Little Nightmares 2, la recensione per PS4

Mono e Six ci riportano nell'incubo

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Little Nightmares 2 recensione ps4

Si torna nell’incubo, quello raccontato da Little Nightmares 2, nella nostra recensione per console PS4. La coppia Tarsier Studios e Bandai Namco Entertainment, ci ripropone, a distanza di 3 anni dal primo capitolo, il sequel (o il prequel?!, ndr) delle avventure della piccola Six. Non sappiamo bene se definirlo tale, anche per non svelare nulla della contorta trama del gioco. Il gameplay non cambia anche se questa volta l’orientamento del genere subisce una lieve modifica. Si passa, infatti, dal puzzle-platform con delle componenti action all’ action-platform con componenti puzzle.

Il voluto scioglilingua serve per darvi una piccola idea di quello che vi aspetta, anche alla luce della vostra prima “eventuale” esperienza. Iniziamo con il dire che, se non sapete nulla sul primo capitolo, non avete nessun problema. Little Nightmares 2 non fa nessun rimando esplicito al titolo uscito nel 2017, se non per la presenza di Six. In questo nuovo incubo, lei aiuterà il protagonista, Mono, ad uscirne fuori. Farlo, però, non sarà facile.

Little Nightmares 2 recensione ps4

Sebbene la componente puzzle abbia lasciato un po’ di spazio a quella action, preparatavi a non commettere errori. Ne basta solo uno per ricominciare dal checkpoint. Ci saranno dei piccoli rompicapo, anche sei in numero e quantità assai minore rispetto al gioco precedente. Onestamente, tutto questo non è un male. Dovete solo armarvi di pazienza e sangue freddo, e non giudicarlo “solo” un platform. Questo è un grande errore.

La componente narrativa è molto presente e fa da cornice alla “semplice” complessità del genere. È un ossimoro, lo sappiamo. Ci piace, però, usare questa figura retorica, anche perché, al netto della nostra esperienza, è quello che ci resta dentro di questo nuovo titolo firmato Tarsier Studios e Bandai Namco Entertainment. Il tempo per la nostra premessa è terminato. Lasciamo spazio al “cuore” della recensione di Little Nightmares 2, titolo, vi ricordiamo, giocato su console PS4.

Con gli occhi di un bambino

Il gameplay di Little Nightmares 2 sembra “sussurrato”, come se il narratore fosse un bambino. Badate che non esiste una riga di dialogo, una cutscene con sottotitoli o una mezza parola di contesto. È tutto questo è semplicemente, e dannatamente, stupendo. Ci si rende conto di come un’idea, se sviluppata da persone che amano i videogiochi, basta per incollarci alla sedia.

Si entra sin da subito in sintonia con il gameplay. La genialità degli sviluppatori è quella di far iniziare la nostra esperienza di gioco in un ambiente ostile che ricorda “vagamente” (e mica tanto, ndr) il mondo delle favole. Da soli, in una foresta, con un cacciatore alle calcagna. Per chi, come chi vi scrive, ricorda il capitolo precedente, avverte già il primo punto di distanza. Non vi è, infatti, la costante ricerca di un ambiente claustrofobico, dando l’illusione di uno scenario aperto.

Little Nightmares 2 recensione ps4

Come detto, è una mera illusione, resa con un level design che sembra inneggiare allo “scorrimento orizzontale”, svelando una profondità inedita per la serie.

Questo è solo un piccolo esempio di come questo platform “ossimorico” sia in grado di nascondere la sua vera natura. Vi abbiamo prima accennato di come la regola principale è quella del “vietato sbagliare”. Il mondo di Little Nightmares 2 è costellato da ostilità. Al primo posto troviamo il villain del livello, il cattivo che si incontra dall’inizio alla fine del “quadro”. Quello che è impossibile sconfiggere e si deve solo evitare.

Little Nightmares 2 recensione ps4

Al secondo posto troviamo i classici nemici, quelli che si possono battere e/o aggirare con astuzia. Sono tematici, per cui saranno sempre diversi a seconda del luogo. Alla terza posizione di questa macabra classifica troviamo noi stessi e la nostra paura di osare. Si, avete capito bene. Si va avanti solo se ci si mette in gioco, prendendo qualche rischio.

Questo significa una sola cosa. Si corre e si salta affrontando, senza troppi ragionamenti contorti, tutte le difficoltà, affidandosi all’istinto. Ah, dimenticavamo. Correre e saltare va bene, ma date sempre un’occhiata a cosa succede intorno a voi.

L’inutilità della parola

Affrontiamo, in questa nostra recensione PS4 di Little Nightmares 2, un argomento un po’ particolare quando si parla di un videogioco, anche perché è una costante e ti accorgi di questo solo quando manca. Parliamo della parola, l’elemento presente in ogni dialogo, sia esso scritto che parlato. Ecco, dimenticatevela. Tarsier Studios, per qualche strano motivo, è allergico alla sua presenza. In virtù di questo, salvo i piccoli “versi” pronunciati da due protagonisti del gioco, non troverete altre mezze sillabe nel gioco.

La sua dipartita è ben coperta da tutto il resto. E fidatevi se vi diciamo che, della sua assenza, non si sente nemmeno lontanamente la mancanza. Il compito di raccontare è demandato al gameplay e al suo contesto. In questo ardua impresa ci riescono benissimo, dimostrando come la creatività sia in grado di superare il muro eretto dal luogo comune che gira intorno al concetto stesso di videogioco.

Little Nightmares 2 recensione ps4

I dev hanno puntato tantissimo sulla componente artistica. I dettagli di contesto delle ambientazioni sono curati con un’attenzione maniacale, molto rara per un genere in cui conta solo il gameplay. E sono proprio i dettagli a prendere il posto delle parole. L’Unreal Engine, come sempre, fornisce il suo prezioso contributo. In alcuni momenti, il gioco luci/ombre è in grado di raccontare il momento, talvolta anticipandolo.

È vero che l’occhio vuole sempre la sua parte, ma questi sviluppatori svedesi hanno preferito investire anche sul comparto audio. Rispetto al primo capitolo, il campionamento sonoro è migliorato notevolmente. È stato introdotto il concetto di prossimità e direzione del suono. In pratica, a seconda della nostra posizione riusciamo a percepire il pericolo, anticipandone distanza e orientamento. Pensate ancora che sia un semplice platform?

Little Nightmares 2 recensione ps4

Il commento

E come di consueto tiriamo le somme di questa nostra recensione di Little Nightmares 2, titolo giocato nella sua versione PS4. È un vero peccato non averlo visto nativo su next-gen, anche con una versione cross-gen ottimizzata. Chissà cosa poteva essere con il feedback e l’Audio 3D. Pazienza, vorrà dire che, quando arriverà la versione PS5, lo dovremo rigiocare da capo. 

Tarsier Studios e Bandai Namco Entertainment firmano un altro incubo, costruendo un avventura molto originale. Prende in prestito il protagonista del primo capitolo, Six, anche se la scena è di Mono. Interessante questo dualismo dei personaggi, che si aiutano e si scambiano le parti senza mai far perdere l’orientamento del gioco. Anche questo, come tutti gli altri numerosissimi dettagli di contesto, serve a raccontare la trama del gioco. Deficitaria di parole e dialoghi, ma assolutamente interessante.

La componente artistica è di primissimo livello. A qualcuno verrebbe da dire “sprecata” per un platform, ma in realtà è quella che fa la vera differenza. Il gameplay è quello tipico del genere, con corse e salti che si alternano a momenti “ragionati”. Si resta, però, affascinati dal contesto degli eventi, dove non vi è una netta separazione tra level design e scenario. Pura arte applicata al videogioco. È un titolo che merita assolutamente la vostra attenzione, sia che abbiate giocato al primo capitolo, o che siate nuovi con la serie. 

RASSEGNA PANORAMICA
Grafica
9
Sceneggiatura
9
Gameplay
9
Controllo
9
Longevità
9
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little-nightmares-2-ps4È un vero peccato non averlo visto nativo su next-gen, anche con una versione cross-gen ottimizzata. Tarsier Studios e Bandai Namco Entertainment firmano un altro incubo, costruendo un avventura molto originale. La componente artistica è di primissimo livello. A qualcuno verrebbe da dire "sprecata" per un platform, ma in realtà è lei che fa la vera differenza. Il gameplay è quello tipico del genere, con corse e salti che si alternano a momenti "ragionati". Si resta, però, affascinati dal contesto degli eventi, dove non vi è una netta separazione tra level design e scenario.