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WWE 2K16, la recensione: il wrestling come non l’avete mai visto

Dobbiamo ammetterlo, giocare a WWE 2K16 è stata una piacevole e divertente sorpresa. Avevamo già apprezzato lo sforzo fatto con WWE 2K15, ma ci era sembrato un progetto che ancora dovesse prendere forma; ora quella forma si è perfettamente definita e in positivo, per giunta. La struttura del gioco è rimasta identica, eppure risulta ampliata sia per quanto riguarda i contenuti che la giocabilità, in sostanza parliamo di una simulazione di wrestilng che si allontana dallo spirito arcade dei titoli finora prodotti. Nel 2K15 però l’azione era diventata anche troppo complessa e arzigogolata, mentre in questa nuova versione si è creato un ottimo connubio tra velocità e strategia, rendendo l’azione più veloce, ma senza impoverire i contenuti del gioco.

https://youtu.be/IlpEIOb0-N8

WWE 2K16 cattura benissimo la psicologia che sta dietro al pro-wrestilng, la stessa che era stata completamente annullata dalla componente esclusivamente arcade dei suoi predecessori, che si limitavano solo a imporci combattimenti basati sul premere i tasti in rapida successione. Adesso le partite hanno un loro senso, ci rendono reali protagonisti di quello che accade sul ring. Infatti l’aspetto più rilevante di WWE 2K16, a parte il pingue roster di combattenti che ci propone, è che consente al giocatore di poter studiare delle strategie per portare la vittoria a casa. Questo significa che ogni match può avere una durata molto simile a quella della sua controparte reale ma, a differenza del troppo simulativo 2K15, in questo caso non viene intaccato il divertimento, perché il gameplay è molto più agile e abbordabile.

maxresdefault-14Gran parte di questo detto divertimento deriva da molti nuovi sistemi del gioco e dall’eliminazione di alcuni presenti nel titolo dello scorso anno. Per cominciare, il sistema di inversione delle mosse è limitato: è sempre possibile invertire ogni mossa avversaria, ma la quantità di volte nelle quali si può impiegare questa meccanica è stata contenuta tramite il sistema di inversione limitato. Questo sta a significare che bisognerà studiare bene le occasioni nelle quali conviene usare questa caratteristica, altrimenti ci troveremo ben presto schienati. È un sistema geniale che dimostra la sua efficacia soprattutto nel gioco online: chi ha giocato a 2K15 ricorderà benissimo che i match online erano solamente una sequela infinita di inversioni di mosse, che rendevano l’esperienza noiosa quanto ripetitiva.

Un’altra novità sono delle manovre di transizione che permettono di riprendere fiato e pianificare le prossime mosse. Non fanno una grande differenza in termini del risultato finale del match, ma fanno rallentare un po’ il ritmo dei combattimenti e ci fanno recuperare resistenza.

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Un altro nuovo sistema è l’introduzione di mini-giochi per liberarsi da prese a terra, gli sviluppatori sono stati chiaramente influenzati da giochi come UFC Undisputed. Chi attacca ha una barra rossa che scorre intorno al bordo esterno di un cerchio, che deve sovrapporsi per un determinato numero di secondi alla barra blu all’interno dello stesso, ovvero il giocatore deve difendersi. Se la sovrapposizione va a buon fine avremo vinto l’incontro, altrimenti avremo una contromossa dell’avversario che si libererà della presa.

Il problema più grande di WWE 2K16 è che non importa quanta esperienza riuscirete a guadagnare nei vari match, perché anche al livello più basso di difficoltà la IA del gioco sarà sempre superiore a voi! Abbiamo giocato un sacco di partire, utilizzando varie tipologie di lottatori, ma ci siamo resi conto di quanto l’avversario digitale sembri sempre conoscere ogni nostra mossa in anticipo. Questo ci ha fatto un gran piacere, perché ci ha portato a migliorare le nostre tecniche e tattiche di combattimento, ma per alcuni giocatori potrebbe risultare frustrante e noioso.

1280x720-hW6Un altro elemento che è stato modificato in meglio, rispetto alla precedente edizione, è il sistema dell’uscita dallo schienamento. Non è più necessario tenere premuto un pulsante e rilasciarlo al momento giusto per uscire dal countdown dell’arbitro. In WWE 2K16 al momento dell’atterramento, ovvero da quando l’arbitro inizia a contare fino a tre, appare un cerchio e per interrompere la conta dovremo premere un tasto al momento giusto, ovvero all’interno di uno spicchio colorato del suddetto. Sembra una cosa da poco, ma sinceramente l’abbiamo apprezzato molto, in quanto è sicuramente meno macchinoso del suo diretto predecessore.

Abbiamo però notato qualche problema nei controlli, che non sempre rispondono in maniera adeguata durante i combattimenti. Molte volte abbiamo sbagliato una presa o ne abbiamo subita una, solo perché il comando da noi impostato sul pad non è stato eseguito immediatamente. È necessaria una buona tempistica per poter essere dei veri campioni di WWE e se questa è penalizzata da un sistema di controllo non abbastanza responsivo, la cosa può essere molto ingiusta.

Uscendo dall’aspetto tecnico, un valore aggiunto di questo WWE 2K16 è sicuramente il gigantesco roster di wrestler che ci viene proposto. Con oltre 120 Superstar del passato e del presente, c’è davvero l’imbarazzo della scelta, inoltre la loro caratterizzazione è stata riprodotta fedelmente. Ritroveremo l’entrata spettrale di Undertaker, la massiccia cattiveria di Big Show, le idiozie di Santino con la sua mossa del cobra.

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La qualità estetica di 2K16 è superba. Mentre la puntata dello scorso anno aveva solo una manciata di modelli finemente dettagliati, con gli altri che sembravano malamente abbozzati, questa volta a ognuno è stato dato il trattamento grafico corretto. I corpi durante il combattimento brillano di sudore, le singole ciocche di capelli si muovono realisticamente, ci sono migliaia di sfumature dei vari fisici dei lottatori. La cosa che più ci ha stupito in positivo è il modo in cui il lottatore si sposta: si percepisce la fisicità dei corpi come se stessimo assistendo a un incontro dal vivo. Le animazioni possono risultare a volte un po’ rigide, ma nel complesso hanno un aspetto abbastanza fluido. Anche nel reparto audio non si è badato a spese. Sia che si tratti del tonfo di un calcio ben piazzato, dello sbattere di una superplex oppure dello sbattere di una sedia contro un cranio, gli effetti di 2K16 sono di prim’ordine. Anche tutti le introduzioni dei wrestler sono entusiasmanti e ad alcuni di voi scenderà la lacrimuccia nel vedere e sentire l’entrata di Ultimate Warrior o di Randy Savage.

wee2k16qwqParlare in dettaglio delle varie modalità di gioco presenti in WWE 2K16 vorrebbe dire scrivere ancora un altro paio di cartelle, visto il numero enorme. Vi basti sapere che potrete giocare a una serie di match iconici del WWE e del vecchio WWF, impersonando le vecchie Superstar oppure iniziare una modalità carriera con il vostro lottatore personalizzato, che vi farà iniziare dal gradino più basso per arrivare a essere il campione indiscusso di WWE. Anche in questo caso la MyCareer è stata enormemente migliorata rispetto a quanto visto in 2K15, finalmente abbiamo la sensazione di guidare ogni aspetto della costruzione del nostro campione, creando per lui l’entrata personale, rispondendo a interviste pre e post-match, creando alleanze o facendoci degli acerrimi nemici tra gli altri lottatori. Una simulazione degna di questo nome. Se siete anche dei veri esibizionisti potrete anche dare le vostre sembianze al lottatore con la app di WWE 2K16, come vi abbiamo raccontato qui. Anche l’immancabile modalità online regalerà agli appassionati altre ore di divertimento, con svariate sfide da affrontare insieme o contro altri giocatori umani.

I fan del wrestling hanno atteso per anni un vero grande gioco basato sul loro sport preferito, se non decenni. Tutta questa lunga attesa sembra aver finalmente dato i suoi frutti con WWE 2K16. Un titolo certo non privo di difetti, ma il più ricco di funzionalità disponibile sul mercato, con un roster massiccio, una miriade di modalità di gioco e una grafica che rasenta il fotorealismo. Ogni appassionato cresciuto con i commenti di Dan Peterson, che ancora oggi si appassiona agli eventi RAW o NXT, non può mancare l’acquisto.

PaRappa the Rapper 2 arriva su Ps4 il 15 dicembre

La libreria di giochi PlayStation 2 disponibili su PlayStation 4 continua a crescere, presto si aggiungerà ai titoli già pubblicati anche PaRappa the Rapper 2. L’iconico rhythm game del 2002 si potrà scaricare a partire dal 15 dicembre, come confermato dalla stessa Sony in un recente post sul PlayStation Blogcast.

Il gioco offrirà grafica upscaled a 1080p, il supporto ai trofei e altre funzionalità della Ps4, come il Remote Play su PlayStation Vita, il live broadcasting e lo Share Play. Il prezzo non è stato ancora annunciato, ma quasi certamente non si discosterà molto dai giochi Ps2 appena usciti sulla nuova console, dunque fra i 10 e i 15 euro.

In aggiunta a PaRappa the Rapper 2, Sony ha confermato anche The King of Fighters 2000, che sarà aggiunto prossimamente.

10 personaggi del cinema horror che dovrebbero essere nei DLC di Mortal Kombat X

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Tra le novità di un DLC di Mortal Kombat X c’è l’ingresso di tanti nuovi personaggi da poter usare ma oggi vorremmo provare a immaginare un DLC dedicato completamente alle figure più popolari e più note della storia del cinema horror recente e passata. Quanto sarebbe bello poter usare Ashley J. Williams e combattere con una motosega tra le mani?

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WWE 2K16: importate il vostro volto con l’app per iOS e Android

2K ha finalmente reso disponibile l’app WWE 2K16 Creation Studio per iOS e Android, che gli appassionati aspettavano sin da ottobre. L’applicazione, da usare insieme a WWE 2K16 ovviamente, vi permette di importare foto del vostro volto direttamente nel gioco, andando a creare un personaggio del tutto simile a voi. Il meccanismo sembra funzionare davvero bene, ma è sempre meglio pregare di non vedersi trasformati in mostri strani come accaduto in passato.

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Potete scaricare l’app sulle relative pagine di iOS e Android. WWE 2K16 è disponibile su Xbox OnePS4, Xbox 360 e PS3.

10 promettenti titoli che (forse) non sai, arriveranno nel 2016

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Il 2016 sarà un anno ricco di titoli molto attesi e tanta nuova evoluzione ma forse ci sono 10 titolo promettenti che forse non molti sanno che arriveranno anche loro nel 2016.

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L’avventura grafica ai tempi di Until Dawn: rivincita di un genere “per pochi”

L’industria videoludica è una realtà ancora giovane e fortemente influenzata dall’avanzamento tecnologico, non bisogna dunque stupirsi della rapidità con cui si adatta a mode e realtà altrettanto mutevoli. A evolversi col tempo non sono stati soltanto gli aspetti puramente tecnici, oltre alle fredde cifre di fotogrammi e risoluzione, anche i contenuti – i cosiddetti “generi” – sono divenuti man mano più articolati, mescolandosi fra loro e rendendo l’esperienza del videogiocatore sempre più complessa e appagante. Salvo poche eccezioni, è sempre più difficile “definire” la tipologia di un videogame: oggi i giochi di ruolo hanno spesso meccaniche action e i giochi d’azione elementi sparatutto, che a loro volta acquisiscono aspetti da gioco di ruolo… Se lo scopo di questo articolo fosse analizzare le singole tendenze ed esprimere un giudizio su ciascuna di esse, il discorso durerebbe davvero troppo. In questa sede si parlerà di un singolo genere che, per quanto si sia evoluto, non ha mai rinnegato le proprie origini: l’avventura grafica.

maxresdefault-12Nati negli anni ‘80, i primi giochi del genere sono stati i punta-e-clicca, con sfondi e immagini a schermo con cui interagire a mezzo mouse o controller. La diffusione del CD-Rom come supporto al software ha permesso un ulteriore passo in avanti e la nascita di avventure grafiche basate sui dialoghi, quindi con una narrazione più presente e strettamente legata alla soluzione di enigmi e puzzle, che ancora rappresentavano il cuore del gameplay. Gli anni ‘90 hanno invece subito un declino delle avventure grafiche, sempre più accantonate per prodotti più “immediati” e commerciali, grazie ai quali il giocatore poteva rivestire un ruolo più interattivo.

beyond-two-souls-film-festivalL’ultimo decennio ha tuttavia riportato alla luce questo genere ormai di nicchia, sia su PC che su console: precursore della “rinascita” è stato Fahrenheit, conosciuto come Indigo Prophecy in Canada e Stati Uniti, un gioco del 2005 sviluppato dallo studio francese Quantic Dream e scritto dal suo direttore David Cage, pubblicato da Atari per Windows, Playstation 2 e Xbox. Per quanto inequivocabile fosse il suo genere, Farhenheit presentava un gameplay ben più dinamico di un classico punta-e-clicca con enigmi: fasi esplorative e numerosi Quick Time Event – anche molto ostici – accompagnavano un comparto narrativo che oggi potrebbe apparire un po’ ingenuo, ma che undici anni fa ha meritato grandi lodi per la sua originalità e audacia. Quantic Dream ha proseguito su questa linea innovativa con altri titoli, Heavy Rain e Beyond: Due Anime, che hanno mostrato al mercato quanto il videogioco potesse accostarsi al mondo del cinema, pur salvaguardando la propria natura.

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Se con i giochi della software house francese abbiamo avuto a che fare con veri e propri “film interattivi”, con tanto di protagonisti ricostruiti con fattezze di attori reali, anche altre case di sviluppo – dalle mire meno ambiziose – sono riuscite negli anni a rimanere a galla, portando sul mercato avventure grafiche la cui natura “originaria” è più presente che mai. Esempi conosciuti sono la serie Broken Sword di Revolution Software e gli Sherlock Holmes di Frogwares: prodotti che di certo non rappresentano l’apice tecnologico dei loro tempi, ma che mantengono salda la propria posizione nel cuore degli appassionati, grazie a storie e dialoghi ben scritti e una massiccia presenza di enigmi e rompicapo, spesso molto complessi.

Broken_Sword_5_serpents_curse_1Riassumendo, le avventure grafiche moderne, per quanto sia riduttiva come catalogazione, possono essere suddivise in due macro-categorie: quelle che, come i giochi di Quantic Dream e Telltale Games, puntano principalmente all’estetica – il fotorealismo nei primi, lo stile e la caratterizzazione di ambienti e personaggi nei secondi – e all’impatto narrativo, lasciando al gameplay un ruolo quasi simbolico e un livello di difficoltà abbastanza blando. Dal lato opposto, invece, abbiamo le produzioni “vecchia scuola”, come i già citati Sherlock Holmes e Broken Sword, o il geniale Grim Fandango (leggi la nostra recensione della versione Remastered) di LucasArts, titoli sicuramente meno d’impatto, ma con il coraggio di rimaner fedeli alle proprie radici. Questo grazie a un gameplay che i videogiocatori più giovani troveranno forse un po’ lento e macchinoso, ma che lo “zoccolo duro” di appassionati del genere continua ad amare.

Grim Fandango Remastered_20150127114908Tra i due fuochi – non che le strade evolutive intraprese dalle avventure grafiche non possano coesistere pacificamente – ha recentemente trovato posto Until Dawn (qui la nostra recensione), esclusiva Sony del 2015 sviluppata dalla britannica Supermassive Games. Da una parte, il gioco ha un taglio spiccatamente cinematografico, con nulla da invidiare alle altre produzioni videoludiche ad alto budget; da un’altra, questo titolo riesuma la presenza di un gameplay meno “automatico”, con Quick Time Event piuttosto ostici, scelte morali e d’azione con ripercussioni sulla trama nel lungo termine – il cosiddetto “Effetto Farfalla” – e la possibilità di sbloccare segreti, scoprire i reali retroscena solo grazie a una combinazione tra esplorazione certosina delle mappe e giuste decisioni, compiute al momento giusto dai giusti personaggi.

Si tratta pur sempre di un gioco che tende a “voler narrare” piuttosto che a “far giocare”, eppure riesce ove ha parzialmente fallito Beyond, dopo un geniale Heavy Rain: la presa di coscienza del giocatore su quanto le proprie scelte – e non scelte – avranno sempre ripercussioni, spesso definitive. Il fallimento è possibile e nemmeno troppo improbabile, ogni errore e imprecisione, ogni indizio ignorato potranno compromettere per sempre il destino dei giovani protagonisti, non con un semplice “Game Over” e ritorno all’ultimo checkpoint, bensì con la prosecuzione della storia senza i meno fortunati.

untildawnIn conclusione, sarebbe davvero riduttivo classificare le moderne avventure grafiche come “bianche” o “nere”: Until Dawn è la dimostrazione che, oggi più che mai, esistono molte sfumature anche in un genere “di nicchia” e che così, forse, è meglio rimanga. Troppo spesso, infatti, la gente si approccia a titoli di questo tipo attratta dalla “bella grafica”, con totale mancanza d’informazione su di essi, per poi lamentarsi della scarsa durata, del gameplay quasi assente, della “difficoltà ridicola”… Eppure, basterebbe davvero poco per evitare delusioni e acquisti sgraditi: il tipo d’interattività dell’avventura grafica è e sarà sempre diversa da quella dei videogiochi del nostro tempo, più psicologica e legata all’immedesimazione, meno legata alle effettive capacità di chi tiene il controller fra le mani.

ud2L’avventura grafica accompagna il videogiocatore per mano, facendogli conoscere realtà e personaggi sconosciuti, chiedendogli di scegliere in loro vece, di aiutarli a superare delle difficoltà o condannarli al proprio destino. Chi è dall’altra parte dello schermo può quindi, complice l’insoddisfazione da aspettativa malriposta, annoiarsi davanti a un gioco dai comandi legnosi e probabilmente non più lungo di una decina d’ore, due terzi delle quali saranno dialoghi non skippabili, oppure assecondare la narrazione e vivere un’esperienza che – dando per scontate scrittura e regia all’altezza – nessun film potrà mai regalare. Alla base di ogni opinione vi è sempre la conoscenza di ciò che si giudica: in una generazione videoludica piena di “mostri di Frankenstein”, le avventure grafiche rimangono ancora un porto sicuro, una realtà ovviamente in evoluzione, ma che sa cosa dare e che non delude chi sa cosa chiedere.

12 Offerte di Natale: Need For Speed per Ps4 al 44% di sconto

Continuano le 12 Offerte di Natale sul PlayStation Store, questa volta si sale sui bolidi di Need For Speed, il reboot della serie proposto con il 44% di sconto.

Need for Speed™ – €69.99 €39.99 – 43% di sconto

Need for Speed™ Deluxe Edition – €79.99 €44.99 – 44% di sconto 

Questa offerta termina alle ore 01:00 CET del 13 dicembre. Per acquistare subito il gioco EA vi rimandiamo alla pagina ufficiale dello store.

https://youtu.be/vLQGXHy5m6Y

Tetris Ultimate arriva su Steam a 9.99 euro

Tetris Ultimate è finalmente arrivato su Steam. Il titolo, pubblicato da Ubisoft, include il gioco del Tetris classico e nove modalità aggiuntive. Parliamo di Battle, Battle Ultimate, Marathon, Endless, Ultra, Sprint, Time’s Up, Landslide e Haunted. Pieno supporto anche alle classifiche mondiali in real-time. Lo trovate a questa pagina a 9.99 euro.

Gravity Rush Remastered: 20 minuti di gameplay su Ps4

All’annuncio di Gravity Rush Remastered, la curiosità e l’hype si sono impossessati di molti appassionati, ma come sarà il titolo riveduto e corretto? Ecco l’esclusiva PS Vita prendere forma sulla Ps4 in un video gameplay di 20 minuti, è interessante vedere come i controlli della console portatile siano stati riadattati sul DualShock 4. Il materiale arriva dalla versione asiatica del titolo, già disponibile, mentre in Nord America e in Europa bisognerà aspettare il 2 febbraio 2016.

Final Fantasy VII Remake andrà molto oltre l’originale, parola di Square Enix

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Final Fantasy VII è un titolo immenso, più di un singolo videogioco moderno, eppure Square Enix sta cercando di renderlo ancora più grande? Ebbene si, secondo Yoshinori Kitase Square Enix non si accontenta di ricreare “alla lettera” il gioco classico, vuole molto di più.

“Con Final Fantasy VII Remake abbiamo l’opportunità di andare oltre la storia, il mondo e l’esperienza che già conosciamo, e possiamo farlo nel modo che abbiamo sempre sognato – dalla profondità di Midgar al cielo sopra le nostre teste. Rilasciare più parti ci permette di espandere la storia originale e trasformarla in un’esperienza epica per tutti i fan della saga.”

Sembrano parole davvero surreali e rischiose, vista la già incredibile grandezza del progetto originale e l’amore smisurato dei fan. Bisogna sperare solo che Square Enix abbia fatto bene i conti, e non solo nelle sue tasche, basta davvero poco per trasformare un’operazione colossale in un flop di dimensioni universali.

Fonte