Mario Party 10, la recensione: no Mario, no party!

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Quando si parla di ‘party game’, è impossibile non riconoscere il credito vantato dall’azienda di Kyoto nei confronti di questo genere. Benché non sia stata Nintendo a dare il la a questa tipologia di giochi, si può senz’altro affermare che la grande N, col suo brand “Mario Party“, abbia dato il contributo di maggior successo a una categoria di videogames che strizza l’occhio ai più popolari giochi da tavolo “familiari”. Malgrado l’enorme successo di pubblico, però,  sembra che questa serie non sia mai riuscita a sviluppare a pieno l’immenso potenziale di divertimento che le brillanti idee alla base sembravano promettere, e questo di episodio in episodio.

Per dirla un po’ come il mai troppo citato maestro Yoda: “Molte speranze all’uscita di ogni nuovo capitolo vi erano, ma sempre un’occasione persa si rivelò.” Che sia quindi giunta l’occasione buona per la serie con questo Mario Party 10 per Wii U? Andiamolo a scoprire insieme.

La prima cosa che ci ha colpiti, in maniera decisamente negativa, di Mario Party 10 è l’esigua quantità di contenuti. Il menu di gioco ci proporrà unicamente la modalità principale (divisa a sua volta in due), una modalità dedicata ai vari collezionabili e una relativa agli Amiibo. La Modalità Principale si suddivide in due sottosezioni: Mario Party e Bowser Party; queste, a loro volta, hanno da offrire poco più di cinque tabelloni, il che sembra garantire un discreto assortimento relativo alle ambientazioni nelle quali ci andremo a cimentare. Analizzandole singolarmente, tuttavia, osserviamo che la Modalità “Mario Party” sa di già visto, essendo né più né meno equivalente a quella classica, già proposta nei precedenti capitoli.

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La partita si rivela assai simile ad un gioco dell’oca, in cui tutti i giocatori appartenenti al party si spostano in gruppo, casella dopo casella, cercando di raccogliere più stelle possibili durante il percorso verso l’agognato traguardo. Non tutte le caselle in cui si passa sono però delle “semplici caselle”: in alcune possiamo imbatterci in bonus, in altre in svariati elementi oppure, in altre ancora, in dadi extra da utilizzare per prolungare il nostro cammino; per finire, sono presenti molteplici caselle (sfida e boss) capaci di dar vita a delle sfide competitive o simili a una sorta di “boss fight”. Più nello specifico, le Caselle Sfida ci permettono di avviare una serie di minigiochi affrontabili in varie modalità: tutti contro tutti, due contro due o uno contro tre. Invece, nella Casella Boss i giocatori saranno chiamati a difendersi da Bowser Jr. e Bowser stesso, in un minigioco dedicato.

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La Modalità Bowser Party si presenta invece così: quattro giocatori interpretano il ruolo dei buoni, mentre il quinto giocatore veste i panni di Bowser con un unico obiettivo; eliminare tutti gli avversari. Come? Semplice, attraverso dei minigiochi che, a loro modo, sanno sfruttare il pad nella nostra mano nel migliori dei modi. L’unica pecca di tutto ciò è che tali minigiochi sono davvero pochi e si basano su appena dieci concetti, che alla lunga ricorderemo a memoria, con una conseguente, eccessiva semplificazione del tutto.

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La modalità più appagante sembra proprio quella con gli Amiibo, che fa leva sul potente fattore nostalgia, richiamando alla mente dei veterani i bei ricordi relativi ai passati capitoli della serie Mario Party. In questa modalità ogni partecipante prosegue nel percorso in solitaria, cercando di raccogliere quante più monete possibili, per poi, infine, comprare le stelle. Abbiamo la possibilità di passare il nostro Amiibo sul pad, facendone la nostra pedina. Non sarà obbligatorio possedere tutti gli Amiibo sinora usciti per poter usufruire in modo soddisfacente dei vari tabelloni messi a disposizione da questa modalità, il che rende quest’ultima, a conti fatti, la vera chicca di Mario Party 10.

Mario Party 10 è dunque un titolo che lascia un’opinione divisa a metà. Da un lato, alcune modalità fanno apprezzare notevolmente aspetti come il gameplay asimmetrico e l’interazione con il pad, regalando unici momenti di divertimento; dall’altro, si nota un ormai avanzato invecchiamento della serie propostaci dalla casa di Kyoto, che si ostina a riproporre modalità già viste invece di rinnovare a dovere il brand. In conclusione, grazie anche al prezzo contenuto, Mario Party 10 rimane un capitolo da non perdere se si possiede una Wii U: meglio sperare, però, in una svolta da parte di Nintendo, magari con l’introduzione di una componente online.

Davide Pulizzi
Davide, nato nel lontano 1994, ha iniziato la sua avventura nel mondo videogiocoso verso l'età di sette anni incominciando (come ogni comune mortale che si rispetti) con le cinquecento lire nei cabinati delle sale giochi, sino al sua prima console: la vetusta PlayStation. I suoi gusti sono variegati, non riuscendo a preferire un genere rispetto ad un altro. Gli piace rimanere a stretto contatto col mondo hi-tech, leggere manga, vedere anime e film di vario genere.
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