The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia, la recensione

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The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è un beat ‘em up con mappe tridimensionali, svuluppato da NatsumeAtari e distribuito da Bandai Namco come esclusiva PlayStation 4. Si tratta di un prodotto su licenza le cui vicende e personaggi sono tratti dall’omonimo manga di Nakaba Suzuki o, più precisamente, dalla trasposizione animata a esso ispirato.

La qualità dell’opera originale non è l’argomento di discussione qui e oggi, ma visto il suo più che discreto successo è evidente che, al di là dei gusti soggettivi, si tratti di un lavoro sopra la media e con del potenziale da esprimere.

Purtroppo lo stesso non può dirsi del videogioco: il lavoro di NatsumeAtari risulta mediocre o submediocre su tutta la linea, storia compresa. Gli avvenimenti del manga raggiungono solo un determinato arco dell’opera originale e fin da subito risultano estremamente sbrigativi e superficiali, sicuramente comprensibili anche da chi non conosce le vicende, ma poco interessanti a causa di un ritmo narrativo che non fa godere degli eventi né permette ai comprimari di presentarsi in maniera dignitosa.

Di certo non aiuta la regia pessima, composta solo da campi e controcampi, così come le animazioni mediocri dei modelli, realizzati in un cel-shading senza infamia e senza lode.

Gli stessi movimenti dei personaggi, durante i combattimenti, risultano legnosi e mal legati fra loro; inutile dire che la situazione, nel caso degli avversari comuni, sia solo peggiore.

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia

Con oltre venti personaggi giocabili e tratti dall’opera originale, il roster di The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è mediamente ricco e sicuramente vario. Purtroppo però anche in questo caso ci si trova davanti a un problema tecnico, visto l‘oggettivo sbilanciamento tra personaggi improntati a movimenti e attacchi veloci e i rimanenti guerrieri: se con una minima consapevolezza è comunque possibile risultare letali controllando dei maghi, gli sventurati “tank” si troveranno a essere l’ultima ruota del carro, troppo lenti nei movimenti e nelle finestre di azione, destinati a essere interrotti o mancare il bersaglio.

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia si suddivide in Modalità Duello e Modalità Avventura: la prima è il semplice multiplayer, in cui i giocatori possono affrontarsi scegliendo personaggi e arene sbloccate durante l’Avventura; quest’ultima è la scusa per apprendere i retroscena dei protagonisti e fare esperienza coi comandi di gioco.

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia

Per sfortuna del gioco, la Modalità Avventura basta e avanza, con le sue 8 ore scarse di durata, a far capire a qualunque giocatore quanto siano gravi i problemi di The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia, tra framedrop anche importanti, telecamera poco collaborativa, arene confusionarie e nella quali è facile incastrarsi e davvero troppi effetti sonori ripetuti fino allo sfinimento, a fronte di una OST tutto sommato piacevole.

Il doppiaggio è giapponese ma, in quanto esclusiva Sony, The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è stato gratificato con una buona localizzazione italiana di sottotitoli e menu; purtroppo, questo non basta a rendere il gioco più godibile.

La Modalità Avventura è piagata da una ripetitività di fondo, con missioni copiaincollate, il cui unico scopo è il recupero di materiali di crafting necessari al potenziamento delle abilità dei Sette Peccati e missioni principali che, trama slavata a parte, offrono il fianco a pesanti critiche sul versante tecnico e tattico.

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia

Oltre ai problemi già citati, infatti, i duelli (tanto contro l’IA che contro giocatori in carne ed ossa) manifestano una cura davvero minima nel bilanciamento delle tecniche a disposizione di ciascun personaggio: la gestione delle finestre di invulnerabilità, dei danni inferti e subiti e delle animazioni di recupero tra un colpo e l’altro risulterebbe disonesta già per un puro singleplayer e, a maggior ragione nel caso di un prodotto multigiocatore, eradica tre quarti del roster dai personaggi minimamente competitivi.

La stessa Modalità Avventura non invoglia a sperimentare o esplorare le missioni secondarie, vista la già citata monotonia, l’assenza di combo fra gli attacchi, un livello di sfida fin troppo permissivo e un’intelligenza artificiale – alleata e avversaria – che definire “ridicola e prevedibile” sarebbe riduttivo.

Unici elementi positivi risultano i tempi di caricamento quasi istantanei (cosa comprensibile, vista la povertà generale di texture e poligoni) e la velocità con la quale missioni e duelli vengono portati a termine.

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia

Insomma, il potenziale per un titolo veloce, colorato, divertente e dal cast rinomato c’era tutto, peccato sia andato sprecato in un software che a stento raggiunge la sufficienza, per nulla originale e ancor meno memorabile, se non per il prezzo pieno con il quale è venduto nei negozi fisici e digitali.

 

PANORAMICA DELLE RECENSIONI

Grafica
6.0
Sceneggiatura
6.5
Gameplay
6.0
Controllo
6.5
Longevità
6.5

Sommario

Il potenziale per un titolo veloce, colorato, divertente e dal cast rinomato c'era tutto, peccato sia andato sprecato in un software che a stento raggiunge la sufficienza
Lara "Phenrir Mailoki" Arlottahttps://www.youtube.com/c/phenmailokiwui
Scrivo, blatero, videogioco. Spesso contemporaneamente.
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Il potenziale per un titolo veloce, colorato, divertente e dal cast rinomato c'era tutto, peccato sia andato sprecato in un software che a stento raggiunge la sufficienzaThe Seven Deadly Sins: Knights of Britannia, la recensione