Dopo le console mid-gen, questo periodo storico vede nascere anche i mid-remake, conosciuti anche come “remastered plus”. Dopo la Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy di Vicarious Vision, Activision assegna a Toys fo Bob il delicato compito di riportare alla ribalta un certo draghetto viola: ecco quindi nascere la Spyro: Reignited Trilogy, riproposizione moderna dell’originale trilogia di platform uscita su PlayStation 1 tra il 1998 e il 2000.
A differenza della trilogia reboot chiamata The Legend of Spyro, Spyro: Reignited Trilogy punta a ricreare fedelmente mood e feeling dei primi titoli dedicati al draghetto viola e il risultato è sorprendente: pur con qualche glitch dei geodata (soprattutto in Year of the Dragon) che vede occasionalmente sprofondare in parte nel terreno nemici e gemme, il lavoro di Toys for Bob è riuscito a ridar linfa vitale a videogiochi di venti anni fa.
Spyro The Dragon è sicuramente il gioco che più degli altri ha ricevuto un impressionante rework di design: i draghi da liberare nel corso dell’avventura sono stati completamente ridisegnati per adattarsi al mondo di cui fanno parte e la loro apparizione è accompagnata da animazioni molto più varie.
Stesso dicasi per i livelli da esplorare, da sempre vanto della serie per varietà estetica e strutturale; in questo caso, la disposizione di segreti, tesori e nemici è rimasta identica, ma gli sviluppatori hanno comunque portato avanti un lavoro d’arricchimento estestico degli ambienti, che adesso appaiono vivi e incredibilmente colorati, merito anche dell’uso saggio che è stato fatto dell’Unreal Engine 4 e di una palette di colori perfettamente azzeccata.
Anche i restanti due titoli di Spyro: Reignited Trilogy non deludono le aspettative, riproponendo lo stesso spirito dei prodotti originali con minime (e benvenute) modifiche: la possibilità di selezionare il binding comandi originale o una versione più “moderna”, ottimizzata per un controller analogico; una soundtrack riarrangiata intercambiabile con quella dei giochi di fine anni ’90; piccole sfide extra che, se superate, assegneranno punti abilità al giocatore per sbloccare la galleria di concept e bozzetti per ciascun gioco del bundle; la libellula Sparx potrà fin da subito individuare le gemme mancanti alla collezione, anche durante la prima avventura di Spyro; infine, la presenza del viaggio veloce permetterà di viaggiare tra un livello all’altro, anche di mondi diversi, con un singolo e rapido caricamento.
A parte questo, Spyro: Reignited Trilogy riprende animazioni e hitbox dei titoli a cui si ispira, senza modificare il bilanciamento di gioco. Da una parte si ha comunque una semplificazione dovuta alla maggior responsività dei controller moderni rispetto a quelli degli hardware del passato, ma vista la “rusticità” dei comandi questo può rivelarsi quasi una difficoltà aggiuntiva per i giocatori più giovani, ignari di quanto possa essere dolorosa per i polpastrelli una sessione di gaming senza levette analogiche.
L’unione delle prime tre avventure di Spyro in un unico pacchetto permette anche di vivere la storia con maggiore continuità rispetto al passato, il tutto accompagnato da un doppiaggio italiano ispirato all’originale (perlopiù atroce) lavoro, ma registrato da zero e con attori diversi. Passare da un titolo all’altro conferma anche l’eccellente produzione Insomniac Games del passato: le abilità del protagonista sono sempre integrate con saggezza nei livelli di gioco e il secondo e terzo titolo sono riusciti ad ampliare la varietà del gameplay offerto senza snaturare il gioco capostipite e, soprattutto, senza mai annoiare.
Menzione d’onore all’inserimento nella Spyro: Reignited Trilogy dei trucchi dei titoli originali, ancora funzionanti… ma la fedeltà del remake si spinge persino oltre, non rimuovendo neppure i bug, che permettono tutt’oggi di “rompere” i vari giochi con espedienti non previsti in sede di sviluppo.
Tirando le somme, il lavoro di Toys for Bob è da promuovere a pieni voti e come Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy prima di lei, Spyro: Reignited Trilogy si consacra a preziosissima occasione per nostalgici e neofiti per recuperare prodotti iconici dell’evoluzione del medium, con una veste grafica più accomodante nei confronti degli standard moderni, ma con il loro spirito ancora immutato.
Il 22 ottobre 2018, esattamente il giorno prima dell’inizio della open Beta, Bethesda Games Studio aveva diffuso un comunicato ufficiale per i fan avvertendoli di potenziali problemi in Fallout 76.
Testualmente, la lettera parlava di “bug imprevisti” e “nuovi spettacolari problemi” che possono verificarsi nelle prime fasi della Beta, esortando i propri fan a trovarli: “Abbiamo bisogno del tuo aiuto per trovarli e dei consigli su cosa è importante correggere”.
A quanto pare, tutto questo non è stato sufficiente per risolvere i problemi prima della sua commercializzazione perché, sicuramente l’avrete già saputo, letto da qualche parte o provato di persona, il gioco ha molti problemi. Tant’è che, a quattro giorni dal lancio ufficiale, Bethesda ha rilasciato una patch di quasi 50GB su Console e 15GB su PC, che ha corretto sì diversi bug, migliorato prestazioni e stabilità ma lasciando non risolti molti bug e persistenti problemi di frame-rate, in particolare su PS4 e XBOX ONE. Detto questo, vediamo in cosa consiste il gioco.
Anche Bethesda, con l’ultimo episodio del franchise Fallout, abbraccia in pieno la tendenza di cancellare la campagna giocatore singolo a favore di un gioco di ruolo multiplayer online del genere MMO. Dal punto di vista narrativo il gioco si situa temporalmente come prequel dei precedenti giochi di Fallout e si svolge nel 2102, venticinque anni dopo una guerra nucleare che ha devastato la Terra. Fallout 76 è ambientato in un open world molto grande chiamato “Appalachia” nel quale è stata ricreata una versione devastata di alcuni luoghi reali della West Virginia, come il Campidoglio, il resort di lusso “The Greenbrier”, il campus universitario “Woodburn Circle”, il ponte “New River Gorge Bridge” e il parco di divertimenti “Camden Park”. Questo mondo non è solo di enormi dimensioni ma è in continua evoluzione. Questo significa che anche la nostra esperienza di gioco cambierà in funzione dei nostri progressi all’inizio come giocatore singolo e poi, salendo di livello e volendo, attraverso la collaborazione con altri giocatori.
Noi impersoniamo un residente del rifugio antiatomico Vault 76, costruito nel West Virginia per ospitare le migliori e più brillanti menti americane, che durante il “Reclamation Day” escono dal Vault per colonizzare di nuovo la Wasteland. Dopo aver velocemente deciso le caratteristiche fisiche del nostro personaggio, i nostri primi passi nel gioco ci vedranno vagare in un mondo rigogliosissimo dove la natura sembra essersi riappropriata della terra ma, basteranno pochi minuti per renderci conto che gli effetti delle radiazioni ci presentano un mondo bello ma ostile da subito.
Le meccaniche del gameplay sono abbastanza simili a quella di Fallout 4. Anche qui avremo a disposizione il computer Pip-Boy, una serie di Menu di navigazione e un sistema di “crafting”. Sarà vitale raccogliere al più presto tutto ciò che incontreremo e trovare le ricette e i progetti che ci consentiranno di bollire acqua, rifornirci di cibo, creare armi e armature che ci permetteranno di sopravvivere. Soprattutto all’inizio il nostro problema non sarà quello di affrontare combattimenti ma controllare e mantenere dei parametri vitali come la fame e la sete che richiederanno alimenti e liquidi non contaminati dalle radiazioni.
In Fallout 76 l’accampamento avrà un ruolo fondamentale perché è stato introdotto un sistema evoluto che consente ai giocatori di costruire il proprio accampamento tramite una piattaforma mobile chiamata C.A.M.P. (Centro di Assistenza Mobile per la Produzione). Il C.A.M.P. non ci permetterà solamente di creare basi in qualsiasi posizione della mappa, ma sarà assegnato univocamente al nostro profilo e verrà rimosse dal mondo di gioco quando saremo offline, per impedire che il progresso vada perso. Per quanto concerne i combattimenti, il nuovo sistema non è proprio il più indovinato, in quanto Bethesda ha dovuto scendere a compromessi con il suo V.A.T.S.. Niente più rallentamenti del nemico ma un sistema più a puntamento automatico che però presenta qualche problema di gestione della telecamera, soprattutto quando abbiamo a che fare con nemici veloci o troppo vicini a noi che, inevitabilmente, finiscono per sparire dalla nostra vista.
Per la progressione del nostro personaggio, il gioco adotta un nuovo sistema basato su carte collezionabili chiamato S.P.E.C.I.A.L., costituito da sette slot dove inserire le carte. Quando saliamo di livello possiamo decidere in quale dei sette slot aumentare i nostri attributi. Gli attributi rientrano in una delle sette categorie: forza, percezione, resistenza, carisma, intelligenza, agilità e fortuna. Ogni carta ha un valore e garantisce un’abilità al nostro personaggio. Possiamo abbinarle per creare vere e proprie specializzazioni in un settore.
Come dicevo, il gioco è totalmente online ed il mondo aperto in cui ci muoveremo è molto grande, con una dimensione che dovrebbe essere quattro volte quella “Fallout 4”. Inizialmente, non incrociando nessun altro giocatore e non sapendo cosa fare, dove andare o come sopravvivere ma curiosi di capire come muoverci nel gioco ci avvicineremo senza timore ai piccoli robot impazziti o ai primi animali mutati che incontreremo. Questo sarà il nostro primo errore che però ci permetterà di prendere coscienza e capire che dovremo impratichirci subito perché non sarà una passeggiata.
Le prime ore le passeremo vagando nella terra desolata eseguendo degli ordini, raccogliendo di tutto, ascoltando audio e leggendo appunti, diari e registri. Di fatto, un’esperienza abbastanza noiosa, che ci farà concentrare i nostri sforzi nel cercare i materiali e i progetti da utilizzare al banco degli attrezzi per costruire ciò che può consentirci di sopravvivere.
In Fallot 76 non sono presenti personaggi NPC (Non-Player Character) con cui interagire, a cui chiedere aiuto o farsi assegnare le missioni, quindi dovremo cercare informazioni ed obiettivi ascoltando nastri audio o interagendo con robot. La sola compente umana è costituita dagli altri giocatori che troveremo online e con cui da un certo livello in poi potremo interagire. Certo, nulla ci vieta di esplorare da soli questa affascinante West Virginia, alla ricerca di missioni principali e secondarie, raccogliendo materiali ovunque. Ma, come tutti i giochi online, la componente cooperativa con amici o con giocatori conosciuti giocando, è il valore aggiunto al gameplay, soprattutto per completare alcune missioni, altrimenti difficilmente approcciabili. Nonostante questo, l’’assenza di personaggi a supporto della storia, rimane un grosso problema in Fallout 76.
Da soli o in squadra, possiamo sì tentare di ricostruire il mondo ma, rischiano di rimanere inutili e ripetitive le passeggiate nella landa desolata perché, purtroppo, manca una struttura narrativa dovuta all’assenza di dinamiche social e personaggi con storie che arricchiscono il gioco e gli danno un senso di vita. Tutto ciò che il gioco ci offre per sostenere la storia del Soprintendente del Vault 76 sono robot e computer da ascoltare o scritti da leggere che troveremo alla fine di ogni missione.
La direzione artistica di Fallout 76 ha creato un’ambientazione onestamente molto bella, ispirata, piena di dettagli e segreti. Montagne, paludi, miniere, foreste autunnali, edifici, automobili, insediamenti post-apocalittici estremamente fantasiosi e curati, tutto contribuisce a creare un’atmosfera ed un set riuscitissimi per il gioco. Anzi, forse è proprio la narrazione ambientale il vero punto di forza del gioco. Peccato, perché questo potenziale è oscurato dai molti problemi tecnici presenti.
Sì, perché, se dal lato narrativo Fallout 76 non decolla, dal punto di vista tecnico è totalmente deludente. Disconnessione dai server, crash occasionali, frame-rate imbarazzanti, scatti, texture pop-up, bug assortiti. Problemi troppo numerosi per un gioco “finito”. Aggiornamenti e patch con il tempo lo renderanno più stabile ma, venduto così, dovrebbe avere ben in vista il cartello “Lavori in Corso”.
Fallout 76, spiace dirlo, ma è una delusione. Bethesda Games Studio ha mancato il bersaglio consegnandoci un prodotto non finito e con evidenti lacune nell’impianto narrativo. Con l’aggravante che è stato letteralmente buttato sul mercato anzitempo, scommettendo su futuri aggiornamenti e patch per sistemare i problemi tecnici. Il grande lavoro svolto dal comparto artistico nel creare ambienti memorabili è vanificato dal caos generato dai problemi che neanche la pesante patch è riuscita a sistemare. L’augurio è che Bethesda riesca, il più velocemente possibile, a ribaltare il destino di Fallout 76, che, al momento, sembra segnato.
Proseguono le incredibili promozioni del Black Friday di PlayStation. A partire da oggi, infatti, in aggiunta alle offerte dedicate a PS Plus, ai titoli per PS4 e PS VR e ai giochi su PS Store, puoi scegliere tra un’ampia gamma di sconti dedicati alle console PlayStation 4 (PS4) e PlayStation4 Pro (PS4 Pro) e al visore di realtà virtuale PlayStationVR (PS VR), disponibili solo per un periodo di tempo limitato.
A partire da oggi, fino al 26 novembre, puoi acquistare PS4 (da 500 GB e 1 TB) e PS4 Pro, in tante configurazioni diverse, a prezzi davvero incredibili.
Ecco alcuni esempi:
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PlayStation 4 1TB + Marvel’s Spider-Man + Fifa 19 al prezzo consigliato di 299.99€
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DUALSHOCK®4
Vuoi riunire amici e parenti per giocare insieme in salotto? E allora è il momento perfetto per acquistare un nuovo controller wireless DUALSHOCK®4, scegliendo tra le varie colorazioni (inclusi quelli in edizione speciale come Copper, Berry Blue e Blue Camouflage) al prezzo consigliato di € 39,99 anziché € 74,99.
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E non finisce qui: fino al 2 dicembre continuano le offerte sulle varie configurazioni di PS VR.
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Starter Pack PS VR + Skyrim VR + Doom VFR al prezzo consigliato di € 219,99
BIGBEN INTERACTIVE, designer e distributore di accessori da gaming, annuncia l’imminente release del REVOLUTION Unlimited Pro Controller con modalità wireless per PlayStation 4 (PS4), marchiato NACON.
Si conferma così la partnership già consolidata con Sony Interactive Entertainment Europe (SIEE) Ltd.
A seguito del grande successo riscontrato dal Revolution Pro Controller e dal Revolution Pro Controller 2, con oltre 600.000 unità vendute in tutto il mondo, NACON è pronta a fare un ulteriore passo in avanti nello sviluppo di periferiche incentrate su performance e comfort, introducendo il suo primo controller perPS4potenziato con funzionalità di gioco wireless, oltre che altri grandi e importanti miglioramenti.
Il REVOLUTION Unlimited Pro Controller per PS4 include la modalità wirelessin aggiunta al classico cavo, è dotato di jack per cuffie che permette di abilitare audio di gioco e audio della chat sia in wireless che con cavo. Tra le altre caratteristiche, il pannello di controllo, posizionato sul retro del controller, permette un rapido accesso ai comandi delle cuffie, ai profili gaming e ai settaggi di connessione.
“È con grande orgoglio che condividiamo il feedback della nostra community, unito a quello del team NACON, che con impegno e serietà hanno lavorato insieme per annunciare questo nuovo controller con licenza PS4™ dotato di connessione wireless. Inoltre, abbiamo apportato grandi miglioramenti in termini di ergonomia e personalizzazione, seguendo le richieste dei nostri fan” – dichiara Alain Falc, Founder e CEO di BIGBEN INTERACTIVE. “Dopo oltre un anno di lavoro, questa nuova versione potenziata del nostro prodotto più venduto, con ergonomia completamente rimodellata, è pronta e piena di sorprese che non vediamo l’ora di svelare ai giocatori più competitivi” – conclude Falc.
Il REVOLUTION Unlimited Pro Controller di NACON, su licenza ufficiale di Sony Interactive Entertainment Europe (SIEE) Ltd per PS4, sarà disponibile nel corso del primo trimestre 2019. Maggiori informazioni verranno rilasciate a breve.
Battlefield V, l’ultimo attesissimo capitolo della saga pluripremiata, è stata rilasciata oggi da DICE, uno studio di Electronic Arts. Già nei periodi di prova, il titolo ha ottenuto un enorme numero di iscrizioni di giocatori PC su Origin Access Premier e Origin Access Basic. Grande attesa anche da parte della critica, con Screen Rant che ha definito Battlefield V “il migliore sparatutto del 2018” e Jeuxvideo.com che ha decretato che “il Re degli FPS è tornato”.
Saltare in un carro armato Panzer nel mezzo della battaglia, sfrecciare nei cieli con un caccia per coprire gli altri piloti e costruire fortificazioni per proteggere i compagni. Questa è la Seconda Guerra Mondiale che solo Battlefield può ricreare.
“Con Battlefield V abbiamo voluto costruire la migliore esperienza di gioco nella storia del franchise. Pochi altri giochi sono in grado di far vivere ai giocatori un’esperienza così emozionante e avventurosa come in Battlefield, come volteggiare in acrobazie aeree mozzafiato per poi planare in volo su di un ponte su cui impazza la guerriglia tra soldati e carri armati: il team di DICE è curioso di vedere cosa diventerà Battlefield nelle mani dei videogiocatori” spiega Oskar Gabrielson, General Manager di DICE. “Battlefield V si trasforma e si evolve nel corso della storia, di pari passo con aggiornamenti del gameplay, per offrire agli appassionati una nuova esperienza che ricorderanno per molto tempo.”
Battlefield V offre ai videogiocatori la possibilità di vivere le fasi meno conosciute della Seconda Guerra Mondiale e di conoscere i campi di battaglia più inaspettati. Nella modalità multiplayer, DICE ha portato l’esperienza profonda e immersiva di Battlefield in un gameplay rinnovato e sviluppato sotto molti nuovi aspetti. A piedi, alla guida dei uno dei tanti veicoli corazzati o planando in aereo, il videogiocatore deve fare squadra con altri tre compagni e raggiungere l’obiettivo scegliendo una classe tra ricognitori, soldati d’assalto, medici o reparti di supporto, a seconda di ciò che serve per la missione. I videogiocatori possono prepararsi alla battaglia su otto diverse mappe, in otto modalità di gameplay e scoprire tutte le novità del gioco visitando il Campo d’Addestramento.
Nella modalità single player Battlefield V riporta le più appassionanti Storie di Guerra vissute in Battlefield 1 per raffigurare con nuovi volti le feroci battaglie in perfetto stile Battlefield. I videogiocatori saranno testimoni del conflitto attraverso gli occhi di uomini e le donne che hanno contribuito a cambiare il mondo e che raccontano inedite storie di drammi umani. Si può combattere nei panni di un partigiano norvegese a Nordlys, o di un Colonnello senegalese a Tirailleur, o un criminale britannico dello Special Boat Service in cerca di un riscatto in Sotto Nessuna Bandiera.
Battlefield V, il gioco
Dal 4 dicembre, ci si potrà immergere in una nuova Storia di Guerra in single player, L’Ultimo Tiger, in una mappa chiamata Panzerstorm e focalizzata sull’azione dei carri, con l’introduzione del Practice Range e l’opportunità di personalizzare i veicoli di terra e di aria per prepararsi al meglio alla battaglia.
Inoltre, nella stessa settimana, Battlefield V permetterà di vivere eventi per un tempo limitato a partire dal Capitolo 1: Preludio, il primo episodio di queste missioni per i giocatori Venti di Guerra. Ogni nuovo capitolo di Venti di Guerra offrirà un gameplay evoluto, uno scenario più vasto, nuove esperienze e notevoli migliorie in-game completamente gratuite, ognuna delle quali creerà un Battlefield tutto nuovo.
Il Capitolo 2: Attacchi Lampo, disponibile da gennaio, vedrà l’introduzione del gioco cooperativo in modalità Combined Arms e del rinnovato ritorno di Corsa e Conquista. Da marzo, il Capitolo 3: Prova del Fuoco vedrà finalmente arrivare la modalità Battle Royale, Tempesta di Fuoco, in una nuova mappa ambientata in Grecia. Già a partire dal primo episodio, le esperienze si rinnovano di pari passo con l’evoluzione del gioco.
Bigben è orgogliosa di annunciare la release di Spike Volleyball, nuova simulazione sportiva di una delle discipline più popolari al mondo. I fan potranno finalmente vivere le sensazioni e le emozioni del loro sport preferito su console e PC.
Spike Volleyball è la prima simulazione pallavolistica indoor: 50 squadre nazionali, maschili e femminili, faranno parte di un gioco capace di ricreare fedelmente tutti gli elementi cardine di questo sport. Velocità, riflessi e collaborazione: tutti elementi ben miscelati insieme per creare un’esperienza sportiva spettacolare!
Gestisci il tuo team e recluta giocatori per crescere e migliorare nella modalità Carriera. Prendi parte a numerosi tornei internazionali in 13 differenti arene, adatta la tua strategia per sorprendere i tuoi avversari in partite multiplayer locali e online, e diventa campione del mondo!
Schiaccia, mura, batti… Impara tutte le tecniche fondamentali della pallavolo e apprendi i segreti di uno degli sport di squadra più complessi e impegnativi, tutto fedelmente riprodotto grazie all’utilizzo delle tecnologie Unreal Engine 4 e Motion Capture.
Spike Volleyball sarà disponibile per Xbox One, PlayStation 4, e PC a partire dal 5 febbraio 2019.
Miglior performance: Roger Clark, nei panni di Arthur Morgan
I Game Awards verranno trasmessi in diretta da Los Angeles giovedì 6 dicembre, alle 20:30 ET/17:30 PT (2.30 di venerdì 7 dicembre, ora italiana) sulle principali piattaforme digitali di gaming e sui principali social network. Red Dead Redemption 2
Per banale che possa suonare, è la pura e semplice verità: Red Dead Redemption 2 è molto più di un semplice videogioco tripla A e non – solo – perché dimostra un valore e un livello produttivo enormi, ma anche per ciò che rappresenta.
L’ultimo lavoro di Rockstar Games, sequel di Red Dead Redemption, segue le avventure e disavventure di Arthur Morgan e la banda di cui fa parte, un gruppo di uomini e donne fuorilegge che tentano di fuggire dalla lenta ma inesorabile legalizzazione degli Stati Uniti di fine ‘800.
Red Dead Redemption 2: un nuovo, difficile inizio
Come la trama del gioco mostra la fine di un’era e l’incredulità e la rabbia di chi non accetta questo inevitabile cambiamento, allo stesso modo Red Dead Redemption 2 è esso stesso l’incarnazione di un momento di passaggio molto delicato per il medium videoludico: le console mid-gen hanno prolungato la vita dell’ottava generazione videoludica fino al limite dell’accanimento terapeutico e nonostante le major abbiano ancora molti assi nella manica, è tempo che i colossi del mercato voltino pagina, mostrando ciò che riserverà il futuro.
Dentro e fuori il videogioco, Red Dead Redemption 2 rappresenta il cambiamento: una svolta presagita da anni e nonostante questo ancora in grado di lasciare interdetti e, perchè no, anche furiosi e delusi.
Un progetto ambizioso… e rischioso
Lo sviluppo e la pubblicazione di un videogioco sono un processo lento, difficile e a modo suo pericoloso: il mercato videoludico è soggetto a trend e fluttuazioni come ogni altro e non si può esser certi che un progetto rivoluzionario ai tempi del suo concepimento possa rivelarsi altrettanto valido anni dopo: è questa una delle ragioni per cui molti giochi rimandati più volte nel corso degli anni non riescono a rispettare le promesse di chi li crea e le aspettative di chi li compra… Duke Nukem Forever e Final Fantasy XV sono solo alcuni esempi di situazioni di questo tipo.
Red Dead Redemption 2 è stato annunciato nell’Ottobre 2016; inizialmente previsto per la seconda metà del 2017, è giunto sugli scaffali fisici e digitali di tutto il mondo solo nell’Ottobre 2018. Un prodotto tripla A, sequel di un titolo estremamente valido, ma rimasto suo malgrado nell’ombra dei Grand Theft Auto; sviluppato in circa otto anni di lavoro, rimandato più volte e lanciato sul mercato come titolo open world alla fine di una generazione videoludica e facente parte di un genere ormai inflazionato.
Eppure, Red Dead Redemption 2 batte ogni previsione non una, ma ben due volte, diventando il prodotto con il miglior weekend di lancio della storia dell’intrattenimento e incassando oltre 720 milioni di dollari nei primi tre giorni dall’uscita, il tutto senza piegarsi alle regole di un mercato capriccioso, ma creandone di nuove.
Il Selvaggio West tra le mani
Se Arthur Morgan e i suoi quasi-amici si ritrovano a fare i conti con un mondo che capiscono sempre meno ogni giorno che passa, lo stesso può dirsi del videogiocatore medio, attratto da Red Dead Redemption 2 grazie alla nomea di Rockstar e al suo marketing pubblicitario semplicemente over the top: questo perché il titolo dell’azienda statunitense è perfettamente consapevole del proprio valore e non sente la necessità di guidare il giocatore per mano per metterlo a suo agio, soprattutto nelle prime fasi di gioco.
La narrazione è equiparabile, se non superiore, a una produzione stellata del cinema internazionale, tra filmati dall’eccellente regia, modelli e animazioni curate nei minimi dettagli e, ovviamente, un doppiaggio di altissimo livello. La colonna sonora che accompagna le oltre 60 ore di campagna principale vede tornare al lavoro Woody Jackson, già responsabile delle musiche di GTAV e dell’originale Red Dead Redemption e anche in questo caso ci si trova davanti a un lavoro impressionante tanto per la qualità quanto per la quantità, con canzoni e arrangiamenti composti ad hoc per il titolo e la collaborazione di oltre un centinaio di altre personalità, tra musicisti e cantanti.
L’impatto iniziale con Red Dead Redemption 2 non può oggettivamente lasciare indifferenti e persino il recente God of War di Santa Monica, pur nella sua eccellenza, potrebbe rimanere meno impresso. Di contro, è innegabile che il mondo videoludico ha fruitori sempre più esigenti e impazienti e che quindi potrebbero non vedere di buon occhio un titolo in cui il primo paio d’ore risultano estremamente scriptate, lineari e conversative.
Molto più di un film, molto più di un videogioco
Red Dead Redemption 2 infatti trova sempre la scusa perfetta per mostrare questo o quell’evento sotto forma di filmato e non mancheranno spostamenti da un luogo all’altro della mappa della durata di diversi minuti, che per quanto accompagnati da dialoghi incredibilmente realistici, convincenti e necessari ad approfondire il carattere di ciascun comprimario, sono ben lontani dal classico approccio “arcade” a un open world, in cui l’avatar del giocatore è una sorta di semidio in grado di teletrasportarsi da un punto all’altro della mappa con un caricamento, impugnare ogni genere di arma, apprendere ogni possibile abilità e falciare decine e decine di personaggi e creature ostili senza neppur sudare dalla fronte.
Arthur Morgan è un essere umano, protagonista di un gioco che non perderà occasione per ricordarci il suo essere fatto di carne e ossa, anche e soprattutto durante la seconda metà del gioco. La sua barba una volta tagliata non ricrescerà magicamente e bisognerà quindi riflettere con cura prima di sfoltirla per poi pentirsene; soffrirà la fame e la sete, il caldo e il freddo, i suoi vestiti si sporcheranno e le sue tasche non verranno improvvisamente riempite da un forziere pieno d’oro, dentro una caverna con qualche stupido goblin di guardia.
L’approccio realistico alle attività di Red Dead Redemption 2 rimane distante dalla pura simulazione e mantiene i tratti giocosi che differenziano il videogame dalla vita vera, ma molte attività, come la caccia di selvaggina e la cattura di ricercati dalla legge, richiedono numerosi passaggi intermedi che il videogioco moderno tende a rimuovere per “non far perdere tempo”.
La simulazione narrativa
Se in Assassin’s Creed Odyssey è possibile raccogliere le pelli degli animali abbattuti semplicemente premendo il pulsante di raccolta e anche nel caso in cui si dia le spalle alla carcassa o ci si trovi a cavallo, il protagonista di Red Dead Redemption 2 dovrà trovarsi alla giusta distanza, rivolto nella giusta direzione; l’animale andrà spellato e la pelle raccolta e posta sulla groppa del proprio destriero, che a sua volta non sarà provvisto di TARDIS per muoversi nello spazio-tempo e raggiungere il giocatore in una manciata di secondi non appena chiamato con un fischio.
Ciò a cui punta Red Dead Redemption 2 non è imitare la vita vera con fini meramente simulativi, ma narrativi: la lentezza di alcune pratiche quotidiane, tanto secondarie quanto indispensabili, fa assolutamente parte della storia di Arthur Morgan, tanto quanto gli eventi legati alla main quest.
È senza dubbio possibile sacrificare molte attività opzionali, non giocando mai a domino o non sfidando mai un attaccabrighe a duello, ma il focalizzarsi esclusivamente sulle missioni principali di ciascun capitolo farebbe perdere buona parte dell’essenza di ciò che Red Dead Redemption 2 punta ad essere e per cui è nato.
Red Dead Redemption 2 è a modo suo un gioco arrogante: sa perfettamente d’avere le spalle larghe, di trasudare qualità in ogni suo dettaglio e per questo motivo non fa nulla per nasconderlo, mostrando ogni singola minima animazione ben realizzata; ogni possibile inquadratura cinematografica selezionabili punta i riflettori sulla cura maniacale posta nella costruzione di un open world realistico e così pieno di dettagli estetici e chicche tecniche da poter essere considerato quasi un precursore della prossima generazione videoludica; i lunghi dialoghi che accompagnano le ancor più lunghe cavalcate evidenziano la memorabile prestazione attoriale di ogni singolo comprimario; il livello di dettaglio nei modelli ingame di persone e animali è messo in luce durante ogni caccia, ogni inseguimento, ogni sparatoria improvvisata e assalto organizzato.
Un nuovo standard per il videogioco AAA
Red Dead Redemption 2 crea un delicatissimo equilibrio alchemico tra una storia realistica, persino più dello storicamente accurato Kingdom Come: Deliverance e siparietti esilaranti, che tirano fuori il lato più giocoso e ironico di Rockstar Games, senza però scadere mai nel ridicolo.
La sensazione di concretezza è una costante in ogni singola, possibile attività di gioco, con l’eccezione forse dei combattimenti più concitati, in cui per necessità di gameplay si ha un protagonista effettivamente più resistente ai proiettili e refrattario al dolore di un normale essere umano. Si tratta comunque di un sacrificio necessario e benvenuto per lasciare a chi impugna il pad una minima, necessaria sensazione di controllo nei confronti del software.
Per ragioni più che comprensibili, Red Dead Redemption 2 non è riuscito a rubare a GTA V la medaglia di prodotto d’intrattenimento più redditizio della storia dell’intrattenimento, compito che probabilmente spetterà nel futuro a Grand Theft Auto VI, ma rimane un titolo che lascerà inevitabilmente un segno nella storia dei videogiochi, tanto per la qualità tecnica, quanto per la sua storia affascinante e incredibilmente umana, in grado di commuovere e far riflettere a lungo anche molto prima della sua chiusura.
Con i suoi milioni di copie venduti, rimane comunque un gioco non per tutti: è il Gulliver nella Lilliput degli open world di questa generazione, un gigante che impone i suoi ritmi e le sue regole al giocatore, forte di un’unicità fondata su quasi un decennio di lavoro e che può essere amato quanto odiato, ma non può non essere rispettato.
La serie Hitman ha ottenuto il suo più importante reboot nel 2016, quando IO Intercative ha deciso di pubblicare il videogioco sotto forma di sei episodi distinti. Da questo punto di vista, la storia principale di Hitman 2, ha una struttura che ricorda molto quella scelta, solo che stavolta la sceneggiatura della campagna stessa è costituita da una serie di missioni che ricorda una sequenza di episodi.
Il protagonista è sempre l’Agente 47, un letale assassino risultato di una clonazione che lo rende il più importante e qualificato killer al soldo dell’International Contract Agency (ICA), un’organizzazione che raccoglie richieste di assassinio da vari clienti e le inoltra agli agenti da cui è composta. Ed il gioco riparte proprio da dove si era concluso il precedente, l’Agente 47 torna sulle orme del misterioso “Cliente Ombra” e della sua milizia che, nel precedente episodio, hanno tentato di distruggere l’ICA.
Hitman 2, il gioco
Analogamente ai precedenti, Hitman 2 è un gioco stealth in terza persona in cui, di volta in volta ci verrà assegnato una persona da uccidere mantenendo preferibilmente un profilo basso. Questo significa che, raggiunto l’obiettivo, dovremo lasciare il luogo senza farci scoprire. La metodologia che utilizzeremo per uccidere sarà a nostra discrezione, così come l’arma, visto che il gioco ci mette a disposizione moltissime possibilità utilizzando non solo armi vere e proprie ma gli oggetti più fantasiosi. Una parte importante del nostro approccio sarà l’utilizzo dei travestimenti per avvicinare la vittima. A secondo dell’ambiente dove agiremo e delle persone che saranno intorno al target dovremo vestire panni diversi per non esser scoperti prima e per fuggire poi.
Con il nostro abbigliamento di ordinanza potremo solamente muoverci nascondendoci alla vista degli altri, non potremo avvicinare nessuno direttamente perché verremmo scoperti, quindi ci basterà tramortire una guardia per cambiare abito e muoverci tra loro indisturbati oppure, fare lo stesso con un cameriere per introdurci in un bar. Questa evoluzione della meccanica stealth è chiave nel gioco e consente approcci multipli ad analoghi obiettivi della stessa missione. In nostro aiuto avremo il pulsante per attivare la modalità “Istinto” che ci permetterà di individuare bersagli, nemici e oggetti importanti nel gioco.
Anche in Hitman 2, la progressione nel gioco avviene attraverso le istruzioni di “Diana Burnwood” che, lavorando per l’ICA, ci contatta mettendoci al corrente della missione e dei suoi obiettivi. Più prosegue la storia più scopriremo che, indipendentemente dagli incarichi di morte, le conversazioni e le informazioni raccolte lungo il percorso sono alla base di un mondo fatto di intrighi e di cospirazioni che coinvolge noi, l’ICA e il nostro “Cliente Ombra”.
Inizieremo la storia dopo aver completato l’opzionale tutorial sulla nave ancorata al porto che, comunque, consiglio sempre, soprattutto a chi non ha mai giocato a nessun episodio di questa serie. La campagna principale è composta da sei diversissime ambientazioni da esplorare sparse per il mondo: Hawkes Bay (Nuova Zelanda), Miami (USA), Santa Fortuna (Colombia), Mumbai (India), Whittleton Creek (USA) e l’Isola di Sgàil (Atlantico Settentrionale) e, infine, Himmelstein in Austria. Il disegno sandbox di ogni luogo ci permette un approccio esplorativo degli ambienti al fine di studiare la migliore strategia per ogni missione.
Il gioco non solo offre molteplici vie per raggiungere l’obiettivo principale ma propone anche i “Contratti Escalation” che aggiungono sfide a difficoltà crescente in grado di aumentare la variabilità e la longevità di Hitman 2. Al completamento di ogni missione verranno sbloccati risultati e migliorie per il personaggio che ci permetteranno di rigiocare ogni livello con approcci sempre diversi. Ogni missione richiede per il completamento ragionato da una a due ore e comunque vale spesso la pena ripeterle per sperimentare nuove, meno lineari e magari più gratificanti soluzioni.
Sempre per quanto riguarda la modalità giocatore singolo, come da tradizione, arriveranno anche i “Bersagli Elusivi”. Sono missioni gratuite per tutti che verranno pubblicate dopo il lancio in cui avremo una sola possibilità di assassinare il bersaglio e se non lo completeremo con successo non potremo più ripetere il contratto. Il primo annunciato si chiama “L’Immortale”, si svolgerà a Miami e sarà disponibile verso la fine del mese di novembre.
Hitman 2, la componente online
Passando alla componente online, Hitman 2 prevede due modalità multiplayer inedite: la cooperativa “Sniper Assassin” e la competitiva “Ghost Mode”. “Sniper Assassin” ci vede immobili in una postazione di tiro mentre imbracciamo il nostro fucile da cecchino. Da questa postazione fissa dovremo, collaborando con un amico, completare in quindici minuti la nostra missione, che sarà l’uccisione di tre bersagli umani. Oltre agli obiettivi principali avremo anche obiettivi secondari, come l’uccisione delle guardie. Le regole che governano la buona riuscita della missione sono le stesse della campagna e cioè, uccidere senza lasciare tracce.
I nostri tre obiettivi dovranno morire senza che vengano scoperti i loro cadaveri scatenando il fuggi fuggi generale e vanificando così il completamento della nostra missione. Dovranno sembrare quindi degli incidenti, oppure i loro corpi dovranno sparire, per esempio cascando da un parapetto. L’amico collaboratore di “Sniper Assassin” si trasforma in nemico nella modalità “Ghost Mode” che prevede la competizione tra due giocatori ad uccidere cinque bersagli. Mentre nella precedente modalità tutto avveniva con ritmi lenti e ragionati, qui la frenesia di chi per primo raggiunge l’obiettivo aumenta notevolmente il ritmo della partita.
Dal punto di vista tecnico il “Glacier Engine” fa un onesto lavora. Il gioco è costellato qua e là da diversi bug che sono più fastidiosi esteticamente che dannosi per la dinamica del gioco.
Nota finale, ma doverosa, come per i precedenti episodi della serie, anche Hitman 2 è totalmente in lingua Inglese con sottotitoli e testi in Italiano.
Hitman 2 non è un gioco per coloro che vogliono raggiungere tutti gli obiettivi il più velocemente possibile. La sua bellezza sta proprio nel pensare, studiare e pianificare con il tempo che ci vuole il percorso da prendere, la mossa da fare, il travestimento giusto, come uccidere e soprattutto, come scappare senza lasciare tracce. Solo così potremo cogliere tutte le gratificazioni che questa avventura stealth è in grado di darci. E sono molte.
Bigben e Cyanide sono orgogliose di annunciare che la versione fisica della complete edition di The Council, RPG narrativo di grande successo, sarà disponibile per PlayStation®4 e Xbox One a partire dal 4 dicembre, per la prima volta con tutti i dialoghi sottotitolati in italiano.
The Council – Complete Edition include tutti i 5* episodi di questo gioco narrativo che ha conquistato sia critica che giocatori grazie alla sua storia accattivante, a personaggi complessi e carismatici, meccaniche innovative e raffinati dialoghi finalmente sottotitolati anche in lingua italiana. In The Council, le tue scelte avranno considerevoli – e permanenti – conseguenze.
L’avventura si svolge nel 1793. Tu sarai Louis de Richet, un membro di una società segreta che l’enigmatico Lord Mortimer ha invitato nel suo possedimento: una piccola isola lontana dal resto dell’Inghilterra. Qui incontrerai il resto degli invitati del tuo misterioso ospite, inclusi niente meno che Napoleone Bonaparte, e persino il primo presidente di una nuova ed emergente potenza, George Washington. Ma la strana natura di questa riunione privata va oltre il semplice prestigio dei suoi ospiti: tua madre è recentemente scomparsa su questa isola, e ognuno dei personaggi coinvolti sembra nascondere oscuri segreti.
Unisciti a personaggi misteriosi, non fidarti di nessuno, e porta l’oscura verità alla luce in The Council – Complete Edition per PlayStation®4 e Xbox One, per la prima volta completamente sottotitolato in italiano, dal 4 Dicembre!
*I primi 4 episodi saranno subito disponibili al day one, mentre il quinto ed ultimo capitolo sarà disponibile non appena verrà pubblicato da Focus.