Saints Row, la recensione su Xbox Series X

Viaggio di sola andate verso la follia

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Paura a delirio a Santa Illeso con Saints Row, il titolo di questa nostra recensione della versione per console Xbox Series X. Deep Silver Volition si lancia in un ambizioso reboot della sua fortunata saga. L’intento è sempre lo stesso: uscire dall’ombra di GTA. L’operazione non è facile, visto e considerato che la gallina dalle uova d’oro di Rockstar Games non lascia margini per fare qualcosa di “veramente” originale. Ed ecco qui il terribile appellativo di “GTA-clone”. Purtroppo, se sei un free roam in un contesto urbano open world, tutte le strade portano allo stesso identico punto d’arrivo. Paragoni e similitudini sono fisiologici, oltre che ovvi.

La volontà è stata sempre quella di uscire da questa prigione e l’occasione arriva propizia. Un nuovo capitolo che non sembra legato in alcun modo alle ultime uscite sul campo della serie, ma che filosoficamente si connette alle sue origini. Senza alieni e senza armi ai limiti della censura. L’unica cosa che resta invariata è lo stile, con una carica di humour che ci mette davanti a delle situazioni ai limiti del surreale.

saints row storia

Anche il gameplay sembra procedere in chiave evolutiva. Le soluzioni, in termini di progressione e grinding, sono molteplici e promettono di spazzare via l’annoso problema della ripetitività. Le attività presenti in Saints Row sono tantissime e sembrano autorigenerarsi man mano che si avanza nella storia. Il valhalla di ogni giocatore, giusto per intenderci.

Santa Illeso è grande ma non è paragonabile, in estensione ed ecosistemi, alle ambientazioni dei vari GTA. La nuova generazione di console aiuta a creare degli scenari diversificati e originali, pur garantendo fluidità e velocità di caricamenti di altissimo livello. Deep Silver Volition non sembra temere in alcun modo il dominio di Rockstar Games, creando quella che sembra essere una “vera” alternativa. Senza andare oltre, vi lasciamo alla nostra recensione di Saints Row, titolo, vi ricordiamo, giocato su console Xbox Series X.

Prime Impressioni: Welcome to Santa Illeso

Non è facile evitare il terribile vortice dei paragoni. Diamine, però, perché evitarlo? Qui i confronti si sprecano. Da un lato abbiamo il passato della saga di Saints Row, con 4 capitoli regolari all’attivo e due DLC. Dall’altra, invece, abbiamo il colossale GTA, che, con la componente multigiocatore GTA Online, sembra dominare la fetta di mercato dei free-roam open-world senza lasciare spazio a soluzioni originali.

Allora, chiariamo alcuni aspetti. Saints Row non è stato concepito per essere fruito in un contesto competitivo online. Vi è la sola possibilità di giocarlo assieme ad un altro amico (il che è oggettivamente troppo poco per un reboot). Santa Illeso, inoltre, per quanto sia vasta e stilisticamente variopinta, non è grandissima. La sua densità abitativa non è minimamente paragonabile ai “popoli” dei vari GTA. Ed è qui che si scorge l’intelligenza degli sviluppatori di Deep Silver Volition. Fare il passo più lungo della gamba è molto rischioso, soprattutto quando la marcia di avvicinamento è accompagnata da una copertura promozionale di altissimo livello.

saints row sfide

Saints Row è divertente, ironico e talvolta surreale. In termini di narrazione i contenuti non sembrano trascinare il giocatore in missioni dallo stile iterativo. Certo, la logica non cambia rispetto al passato, questo è indubbio. L’esistenza, però, della componente del grinding e della personalizzazione invitano il giocatore a spaziare nella miriade di contenuti a disposizione, senza avere l’impressione di essere obbligati nel farlo. Di fatto è così, ma la somministrazione è mascherata in maniera del tutto intelligente.

Il prologo iniziale ci mostra il contesto degli eventi che, in un certo modo, sembra quasi prenderci in giro. Quando pensi di saper ormai come si svilupperà il gioco arriva il colpo di scena che mischia le carte in tavola. Questo “colpo basso” l’abbiamo seriamente apprezzato, anche perché, prima di quel momento, sembrava un susseguirsi di missioni apatiche, con tanti momenti action e molti cliché già visti.

Contesto di gioco: Prendere le distanze

Saints Row ci prova da una vita a prendere le distanze dall’onnipresente GTA. Le ha provate di tutto, tentando anche la strada di un invasione aliena che ha chiamato in campo niente popò di meno che il Signor Presidente degli Stati Uniti d’America. Purtroppo le aberrazioni e il voler fare a tutti costi “troppo”, ha portato ad una progressiva e pericolosa perdita d’identità, cosa che si è vista palesemente nel quarto capitolo regolare. Per non parlare, poi, dei due DLC che hanno seriamente rischiato di far deragliare la saga in maniera decisamente pericolosa.

Quando uno sviluppatore ha il coraggio di tornare sui suoi passi e cercare di capire cosa non sta funzionando, bene quello è uno sviluppatore che ha a cuore l’interesse dei suoi fan. Deep Silver Volition ha fatto che quello che nel gergo informatico viene chiamato “reverse engineering”, applicandolo al gameplay. Un ritorno al passato per capire cosa funzionava nelle meccaniche di gioco e da li partire per edificare quello che è stato battezzato come un reboot della saga.

saints row gameplay

Chi conosce Saints Row, in questo nuovo capitolo ci vedrà molto dei fortunati albori della saga. Tanta ironia e situazioni goliardiche, senza mai perdere di vista la realtà “vera”. Per quanto, talvolta, i momenti action sfidano le leggi della fisica, non troveremo mai armi inventate di sana pianta ma sempre modelli reali da potenziare nel migliore dei modi. Anche l’outfit del personaggio – completamente personalizzabile con tanto di app dedicata e separata dal gioco stesso – prevede soluzioni stilistiche sempre all’ultimo grido (senza trasformarci in umanoidi e/o similari).

Ovviamente è un’interpretazione della realtà in cui viviamo noi, estremizzando all’inverosimile alcuni stereotipi che sono all’ordine del giorno. La suddivisione in clan prevede una categorizzazione del tessuto sociale in grado di descrivere al meglio il mondo così come lo vediamo oggi. Clientelismo per puri interessi politico economici (Marshall), edonismo e culto della persona (Panteros) e contro correntisti apolidi (Idols). Suvvia, non diteci che questo non è anche uno spaccato della nostra società?!

Gameplay: L’arte di non annoiare

Saints Row propone una miriade di cose interessanti da fare. Il gameplay è strutturato in missioni, di cui principali e secondarie. Non ve ne accorgerete della loro utilità rispetto alla storia sino a quando non ci sarete dentro sino al collo. E comunque non vi preoccupate, il loro completamento vi servirà per accumulare soldi, punti abilità e far crescere i compagni di squadra.

La fase di grinding è importantissima e coinvolge tutti gli assett fondamentali delle meccaniche di gioco. Ad iniziare dalla crescita del personaggio, che vede un piccolo skilltree dove poter equipaggiare delle abilità uniche da attivare con il classico D-Pad. Queste si rinnovano man mano che andate avanti nel gioco, ed alcune sono decisamente risolutive in alcune situazioni. Affiancato a questo skill tree vi sono i cd. “vantaggi” che fungono da potenziamenti passivi che non necessitano una preliminare attivazione. L’unica “fregatura”, se così la possiamo definire, è che vanno sbloccati a parte, completando alcune sfide supplementari.

saints row nemici

Accanto alle missioni vi sono numerose attività side, alcune delle quali per nulla collegate alla storia e agli eventi di Saints Row. Le sfide, per esempio, che vi propongono una serie di premi in cambio di alcune vostre performance extra. Un altro esempio sono le taglie, dove l’obiettivo è solo quello di spedire a miglior vita il vostro bersaglio. In tutto questo c’è un’impresa criminale da mandare avanti, che vi obbligherà a scendere in campo in prima persona, anche nei panni di dipendente.

Insomma, a Santa Illeso finire per annoiarsi è quasi impossibile. Il problema arriva quando ci si accorge che tutto questo ben di Dio poteva essere condiviso in un ambiente multigiocatore, quello che è sempre servito a questo benedetto franchise. Gli sviluppatori non sembrano volerci investire più di tanto in questo senso, ed è un vero peccato. Questa poteva essere veramente la svolta per questa saga ed invece ci si deve accontentare di un semplice co-op (con un solo giocatore).

Dimensione artistica: Bentornata follia a KM0

C’è un vecchio detto che recita “Fatti l’arte e mettila da parte”. Ora, qui siamo nel regno del free roam, dove tutto sembra concesso e il player di turno vive con un costante senso di libertà. È una “libertà” apparente, per ovvi motivi, ma l’intelligenza del dev sta nel farlo credere per tutta l’esperienza di gioco. Saints Row riesce in questo intento senza grossi problemi. Santa Illeso – per quanto la sua estensione non sia poi così eccezionale – punta tutto sulla sua carica creativa.

La città è divisa in zone, ognuna con la sua identità e densità abitativa. Da nord a sud, il territorio presenta diversi ecosistemi che ricordano molto quelli di Las Vegas, per certi aspetti. Molto deserto e poco verde. Il tutto è costantemente permeato da una vena di follia che coinvolge tutti. Inseguimenti, risse e conflitti a fuoco sono all’ordine del giorno, con un AI con permette mai di stare tranquilli. Il detto “conosci il tuo nemico” non è di facile applicazione in Saints Row.

saints row auto

La voglia di creare un’esperienza personalizzata è stata la cosa che più ci è rimasta. Deep Silver Volition ha mantenuto la sua promessa e noi l’abbiamo particolarmente apprezzato. Ad ogni missione, sfida, taglia e attività completata la ricompensa ha sempre offerto qualcosa di nuovo, che, in un modo o nell’altro, stimolava il nostro “attacco d’arte”. In Saints Row, infatti, abbiamo la possibilità di ridefinire lo stile del nostro quartier generale, rifare il look delle nostre armi e rimettere a nuovo i mezzi a disposizione. Il tutto senza mettere le mani al portafoglio con deleterie microntransazioni.

La presenza di una app dedicata chiamata “Boss Factory”, è poi una novità senza precedenti se guardiamo il passato della saga. Un posto dove crearsi una vera e propria identità, un qualcosa in grado di rappresentare la nostra presenza tangibile all’interno di Saint Illeso. Come per dire “Ehi tutti, da oggi si cambia e comando io”. Peccato che, a confermare tutto ciò, ci sarete solo voi stessi, o al massimo un vostro amico. Ed un’altra occasione persa se ne va…

saints row personaggi

In conclusione

Nuovo look e stessa filosofia per il tanto atteso reboot di Saints Row. Deep Silver Volition ci porta a Santa Illeso, una città che sembra non dormire mai e dove tutti trovano un valido pretesto per mandarci al creatore. Forse per colpa del nostro look troppo sgargiante, o perché siamo da poco entrati nel business del non lecito con l’intenzione di restare e dettare le regole. La storia è consistente, i personaggi di contesto un po’ meno, ma la narrazione è solida e ricca di “Momenti”.

Il gioco resta ancorato al concetto di single player, con la sola possibilità di condividere l’esperienza di gioco assieme ad un altro giocatore. Solo uno, purtroppo, è poco per un titolo che vanta di 6 uscite sul campo “di livello”. Graficamente il gioco è molto valido, con i i 60fps che non perdono un minimo frame per strada. 

 

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Prime impressioni
8
Contesto di gioco
8
Gameplay
8
Dimensione artistica
8

Sommario

Il gioco resta ancorato al concetto di single player, con la sola possibilità di condividere l'esperienza di gioco assieme ad un altro giocatore. Solo uno, purtroppo, è poco per un titolo che vanta di 6 uscite sul campo "di livello". Graficamente il gioco è molto valido, con i i 60fps che non perdono un minimo frame per strada. 
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Il gioco resta ancorato al concetto di single player, con la sola possibilità di condividere l'esperienza di gioco assieme ad un altro giocatore. Solo uno, purtroppo, è poco per un titolo che vanta di 6 uscite sul campo "di livello". Graficamente il gioco è molto valido, con i i 60fps che non perdono un minimo frame per strada. Saints Row, la recensione su Xbox Series X