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Gravity Rush Remastered, la recensione: lacrime e nostalgia

Gravity Rush Remastered, la recensione: lacrime e nostalgia

Dopo 4 anni dal suo rilascio sul mercato e circa 13 milioni di unità vendute, Playstation Vita si è rivelata essere una parziale sconfitta per Sony; se da una parte infatti abbiamo a che fare con un successore di Playstation Portable (PSP) dalle specifiche e componenti hardware d’alto livello, PS Vita non è mai riuscita a competere con l’enorme e variegato parco titoli dell’eterno rivale, il Nintendo 3DS, più user-friendly e dal costo più contenuto. Nonostante questo, Gravity Rush è stato uno dei pochi videogiochi sviluppati e rilasciati in esclusiva per la console Sony.

Questo action RPG ricevette un’accoglienza assai positiva sia dal pubblico che dalla critica e non bisogna quindi stupirsi se, dopo quasi un lustro dalla sua pubblicazione, Sony abbia deciso di presentare su mercato una versione del titolo per PlayStation 4. Il lavoro sul remastered è stato curato da Blue Point Games, già artefice della pregevole The Nathan Drake Collection: framerate e risoluzione sono stati incrementati, raggiungendo rispettivamente 60 fps e 1080p, mentre interfaccia di gioco e comandi sono stati modificati per adattarsi al meglio al DualShock 4. Infine, Gravity Rush Remastered contiene al suo interno, oltre al gioco base, anche i tre DLC disponibili per la versione PS Vita, più una galleria di oltre 600 illustrazioni tra concept art e bozzetti.

A parte questo, nel bene e nel male, nulla è cambiato. La grafica, già molto “pulita” nella sua versione originale, non è chiaramente pensata per competere con i giochi della attuale generazione di console, ma fa il suo dovere grazie al cel-shading e un’impronta molto “anime”, non eccezionale ma di certo con un proprio stile, facilmente identificabile nonostante si tratti di una nuova IP.

Il gameplay prevede un susseguirsi di eventi scanditi in 21 capitoli – DLC esclusi – più numerose quest secondarie e sfide a tempo. La natura “portatile” del gioco si fa sentire parecchio, sia nella sua longevità non troppo elevata (circa 15 ore di gioco) che nella tendenza delle missioni ad essere molto simili fra loro, in quanto non pensate per esser svolte consecutivamente e in sessioni di gioco prolungate.

L’esplorazione delle mappe sarà possibile grazie alla capacità della protagonista di manipolare la gravità: i comandi sono semplici e si padroneggiano rapidamente anche con il controller, le abilità non sono molte ma – ed è questo che conta – tutte molto utili.

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Nel complesso il gameplay, per quanto non manchino piccole “sbavature”, come alcune imprecisioni nei geodata, regala davvero tante soddisfazioni e libertà d’azione, ma gli interessati a provare ed acquistare questo titolo devono assolutamente tener conto di come un gioco del genere, nato per console portatile, per quanto ben fatto non potrà mai eguagliare in durata e complessità un lavoro pensato sin dal principio per console casalinga.

La trama pecca talvolta d’ingenuità, cadendo in qualche cliché di troppo, specialmente per quanto riguarda la caratterizzazione dei comprimari, e lascia in sospeso molte, troppe domande, che bisogna augurarsi trovino risposta in Gravity Rush 2, annunciato come esclusiva PlayStation 4 e atteso nel 2016; tuttavia, le idee di base sono davvero interessanti e non manca il potenziale per lo sviluppo di una saga ben fatta, originale e più “matura” di quanto mostrato finora.

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Con un prezzo di listino di 29,99 Euro, Gravity Rush Remastered merita sicuramente il tempo e il denaro degli acquirenti, anche in attesa del suo seguito. Il gameplay, come già detto, può risultare leggermente ripetitivo nel lungo periodo, eppure riesce a divertire ed intrattenere sia i giocatori occasionali che i più rodati, sia grazie al framerate stabile a 60fps, che rende tutto ancor più fluido e godibile, che ad una calibrazione della difficoltà priva di picchi di frustrazione o di noia, perlomeno durante la prima run di gioco.

Gravity Rush Remastered è sicuramente un porting interessante e ben fatto: una ghiotta occasione per tutti i giocatori che non hanno avuto modo di conoscere il titolo originale su PS Vita per scoprire e, perché no, innamorarsi della storia di Kat e del suo misterioso gatto Dusty: un acquisto non troppo oneroso per le tasche e garanzia d’ore di intrattenimento, tanti sorrisi… e qualche lacrima di commozione.