NBA 2K26, la recensione su Xbox Series X

-

Ogni anno la storia si ripete. Arriva settembre e con lui un nuovo capitolo di NBA 2K. Un appuntamento fisso per milioni di appassionati. Un rito che scandisce la fine dell’estate e l’inizio della nuova stagione del basket più spettacolare del mondo. NBA 2K26 non fa eccezione. L’ultima creatura di Visual Concepts arriva su console e PC con un obiettivo ambizioso. Non vuole solo essere un aggiornamento: vuole rappresentare la versione più rifinita e completa della simulazione cestistica. La serie 2K, che da anni domina incontrastata il mercato, ha raggiunto vette di realismo e profondità quasi ineguagliabili (anche perchè la concorrenza latita ad arrivare). Migliorare una formula così consolidata è una sfida enorme, con il rischio di adagiarsi sugli allori sempre dietro l’angolo.

Così come quello di scontentare una community esigente e attenta a ogni singolo dettaglio. NBA 2K26 si presenta ai nastri di partenza con questo pesante fardello. Il gioco cerca di spingere l’asticella ancora più in alto e lo fa partendo dalle solide fondamenta del suo predecessore. NBA 2K25 aveva introdotto elementi importanti, perfezionando il gameplay in tante piccole cose. Il nuovo capitolo raccoglie questa eredità e prova a espanderla, promettendo un’esperienza sul parquet più fluida, realistica ed appagante.

Il basket virtuale di 2K è da tempo un universo vastissimo, un contenitore traboccante di opzioni, modalità e contenuti. C’è la Carriera per chi sogna di diventare una leggenda NBA,  MyTeam per i collezionisti di carte e per gli amanti delle sfide online, MyNBA per chi vuole vestire i panni del 6 e gestire una franchigia in ogni suo aspetto. Una ricchezza che a volte rischia di diventare dispersiva. Un labirinto in cui è facile perdersi, specialmente per i nuovi giocatori (ma è anche il più grande pregio della produzione, un aspetto che va riconosciuto).

NBA 2K26, non solo prosegue su questa strada, accelera addirittura. Aggiunge nuovi elementi,  raffina quelli esistenti e cerca di limare le imperfezioni storiche della serie. Ma la domanda che tutti si pongono è sempre la stessa: sarà riuscito a trovare il giusto equilibrio? Avrà risolto i problemi che da anni affliggono l’esperienza di gioco? Sul banco degli imputati sale sempre l’annoso problema legato alle microtransazioni, un’ombra che si allunga minacciosa su ogni modalità. Una presenza costante che rischia di rovinare l’atmosfera e trasformare il divertimento in un esperienza legata al male del pay-to-win. Per capire se il re del basket virtuale ha ancora la corona ben salda sulla testa, oppure se il suo trono è rischio per via delle sue storiche contraddizioni, non ci resta che fare incetta di canestri, al ritmo della nostra recensione di NBA 2K26.

Tutte le novità di questa nuova stagione

NBA 2K26 non è una rivoluzione ma una vera e propria evoluzione, un passo avanti deciso e consapevole rispetto al suo predecessore. Gli sviluppatori di Visual Concepts si sono concentrati sul perfezionamento di meccaniche esistenti, ascoltando con attenzione il feedback della community, che ricordiamo essere tra le più “calorose” del mondo del gaming. Il risultato è un gioco che, a un primo sguardo, potrebbe sembrare molto simile a NBA 2K25, il che non è cosa impossibile con dei titoli di matrice seriale a cadenza annuale. Rimbalzo dopo rimbalzo, pad alla mano si rivela, al netto di una giusta e doverosa pazienza, carico di una serie di miglioramenti importanti e graditi. La novità più significativa è probabilmente legata al ProPLAY. Questa tecnologia, che traduce i filmati reali delle partite NBA in animazioni di gioco, era stata introdotta lo scorso anno, seppur con una sorta di lancio sperimentale. In NBA 2K26, anche forte del feedback ricevuto lo scorso anno, assistiamo ad una maturità importante. Il numero di animazioni è aumentato considerevole, la fluidità con cui i giocatori si muovono sul campo è impressionante. Ogni movimento ogni tiro ogni palleggio appare più naturale e realistico e questo si traduce in un controllo maggiore e in una sensazione di autenticità senza precedenti.

Anche il MyPLAYER Builder – il sistema di creazione del proprio alter ego virtuale – è stato rivisto. L’introduzione del sistema “Build By Badges” rappresenta un passo importante verso l’accessibilità. Ora i giocatori possono scegliere i badge – ovvero, le abilità speciali che preferiscono – e il sistema adatterà automaticamente gli attributi del giocatore per sbloccare quei potenziamenti. Un’inversione di rotta intelligente, se ci si confronta con il passato della serie. Semplifica sicuramenti la vita ai meno esperti, senza sacrificare la profondità per i veterani. A questo si aggiunge la glossary delle animazioni, un vero e proprio database che permette di ricercare ogni singola animazione per nome e vedere i requisiti necessari per sbloccarla. Un aiuto fondamentale per chi vuole replicare lo stile di gioco del proprio idolo NBA (fantastica per gli amanti della pallacanestro americana). Infine i Cap Breakers i meccanismi per superare i limiti di attributo sono stati resi più incisivi. Questi, infatti, donano al sistema di progressione una sensazione di crescita meno meccanica e più gratificante.

NBA 2K26 recensione

La modalità MyCAREER introduce una storyline completamente nuova intitolata “Out of Bounds”. Abbandona parzialmente le atmosfere cittadine open-world degli ultimi anni per concentrarsi su una narrazione più strutturata e coinvolgente (sempre da prendere con le pinze). Si segue il percorso del proprio giocatore soprannominato MP fin dalle sue partite al liceo, con una trama che si sviluppa attraverso filmati ben realizzati, esplorando la vita del protagonista anche fuori dal campo. Un ritorno alle origini per certi versi, un tentativo di creare un’esperienza più personale e memorabile. Sicuramente, una delle più convincenti degli ultimi anni.

Anche MyTEAM – la modalità basata sulla collezione di carte – ha ricevuto importanti aggiornamenti. La novità più eclatante è l’integrazione completa delle stelle della WNBA. Per la prima volta, infatti, sarà possibile creare squadre miste (una scelta che ci ha ricordato quella di FC 25). Far giocare fianco a fianco le leggende NBA e le migliori giocatrici del mondo ampliano a dismisura le possibilità strategiche e la varietà del meta-gioco. Il sistema di progressione e delle ricompense è stato ribilancio, anche se il modello economico resta fortemente legato all’acquisto di pacchetti e all’utilizzo di valuta virtuale.

Infine la modalità MyNBA dedicata alla gestione manageriale si arricchisce con gli “Offseason Scenarios”. Si tratta di sfide a lungo termine create su misura, dove ci toccherà raggiungere determinati obiettivi per soddisfare la dirigenza e i tifosi. Un’aggiunta interessante che dona maggiore profondità e rigiocabilità a una modalità già estremamente completa.

Pro delle novità

  • La tecnologia ProPLAY è matura e regala animazioni e fluidità incredibili;
  • Il nuovo Builder è più accessibile ma non meno profondo;
  • La storyline di MyCAREER è un deciso passo avanti rispetto al passato;
  • L’integrazione della WNBA in MyTEAM aggiunge enorme varietà.

Contro delle novità

  • Le novità non stravolgono l’impianto di gioco generale;
  • MyTEAM resta una modalità dove la “spesa extra” offre un vantaggio competitivo;
  • Le modalità single-player classiche come le stagioni offline hanno ricevuto poche attenzioni;
  • La struttura di fondo rimane molto simile a quella di NBA 2K25.

Gameplay

Il cuore pulsante di ogni NBA 2K è il gameplay. È sul parquet virtuale che si decidono le sorti di ogni partita (e, ovviamente, di edizione). E da questo punto di vista NBA 2K26 non si è fatto trovare impreparato. Il lavoro svolto dagli sviluppatori sul feeling e sul controllo non passa inosservato. Il gioco è più fluido, più reattivo e più realistico rispetto alla passata stagione. Talvolta sembra di assistere a una vera partita in televisione ma con il pieno controllo dell’azione. Il merito è in gran parte del già citato ProPLAY, con ogni giocatore che si presente con delle movenze uniche. Si riconoscono, lontano un chilometro, i tiri in sospensione di Kevin Durant, i giochi di prestigio fulminei di Shai Gilgeous-Alexander e i movimenti in post basso di Nikola Jokic.

Intendiamoci, non è solo una questione estetica. Questa fedeltà si traduce in un gameplay più profondo e strategico, che obbligano il giocatore a conoscere i punti di forza e di debolezza di ogni atleta e sfruttare, dunque, le loro animazioni distintive. Solo così si potrà avere la meglio sull’avversario. Il ritmo di gioco ci apparso leggermente aumentato, con dei match più dinamici e spettacolari (ma senza sacrificare l’anima simulativa del titolo). Ogni possesso è una partita a scacchi, leggere la difesa e chiamare gli schemi giusti per trovare il compagno libero e mandarlo a canestro.

NBA 2K26 recensione

La difesa è stata potenziata. L’intelligenza artificiale è più reattiva, legge bene le intenzioni del giocatore e si adatta di conseguenza. Questo costringe a variare il proprio gioco offensivo, obbligando ad essere più creativi e meno prevedibili. Online la difesa resta una sfida. Affrontare un “altro noi” richiede grande concentrazione e abilità ma le meccaniche a disposizione sono solide e permettono di contenere anche i migliori attaccanti. L’attacco, di contro, offre una libertà d’azione quasi illimitata. Il sistema di palleggio è ricco e complesso e permette di eseguire una quantità enorme di crossover, esitazioni e cambi di direzione. Padroneggiarlo, però. richiede tempo e dedizione ma la soddisfazione di superare un difensore con una serie di finte ben eseguite è impagabile.

Il sistema di tiro è stato oggetto di un importante bilanciamento. In NBA 2K26 la finestra di rilascio verde – quella che garantisce il canestro – è stata ridotta. Un rilascio “leggermente anticipato” o “leggermente ritardato” si tradurrà quasi sempre in un errore. Una scelta che farà – e sta tuttora facendo – discutere, con un conseguente livello di frustrazione da non sottovalutare. Anche il gioco in post basso è stato arricchito con nuove mosse e contromosse, rendendolo un’alternativa valida e divertente al gioco perimetrale.

Nonostante l’eccellenza generale persistono, però, alcuni piccoli difetti. L’intelligenza artificiale offensiva a volte tende a essere prevedibile, con una tendenza ad eseguire ripetutamente le stesse giocate, specialmente nelle situazioni di fine partita. Alcuni passaggi o intercetti sembrano ancora un po’ “guidati”, come se il gioco decidesse a priori l’esito dell’azione. Si tratta di piccole sbavature, imperfezioni che non rovinano un’esperienza di gioco sensibilmente migliorata rispetto alle passate edizioni.

Pro del gameplay

  • Un feeling di gioco realistico e appagante come mai prima d’ora;
  • La fluidità e la varietà delle animazioni sono sbalorditive;
  • La difesa dell’IA è stata migliorata e rappresenta una sfida credibile;
  • Il sistema di tiro premia l’abilità e la conoscenza dei giocatori.

Contro del gameplay

  • Il sistema di tiro potrebbe risultare punitivo per i nuovi giocatori;
  • L’IA offensiva a volte è ripetitiva e prevedibile;
  • Persistono alcune animazioni “guidate” che minano la sensazione di controllo;
  • La complessità dei comandi può spaventare chi si avvicina per la prima volta alla serie.

Dimensione artistica

NBA 2K26 non è solo un grande gioco da giocare. è anche un bellissimo spettacolo da guardare. La presentazione audiovisiva è di altissimo livello e questo conferma la cura maniacale che Visual Concepts ripone in questo aspetto della produzione (come, del resto, ha sempre fatto). I modelli poligonali dei giocatori sono incredibilmente dettagliati. Si possono notare il sudore sulla fronte le espressioni facciali e i tatuaggi riprodotti con una fedeltà impressionante. Le arene sono vive e pulsanti, con il pubblico che reagisce ad ogni canestro, mentre ci si perde a fissare la qualità dei riflessi sul parquet incredibilmente realistica. L’illuminazione dinamica crea un’atmosfera coinvolgente e spettacolare, specie quando si gusta un replay. La regia virtuale con le sue inquadrature dinamiche e i commenti pre-partita contribuisce a creare un’immersione totale, perdendo quel contatto con la realtà videoludica in favore di quella “non”.

La colonna sonora, come da tradizione, è ricca e variegata. Un mix di brani hip-hop e pop che accompagna il giocatore nella navigazione dei menu e durante le partite. Il commento tecnico in lingua inglese è eccellente, i telecronisti sono reattivi e offrono analisi puntuali sull’andamento del match. La localizzazione in italiano, purtroppo, riguarda unicamente i testi dei menu. Una scelta consolidata per la serie, questo lo sappiamo, che potrebbe far storcere il naso a chi non mastica l’inglese. Il sound design è ottimo. Il rumore della palla che rimbalza, lo stridere delle scarpe sul parquet, l’urlo della folla dopo una schiacciata: tutto contribuisce a trasportare il giocatore al centro dell’azione.

NBA 2K26 recensione

Tuttavia non è tutto oro quello che luccica. La struttura dei menu inizia a mostrare i segni del tempo, con un sistema di navigazione confusionario e dispersivo. Trovare una specifica opzione può richiedere diversi passaggi, indi per cui urge un restyling più coraggioso e moderno che gioverebbe alla fruibilità generale del titolo. Anche la Città, la componente open-world legata a MyCAREER, continua a dividere. Da un lato è un hub sociale ricco di attività e cose da fare, dall’altro è un ambiente enorme e a volte dispersivo che obbliga a lunghe e noiose camminate per passare da un’attività all’altra, trasformando l’esperienza in qualcosa che a tratti assomiglia più a un gioco di ruolo online che a un gioco di basket. Questa componente social, spinta con costumi stravaganti e animazioni sopra le righe, si scontra un po’ con il realismo simulativo del gameplay sul campo.

Pro

  • Grafica fotorealistica e modelli dei giocatori eccezionali;
  • Presentazione in stile televisivo curata in ogni dettaglio;
  • Un comparto sonoro coinvolgente e di alta qualità;
  • Animazioni ProPLAY che offrono uno spettacolo visivo senza precedenti.

Contro

  • I menu sono confusi e necessiterebbero di una svecchiata;
  • La Città è dispersiva e può risultare frustrante da navigare;
  • La localizzazione in italiano è limitata ai soli testi;
  • Lo stile social della Città si scontra con il realismo del gioco.
NBA 2K26
  • 8/10
    Prime impressioni e novità - 8/10
  • 8/10
    Controlli/Gameplay - 8/10
  • 9/10
    Dimensione artistica - 9/10
8.3/10

Summary

NBA 2K26 è un gioco dalle due facce, il Giano Bifronte del basket virtuale. Da un lato c’è il gameplay, il cuore pulsante dell’esperienza, dove assistiamo alla simulazione di pallacanestro milgiore della serie. Dall’altro lato c’è tutto il resto. Un contorno appesantito da problemi storici che la serie si porta dietro da troppi anni, con le microtransazioni che ancora incidono negativamente sul divertimento generale. Quindi come giudicare NBA 2K26? È un gioco che vive costantemente in bilico tra sport e business, tra passione e portafoglio. Un’opera magnifica intrappolata in un sistema di monetizzazione che ne mina l’anima. La speranza è che in futuro Visual Concepts trovi un equilibrio migliore. Celebriamo la dimensione artistica di NBA 2K26, con un comparto tecnico sontuoso e una presentazione scenica impeccabile.

Dino Cioce
39 anni, sposato e padre di due bellissimi bambini; anche se il tempo è poco e gli impegni sono tanti, trovo sempre un momento per dedicarmi al mio mantra e al mio credo. I AM A GAMERCRACY
- Pubblicità -