimaste poco precise e spesso il giocatore rischia di finire incastrato in un permastun da cui è possibile sfuggire solo mollando la presa e ferendosi nella caduta, ma per quanto grezzo, l’idea e l’approccio a ogni battaglia sono fantastiche, anche e soprattutto durante le boss fight.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

Dragon's Dogma: Dark Arisen

Il principale problema di Dragon’s Dogma: Dark Arisen è ovviamente rimasto in questa recente edizione PlayStation 4: il titolo riesce a risultare dispersivo nonostante la mappa dalle dimensioni ridotte e una longevità non troppo elevata, questo per via di una storia con spunti di riflessione parecchio interessanti, ma solo accennati e accompagnati da una caratterizzazione dei personaggi principali praticamente assente.

Anche le missioni secondarie non brillano di originalità e risultano poco appetibili per chi non è cresciuto a pane e goblin. Il comparto sonoro è invece di tutto rispetto, grazie a musiche ambientali non memorabili ma sempre azzeccate. Il doppiaggio si attesta nella media, con sgradevoli ribassi nelle perfomance di alcuni NPC secondari.

Menzione d’onore al contenuto aggiuntivo (ormai integrato al gioco) Dark Arisen, che presenta un dungeon tanto ampio quanto pieno di insidie: una vera e propria sfida end game, estremamente curata e pensata per chi, finita la prima run e massimizzato il potere di Arisen e Pedine, vuole provare una sfida all’ultimo sangue e con meccaniche originali rispetto al titolo base. Anche per quanto riguarda l’estetica e la storia del – fu – DLC, l’avventura Dark Arisen si pone diversi gradini sopra l’originale Dragon’s Dogma, merito anche delle tinte cupe e misteriose per le quali gli appassionati di GdR hanno da sempre un debole.

Dragon's Dogma: Dark Arisen

Dragon’s Dogma: Dark Arisen su PlayStation 4 può risultare l’occasione per molti di recuperare un diamante grezzo di cui tantissimi giocatori attengono trepidanti un seguito, così come la scusa per questi ultimi di rivivere ancora una volta il destino dell’Arisen.

 

Star Wars Battlefront II: lo spettacolare trailer

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Guarda lo spettacolare trailer di Star Wars Battlefront II, l’attesissimo secondo capitolo del franchise videoludico dedicato a Star Wars. 

 

Star Wars Battlefront II: Elite Trooper Deluxe Edition trasforma i tuoi soldati in avversari formidabili. Ogni classe di soldato (Ufficiale, Assalto, Pesante e Specialista) viene migliorata per offrire una maggiore potenza di fuoco, micidiali modifiche per le armi ed epiche abilità in combattimento.

Prenota Star Wars Battlefront II: Elite Trooper Deluxe Edition per ricevere numerosi bonus, tra cui:

  • Possibilità di giocare a Star Wars Battlefront II il 14 novembre (3 giorni in anticipo rispetto alla data di uscita ufficiale)
  • Versioni potenziate di tutte le 4 classi di soldato (Ufficiale, Assalto, Pesante e Specialista)
  • 4 potenziamenti per le abilità, uno per ogni classe di soldato
  • Costumi esclusivi ispirati a Star Wars : Gli Ultimi Jedi per Kylo Ren e Rey
  • Accesso immediato a sei carte stellari epiche per eroi e caccia stellari
    • Kylo Ren: Attrazione potente e Immobilizzazione assoluta
    • Rey: Vista penetrante e Concentrazione profonda
    • Caccia stellari: Energia ausiliaria migliorata e potenziamento per una nave del Primo Ordine
  • Accesso immediato al Millennium Falcon di Star Wars : Gli Ultimi Jedi con look e suoni aggiornati

Spider-Man: il teaser trailer del videogames

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Durante la Paris Games Week Marvel Insomniac Games e Sony hanno diffuso un nuovo spettacolare teaser trailer del videogames su Spider-Man.

Marvel’s Spider-Man non ha ancora una data di uscita, anche se sarà lanciato nella prima metà del 2018. Il gioco è un’esclusiva Playstation 4.

Wolfenstein II: The New Colossus, recensione su XBOX

Nel 1992, id Software introdusse con “Wolfenstein 3D” la prima vera prospettiva in prima persona nei giochi sparatutto. Quello che non poteva aspettarsi è che avrebbe contribuito tantissimo a diffondere il genere FPS, ma soprattutto, che 25 anni dopo il suo protagonista sarebbe stato ancora “vivo” e pronto a combattere. Sì, perché, William Joseph “B.J.” Blazkowicz, è rinato grazie ai due ultimi episodi sviluppati da MachineGames.

Questo Reboot deve sicuramente gran parte del suo successo al fatto che nel 2014, con la pubblicazione di “Wolfenstein: The New Order”, MachineGames ha creato un universo narrativo alternativo rispetto ai passati episodi, immaginando che le potenze dell’Asse abbiano vinto la seconda guerra mondiale e che espandono il loro regime in tutto il mondo. L’obbiettivo di “B.J.” Blazkowicz era assassinare il malvagio generale “Deathshead” per far saltare tutti i piani dei nazisti. Ma i cambiamenti che resero questo episodio un successo vanno ricercati nel nuovo Gameplay del gioco.

Le intense e variegate meccaniche dei combattimenti furono un soffio d’aria fresca rispetto al passato ma, nel contempo, riuscirono anche a soddisfare le aspettative dei nostalgici dalla serie. A seguito di questo successo sia di pubblico che di critica, a distanza di un anno, Bethesda Softworks pubblicò “Wolfenstein: The Old Blood” una vera e propria espansione stand-alone che si posizionava narrativamente come prequel del precedente episodio.

Wolfenstein II: The New Colossus

Wolfenstein II: The New Colossus tra cinema e sparatutto

Oggi, con l’uscita di Wolfenstein II: The New Colossus, si riparte proprio dalla fine del primo “Wolfenstein: The New Order”. Lo scontro finale tra “Deathshead” e “B.J.” Blazkowicz ci consegna il nostro eroe in pessime condizioni e, solo grazie ai suoi amici/alleati, viene salvato e trasportato in un luogo sicuro per essere operato e rimesso a nuovo, pronto per il nuovo difficilissimo obiettivo: liberare l’America dall’occupazione nazista. Ma, in questo capitolo, MachineGames non ci propone pedissequamente solo un nuovo episodio della serie Wolfenstein.

Il lavoro fatto con Wolfenstein II: The New Colossus si può classificare come un nuova generazione di sparatutto in prima persona. Grazie a sequenze cinematografiche molto profonde, lo sviluppo narrativo del gioco si estende a tutti i personaggi che incontreremo durante il gioco. Offrendoci spaccati della loro vita e della loro psiche che arricchiscono la storia come mai sperimentato in un gioco di questo genere. Non solo, contemporaneamente il Gameplay, pur rimanendo fedele ai suoi predecessori, allarga le sue dinamiche prettamente di scontro diretto includendo una modalità “stealth” che rende il gioco più interessante e completo.

I patiti di FPS non abbiano paura, Wolfenstein II: The New Colossus non stravolge i classici frenetici canoni che caratterizzano questa serie. La nuova avventura di “B. J.”viene sviluppata come un percorso di Rollercoaster che non si fa mancare nulla in quanto ad azione e violenza. Basta citare l’incipit per capire che non rimarremo delusi. Giusto il tempo di capire dove siamo e verremo lanciati in un truculento combattimento dove ci muoveremo con una sedia a rotelle. Ironia e splatter a braccetto in quello che sarà veramente solo l’inizio della seconda Rivoluzione Americana.

Per questo lungo viaggio di liberazione adotteremo come base operativa il sottomarino “Martello di Eva” da cui partiremo per ogni missione principale. Città americane più o meno note si alterneranno a sedi segrete offrendoci scenari splendidamente disegnati grazie al motore grafico idTech-6. Certo avremo missioni il cui svolgimento sarà molto lineare ma, a queste, vanno aggiunte grandissime mappe all’aperto dove saranno disponibili approcci alternativi per raggiungere l’obiettivo.

Wolfenstein II: The New Colossus

I nemici pronti ad ostacolarci non mancheranno di certo e allora ecco un buon numero di armi che potremo modificare raccogliendo durante le missioni dei Kit di Potenziamento. Anche qui MachineGames ha fatto una scelta sensata, volta a non complicare la vita del giocatore. Non è stata implementata nessuna complessa modalità di “Crafting” dei potenziamenti. Solo tre potenziamenti per ogni arma. Si mette in pausa, si installano e si ritorna subito a combattere. L’obiettivo è non interrompere la continuità del gioco rendendo l’esperienza di Wolfenstein II: The New Colossus facile ed immediata. In termini di armi si sono concesse una piccola chicca introducendo l’uso dell’ascia al posto del coltello. L’ascia serve per un approccio silenzioso al nemico con l’obiettivo di non farci scoprire. Possiamo infatti lanciarla da distanza ravvicinata oppure, come introdotto nell’ultimo Doom, basterà avvicinarsi alle spalle dell’obiettivo e scatenare uccisioni epiche di una violenza devastante.

Nonostante sette livelli di difficoltà, Wolfenstein II: The New Colossus, non è un gioco facile nemmeno a livelli bassi. Ma stavolta questo non dovrà preoccuparci molto, se sceglieremo un livello per noi troppo difficile o troppo facile, potremo fermarci, tornare al Menu principale e rimodulare il livello di difficoltà rientrando nel gioco allo stesso punto raggiunto senza nessuna penalità. I puristi non ameranno questa possibilità perché è un po’ da considerarsi come “cheating”, infatti nessuno ci proibisce di affrontare un passaggio molto difficile abbassando il livello per poi ripristinarlo una volta superato. Comunque, quelli che non accettano compromessi possono dormire tranquilli, nel gioco, oltre ai checkpoint e salvataggi automatici, è presente l’amato salvataggio manuale

Wolfenstein II: The New Colossus è una cavalcata in solitaria dove sia narrazione che azione si basano su scelte scorrette e violente per smuovere i nostri sensi dal torpore quotidiano. MachineGames modernizza lo sparatutto classico arricchendone il Gameplay ed usando una perfetta regia per alternare sessioni adrenaliniche a momenti più di riflessione, con l’obiettivo di donarci un’esperienza più completa del gioco. Un FPS Single-Player da avere!

 

Far Cry 5: la nuova modalità cooperativa “Amici Mercenari”

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Ubisoft ha svelato maggiori dettagli sulla modalità cooperativa online di Far Cry 5: “Amici Mercenari”. Disponibile già dal lancio, i giocatori potranno allearsi con un amico per liberare Hope County dalla setta del Progetto Eden’s Gate.

Subito dopo il tutorial, Far Cry 5 sarà giocabile in modalità cooperativa online. L’esperienza ottenuta e gli oggetti guadagnati, tranne quelli specifici per le missioni, saranno conservati in ogni sessione cooperativa successiva. Mentre esploreranno il Montana, i giocatori potranno visualizzare e ottenere i propri bottini, ma solo il giocatore host conserverà tutti i progressi nella storia.

Per aiutare i giocatori nella loro missione volta a eliminare la setta, il giocatore host potrà ancora reclutare “Mercenari umani” o “Mercenari bestiali”, ma sarà possibile avere un massimo di due alleati nella propria squadra, di cui uno dev’essere l’altro giocatore.

Far Cry 5

La modalità cooperativa per due giocatori di Far Cry 5 “Amici Mercenari” consentirà di esplorare Hope County ed eliminare il Progetto di Eden’s Gate offrendo nuove e caotiche possibilità di gioco nel suo vasto scenario liberamente esplorabile.

Far Cry 5 sarà disponibile dal 27 febbraio 2018 per PlayStation 4 Pro, PlayStation 4, Xbox One, Xbox One X, Xbox One S e Windows PC. Ambientato per la prima volta in America, Far Cry 5 offre ai giocatori la totale libertà di esplorare un vasto scenario in apparenza tranquillo, ma in realtà tormentato, nei panni del nuovo vice sceriffo dell’immaginaria Hope County, nel Montana.

I giocatori scopriranno presto che il loro arrivo ha scatenato un malvagio piano, rimasto nascosto per anni da parte di un gruppo di fanatici apocalittici, il Progetto Eden’s Gate, che intende conquistare l’intera contea a qualunque costo. Sotto assedio e isolati dal resto del mondo, i giocatori uniranno le proprie forze con gli abitanti di Hope County per formare la Resistenza.

 

The Evil Within 2, la recensione PS4

Fa sempre sorridere quando il tempo trascorso tra un capitolo e l’altro di una serie videoludica è il medesimo sia nel mondo reale che all’interno di quello di gioco. The Evil Within 2 è ambientato tre anni dopo la fine degli eventi del precedente e si tratta dello stesso intervallo trascorso per i giocatori.

The Evil Within 2

In passato pubblico e stampa si sono trovati spaccati in due davanti alla creatura di Shinji Mikami: chi lo definiva geniale e potente, chi banale, legnoso e inutilmente intricato; la verità, come spesso accade, sta nel mezzo.

Parlare di The Evil Within 2 è in realtà estremamente semplice, dato che il titolo, di fatto, dimostra come Tango Gameworks abbia imparato da critiche ed errori, facendo del proprio meglio per offrire una migliore esperienza a 360 gradi.

Il risultato non è esente da difetti, anzi: la narrativa è meno contorta e più centrata su Sebastian, questo permette di godere della storia anche nel caso non si sia giocato il precedente The Evil Within e aiuta il giocatore a non sentirsi troppo confuso e smarrito davanti agli eventi paranormali/onirici che tartasseranno costantemente la psiche del protagonista.

The Evil Within 2

Tuttavia, i personaggi incontrati risultano quasi del tutto privi di sviluppo psicologico e le vicende continuano a sembrare quelle di un film horror di serie B, caricate da un’ottima atmosfera, perfetto connubio tra horror gore a là Resident Evil e psicologico a là Silent Hill, ma senza che gli eventi in sè risultino particolarmente memorabili. Gli stessi nemici oscillano tra un design disturbato ed estremamente ispirato e una banalità sconcertante ed è più il senso di impotenza durante certe sequenze a spaventare il giocatore, che la situazione in sè.

Già rese rimovibili nel titolo originale grazie a una patch, The Evil Within 2 non ripete l’errore delle bande nere e offre un’esperienza fullscreen fin dal day one. Come già accennato, l’estetica complessiva del mondo e delle mappe di gioco è ottima, carica di un mood di profondo disagio, soprattutto negli ambienti chiusi, ma salvo rare eccezioni la sensazione che aleggia è sempre e comunque quella di “già visto”. Per fortuna la più che buona regia delle cutscene e l’ottimo lavoro di doppiaggio italiano marchio Bethesda aiutano il giocatore a rimanere coinvolto nella nuova, sventurata avventura di Sebastian Castellanos.

Dal punto di vista del gameplay, The Evil Within 2 non osa e punta alle classiche, sempreverdi meccaniche tipiche di un horror, con elementi survival e un pizzico di gdr. Con risorse centellinate e recuperabili tramite esplorazione delle mappe, il giocatore saggio punterà a un approccio cauto e stealth, soprattutto nelle prime ore di gioco in cui scarseggia la potenza offensiva.

The Evil Within 2

Torna il Gel Verde del primo titolo, necessario per potenziare le abilità di Sebastian e garantirgli maggiore forza e resistenza. Anche a livello di difficoltà standard le creature nemiche resistono molto bene ai colpi, con persino i nemici base in grado di reggere due, a volte tre pallottole in testa di pistola non potenziata. L’ottimizzazione di ciò che il mondo di gioco offre è quindi essenziale e non di rado ci si trova intenti a ingannare la basilare IA avversaria per eliminare le entità ostili con veloci e non dispendiosi attacchi alle spalle, il tutto mentre si combatte coi due peggiori avversari di The Evil Within 2: i comandi saponosi e la telecamera ribelle e spesso troppo vicina al modello del protagonista.

La curva di difficoltà si abbassa parecchio dalla seconda metà di gioco, quando l’arsenale risulta più vario ed efficace, ma è proprio in quel momento che può cominciare il vero divertimento: le mappe di gioco, inizialmente vissute come carnai di creature letali, agguati e trappole, si aprono a una maggiore esplorazione, più serena e con maggiore possibilità di scelte nel percorso da seguire per raggiungere il proprio obiettivo.

Questi ultimi si dividono in primari (ovvero quelli che fanno avanzare la trama di capitolo in capitolo) e secondari, perlopiù missioni opzionali con enigmi ambientali basilari e creature pronte a fare a pezzi Sebastian, al termine delle quali attendono succosi potenziamenti per le armi e/o collezionabili di varia natura, per nulla necessari alla conclusione della campagna ma sempre utili e spesso anche interessanti per approfondire i retroscena degli eventi.

The Evil Within 2

Sebastian Castellanos non è l’unico a poter potenziare le proprie prestazioni nel corso dell’avventura. Le armi a sua disposizione possono essere migliorate tramite i banchi di lavoro presenti all’interno delle aree di gioco, consumando le apposite risorse tanto faticosamente accumulate. Stesso dicasi per il crafting di munizioni e siringhe curative, che però sono ottenibili sia direttamente nel mondo di gioco (per quanto centellinate) che con una realizzazione “sul momento”, in loco: rimanere a secco di cure e proiettili non è mai una buona cosa, per cui il giocatore ha facoltà di realizzarli in qualunque luogo si trovi, pur consumando una quantità superiore di risorse rispetto alla creazione tramite banco di lavoro.

The Evil Within 2 prende buone idee a destra e manca dal panorama horror degli ultimi anni e le rimescola in un titolo che migliora il predecessore sotto ogni punto di vista: a discapito di una narrazione non sempre convincente e dei comandi poco reattivi, l’esperienza offerta da questo titolo Bethesda è sicuramente un piacevolissimo horror, che coon la sua longevità media di circa 18 ore riesce a fare contenti un po’ tutti, senza però soddisfare pienamente nessuno.

The Evil Within 2

Chi ha apprezzato il predecessore non potrà non godere del secondo titolo di quella che potrebbe diventare in futuro una nuova, intrigante IP; per tutti gli altri, ignari e curiosi, il consiglio è quello di dare al gioco un’occasione, pur consapevoli che i limiti e i difetti ci sono e non sono pochi.