The Witcher 3: Wild Hunt, la recensione dell’update next-gen su PS5

Geralt e la nuova via della luce

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L’anno si chiude in bellezza con l’update next-gen di The Witcher 3: Wild Hunt, argomento di questa nostra recensione su console PS5. È un contenuto editoriale “anomalo”, visto che non possiamo parlare di DLC o espansioni. Il momento, però, meritava una nostra presenza sul campo, visto che parliamo di uno dei titoli più venduti e premiati degli ultimi anni. Con 4 milioni di copie vendute in sole due settimane dal lancio, che oramai dista 7 anni orsono, l’ultimo capitolo della trilogia è entrato di diritto nella storia dei videogiochi.

Nel mentre è arrivata anche la serie Netflix che ha visto Henry Cavill vestire i panni dello strigo, ottenendo altrettanti successi dalla critica e dai fan. Non contenti quelli di CD Projekt RED hanno annunciato anche il remake della serie, passando all’Unreal Engine 5. Insomma, gli sviluppatori polacchi non hanno mai amato fare le cose in piccolo, anche se l’esperienza di Cyberpunk 2077 li ha particolarmente segnati. L’update next-gen è arrivato in ritardo sulla tabella di marcia, è questo la dice lunga sulle problematiche in casa polacca.

the witcher 3 wild hunt yennefer

Nonostante questo, la software house ha accontentato i suoi fan, con una revisione di The Witcher 3: Wild Hunt di ampio respiro, che investe tutti i comparti del gioco. Non vi aspettate, però, miracoli lato gameplay. L’impianto di base è lo stesso di 7 anni fa, con dei miglioramenti che vanno incontro alle feature delle console di nuova generazione. Il “grosso” sotto il profilo grafico, arriva dalla dimensione open world che rinasce grazie alla presenza del ray tracing.

Anche i contenuti hanno subito un piccolo refresh. Sappiamo bene quanto sia attiva la community dei modder rispetto al titolo e di come CD Projekt RED abbia sempre rispettato il loro lavoro. L’inserimento di alcuni di questi contenuti in maniera “ufficiale” in questo update è un bel tributo, una bella pagina della grande storia dei videogiochi. Bene, il tempo delle celebrazioni giunge al termine. Entriamo nel vivo di questa nostra recensione dell’update next-gen di The Witcher 3: Wild Hunt, giocato nella sua versione per console PS5.

Il potere della luce

Non c’è da girarci troppo intorno. Il bello di questo update vive nel miglioramento grafico generale di The Witcher 3: Wild Hunt. Attenzione, però, ad urlare al miracolo. Non si tratta di un remake, bensì di un upgrade che “tenta” di sfruttare nel migliore dei modi il potenziale delle console di nuova generazione. Stiamo parlando del ray tracing, la tecnologia di rendering in grado di caratterizzare personaggi ed ambientazioni sfruttando il potere della luce e delle ombre.

CD Projekt RED punta tutto su questo aspetto, forte anche della componente open world che caratterizza il suo action RPG di successo. Si passa, però, sempre da quella famosa scelta prestazioni o risoluzione (che in questo caso coincide con la modalità ray tracing). La prima garantisce un gameplay che viaggia a 60fps, la seconda, invece, attesta il framerate intorno ai 30fps. È chiaro, quindi, che nel primo caso la risoluzione scenderà per dare spazio ad una novità assoluta per la serie dello strigo. Una fluidità simile è un vero toccasana per velocizzare i movimenti di Geralt, che fisiologicamente soffrono il peso si questi anni.

Tutto cambia se si decide di lasciare spazio al proprio lato artistico ed accettare i 30fps. Questo sacrificio permette di apprezzare al meglio il potere ray tracing e dei 4K, con tutti i dettagli di contesto che si rimettono “a nuovo”. Rispetto a 7 anni fa il lato open world di The Witcher 3: Wild Hunt è quello che è meglio è stato influenzato da questa ventata di miglioramenti. Le passeggiate in sella al buon vecchio Roach regalano delle bellissime cartoline di regni del Nord, soprattutto al tramonto. Il problema è che i 30fps non riescono a mascherare la legnosità dei movimenti e delle animazioni in genere che caratterizzano i vari personaggi, oltre al fatto che talvolta si “perdono” diversi frame per strada.

the witcher 3 wild hunt gameplay

Complimenti Geralt, sei invecchiato bene

Un bel gioco riesce ad essere divertente anche a distanza di anni, regalando dei sani momenti di divertimento. Un grande gioco è quello che ti rifà mettere seduto sulla poltrona come se fosse la prima volta, portando i ricordi con sé ma senza nessun velo nostalgico. Ed è così che è successo con noi. Una volta installato l’update next gen è successo che ci siamo dimenticati tutto quello che era successo 7 anni fa, pronti ad una nuova avventura con lo strigo e i suoi amici.

CD Projekt RED ha creato una trilogia di successi, culminata con l’ultimo capitolo che non si è risparmiato in nulla. La storia è fantastica, i personaggi sono caratterizzati in maniera eccelsa, la dimensione open world regala un mondo con numerosi ecosistemi da esplorare, la componente action ed RPG si intersecano con un armonia che ancora oggi è difficile da identificare in un titolo simil genere. Tutto è così autentico e moderno che forse solo oggi siamo in grado di apprezzare il lavoro magistrale posto in essere dalla software house polacca.

the witcher 3 wild hunt combattimenti

Nell’economia dei miglioramenti inseriti è facile comprendere che ci sia un fisiologico sbilanciamento verso la componente artistica rispetto quella contenutistica in genere. Con l’avvento della nuova generazione di console forse la software house polacca ha atteso anche troppo, anche se conosciamo tutti il motivo di questo ritardo. I mesi dopo quel terribile dicembre 2020 videro l’azienda bersagliata da critiche di ogni genere, critiche che sono poi servite a costruire una nuova filosofia aziendale.

Ed ecco che oggi celebriamo un nuovo momento di successo di CD Projekt RED, l’ennesimo se ricordiamo quanto fatto 7 anni fa e con la trilogia in genere. Adesso non ci resta che aspettare il remake e chissà che altre sorprese ci regalerà.

the witcher 3 wild hunt ambientazioni

In conclusione

L’update next-gen di The Witcher 3: Wild Hunt ci ha “costretto” – nel senso buono del termine – ha rievocare alcuni bellissimi ricordi del passato. Con un bel colpo di spugna, di nuovo come se fosse la prima volta, al fianco dello strigo nella sua ultima avventura in quello che per gli addetti ai lavori è stato uno dei titoli più belli degli ultimi anni. Il capitolo più acclamato dell’intera trilogia si rimette a nuovo, forte del pieno supporto alle tecnologie offerte dalle console di nuova generazione.

Sotto il profilo grafico c’è veramente poco da dire. La possibilità di attivare il ray tracing è un occasione unica per godere di scenari e ambientazioni inediti e spettacolari come non mai. Se si sceglie, invece, la strada dei 60fps si entra in una dimensione del tutto nuova per la serie, che sorride al gameplay e alle sessioni di combattimento in genere. 

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Prime impressioni
8
Contesto di gioco
8
Gameplay
8
Dimensione artistica
8

Sommario

Il capitolo più acclamato dell'intera trilogia si rimette a nuovo, forte del pieno supporto alle tecnologie offerte dalle console di nuova generazione. Sotto il profilo grafico c'è veramente poco da dire. La possibilità di attivare il ray tracing è un occasione unica per godere di scenari e ambientazioni inediti e spettacolari come non mai. Se si sceglie, invece, la strada dei 60fps si entra in una dimensione del tutto nuova per la serie, che sorride al gameplay e alle sessioni di combattimento in genere. 
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Il capitolo più acclamato dell'intera trilogia si rimette a nuovo, forte del pieno supporto alle tecnologie offerte dalle console di nuova generazione. Sotto il profilo grafico c'è veramente poco da dire. La possibilità di attivare il ray tracing è un occasione unica per godere di scenari e ambientazioni inediti e spettacolari come non mai. Se si sceglie, invece, la strada dei 60fps si entra in una dimensione del tutto nuova per la serie, che sorride al gameplay e alle sessioni di combattimento in genere. The Witcher 3: Wild Hunt, la recensione dell’update next-gen su PS5