Borderlands 4, la recensione su Xbox Series X

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L’universo videoludico è un cosmo in perenne espansione, un luogo dove le certezze sono poche e le rivoluzioni all’ordine del giorno. Eppure in questo turbinio di pixel e poligoni esistono delle costanti dei fari luminosi che da anni guidano le flotte di appassionati. Borderlands è, senza ombra di dubbio, uno tra questi. Un franchise che ha preso il concetto di sparatutto in prima persona e lo ha fuso con le meccaniche da gioco di ruolo, creando una formula esplosiva che ha ri-definito il concetto di looter-shooter. Dopo anni di attesa – e un terzo capitolo che ha diviso la critica e il pubblico – Gearbox Software torna alla carica con Borderlands 4, un titolo che si presenta con l’arduo compito di innovare senza stravolgere.

Il risultato è un’opera colossale, un’avventura che trabocca di contenuti, armi e carisma ma che allo stesso tempo mostra il fianco a qualche incertezza figlia di un passato glorioso ma ingombrante. Questa nuova epopea abbandona le sabbie riarse di Pandora per portarci sul pianeta Kairos, un mondo inedito oppresso dal giogo di un nuovo e carismatico antagonista il Crono-Custode. Al centro della scena troviamo quattro nuovi Cacciatori della Cripta pronti a tutto pur di liberare il pianeta e ovviamente arricchirsi. Borderlands 4 è un gioco di contrasti, un’esperienza che riesce a essere al tempo stesso familiare e sorprendentemente fresca. Il gunplay raggiunge vette di eccellenza mai toccate prima nella serie, grazie a un sistema di movimento incredibilmente fluido e a un arsenale sterminato che non smette mai di stupire.

La scrittura, d’altro canto, tenta la via della maturità, smorzando i toni eccessivamente sopra le righe del predecessore e riuscendo solo in parte nel suo intento. Il gioco brilla per la sua direzione artistica, con un cel-shading iconico ora più vibrante e dettagliato che mai. È un capitolo che vuole essere il punto di sintesi della saga, un’evoluzione che prende il meglio dai suoi predecessori ma limandone i difetti. Un’impresa titanica che riesce a metà, consegnandoci un gioco immenso divertente (e quasi infinito) ma che a tratti dà la sensazione di non volare osare “troppo”.

Storia e personaggi: un racconto di liberazione e follia temporale

La saga di Borderlands ha sempre puntato forte sulla sua narrativa scanzonata e sui suoi personaggi sopra le righe. Borderlands 4 non fa eccezione ma cerca di aggiustare il tiro rispetto all’umorismo a tratti forzato e memetico di Borderlands 3. L’avventura si svolge su Kairos, un pianeta mai visto prima tenuto sotto il tallone di ferro del Crono-Custode e della sua legione l’Ordine. Questo nuovo antagonista si discosta dal classico cattivo machiavellico alla Handsome Jack. Il Custode del Tempo è un tiranno enigmatico, un dittatore che controlla il flusso del tempo stesso presentandosi come un’entità quasi divina per i popoli oppressi di Kairos.

La sua influenza pervade ogni angolo del pianeta, una minaccia costante e tangibile che dona alla narrazione un’atmosfera più cupa e matura rispetto al passato. La trama principale ruota attorno alla liberazione di Kairos. I quattro nuovi Cacciatori della Cripta arrivano sul pianeta attirati dalle solite promesse di tesori e Cripte leggendarie ma si trovano ben presto invischiati in una vera e propria rivoluzione. Il loro compito sarà quello di unire le varie fazioni tribali del pianeta convincerle a combattere e guidarle contro le forze soverchianti dell’Ordine.

borderlands 4 recensione

Il ritmo della campagna è ben gestito, alternando missioni ad alto tasso di adrenalina a momenti più riflessivi in cui si approfondisce la lore di Kairos, un mondo che si rivela sorprendentemente complesso e stratificato. La scrittura fa un piccolo passo avanti. I dialoghi sono meno farciti di battute “forzate” e i personaggi secondari sono più sfaccettati e meno caricaturali. Ritornano anche alcune vecchie conoscenze, figure iconiche della saga che appaiono in ruoli di supporto donando un senso di continuità all’universo narrativo. Il vero cuore pulsante del gioco però sono i quattro nuovi protagonisti. Gli sviluppatori hanno svolto un lavoro eccellente nel creare un quartetto di eroi carismatico e diversificato. Ve li presentiamo, in sintesi:

  • Vex la Sirena: Una studiosa ossessionata dalle Cripte e dalla storia degli Eridiani. A differenza delle altre Sirene i suoi poteri non sono puramente offensivi ma le permettono di manipolare l’ambiente e creare anomalie spaziali. È la mente del gruppo un personaggio riflessivo ma capace di scatenare una furia devastante quando la situazione lo richiede;
  • Rafa l’Eso-Soldato: Un mercenario dal cuore d’oro, equipaggiato con un’armatura tecnologica avanzatissima. La sua specialità è il combattimento in prima linea, potendo schierare droni da combattimento e scudi energetici. Rafa rappresenta la forza bruta del team ma nasconde un passato travagliato e un forte senso di giustizia;
  • Amon il Cavaliere della Forgia: Un guerriero proveniente da una tribù nomade di Kairos. È un personaggio imponente, capace di evocare armi spettrali e di infondere i suoi attacchi con il potere elementale del pianeta. La sua storia personale è profondamente legata alla lotta di liberazione di Kairos rendendolo il fulcro emotivo della narrazione.
  • Harlowe la Gravitar: Una ladra agile e scattante i cui poteri le permettono di manipolare la gravità. Può sollevare i nemici in aria, creare piccoli buchi neri e muoversi sul campo di battaglia con una velocità disarmante. È la scheggia impazzita del gruppo, sempre pronta alla battuta e a cacciarsi nei guai.

L’interazione tra questi quattro personaggi è uno dei punti di forza del gioco. I loro dialoghi durante le missioni, le loro reazioni agli eventi e le loro storie personali si intrecciano in modo naturale creando un forte senso di cameratismo. La trama, seppur più solida e coerente rispetto al passato, non è esente da difetti. In alcuni frangenti la narrazione perde mordente affidandosi a cliché già visti nel genere. Il Crono-Custode, per quanto accattivante, non riesce a raggiungere il carisma iconico di Handsome Jack, rimanendo una figura un po’ troppo distante e misteriosa per tutto l’arco della storia. Nonostante queste piccole sbavature, il comparto narrativo di Borderlands 4 compie un deciso passo nella giusta direzione offrendo una storia godibile personaggi memorabili e un nuovo affascinante angolo dell’universo da esplorare.

Pro di storia e personaggi:

  • Un antagonista intrigante e un’ambientazione inedita;
  • I quattro nuovi Cacciatori sono eccezionali per design e caratterizzazione;
  • Tono narrativo più maturo e meno caotico;
  • Ottima gestione del ritmo della campagna principale.

Contro di storia e personaggi:

  • Il cattivo principale manca del carisma di Handsome Jack;
  • Alcuni snodi narrativi sono prevedibili;
  • Le missioni secondarie a volte mancano di mordente narrativo;
  • Il ritorno di alcuni vecchi personaggi sembra un po’ forzato.

Gameplay: la sinfonia della distruzione raggiunge la perfezione

Se c’è un aspetto in cui Borderlands 4 eccelle senza riserve è il gameplay. Gearbox Software ha preso la solida base del terzo capitolo e l’ha elevata a un livello superiore, creando il looter-shooter “per eccellenza”. Il feeling delle armi è semplicemente sublime. Ogni proiettile ha un peso, ogni esplosione è una gioia per gli occhi e le orecchie. Il sistema di generazione procedurale delle armi torna più in forma che mai, sfornando un numero letteralmente infinito di strumenti di morte. Si passa da pistole che sparano proiettili a ricerca a fucili a pompa che generano mini-singolarità gravitazionali, fino a lanciarazzi che suonano un’aria d’opera prima di scatenare l’inferno.

La varietà è sbalorditiva e la ricerca del “god roll” perfetto costringe il giocatore di turno a continuare a combattere e ad esplorare per ore e ore. La vera rivoluzione di questo quarto capitolo risiede però nel sistema di movimento. I Cacciatori della Cripta sono ora più agili che mai. Possono eseguire doppi salti, scivolate, scatti aerei e aggrapparsi alle sporgenze grazie a un rampino. Queste nuove abilità trasformano ogni scontro a fuoco in una danza mortale. Non si è più vincolati a un combattimento statico da dietro le coperture, ora è possibile attaccare dall’alto aggirare i nemici con una velocità fulminea e riposizionarsi costantemente sul campo di battaglia. Questa nuova libertà di movimento si sposa alla perfezione con il level design delle arene più verticali e complesse che in passato.

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Gli alberi delle abilità dei quattro protagonisti sono un altro fiore all’occhiello della produzione. Ognuno dei quattro Cacciatori ha a disposizione tre diversi rami di specializzazione, ognuno con una propria abilità d’azione unica e una serie di potenziamenti passivi. La profondità di personalizzazione è notevole, permettendo di creare build estremamente diverse e sinergiche. Vex può specializzarsi nel controllo del campo di battaglia bloccando i nemici con le sue anomalie oppure concentrarsi sui danni elementali. Rafa può diventare un tank inarrestabile o un comandante che guida un esercito di droni.

Le possibilità sono enormi e incentivano la rigiocabilità e la sperimentazione. Borderlands 4 introduce anche nuovi tipi di nemici e nuove fazioni che popolano il pianeta Kairos. L’Ordine del Crono-Custode schiera soldati corazzati e mech pesantemente armati mentre le lande selvagge sono abitate da creature aliene aggressive e imprevedibili. L’intelligenza artificiale nemica è stata migliorata, rendendo gli scontri più impegnativi e tattici. I nemici cercano di aggirare il giocatore, usano le coperture in modo intelligente e coordinano i loro attacchi.

L’esplorazione del mondo di gioco è un altro elemento chiave dell’esperienza. Kairos è un pianeta vasto e variegato composto da diverse macro-aree che vanno da lussureggianti giungle aliene a deserti aridi, passando per città futuristiche e antiche rovine. Per spostarsi rapidamente si può contare su un nuovo hover-bike completamente personalizzabile, un veicolo agile e divertente da guidare. Il mondo è disseminato di segreti sfide secondarie e boss opzionali che ricompensano generosamente i giocatori più curiosi. L’endgame di Borderlands 4 è stato pensato per tenere incollati i giocatori per centinaia di ore. Una volta terminata la campagna principale si sblocca la modalità “Caos”, che permette di aumentare la difficoltà del gioco e la qualità del bottino ottenuto.

Tornano anche le arene di combattimento e le incursioni raid impegnativi pensati per essere affrontati in cooperativa con altri tre giocatori. Gearbox ha già annunciato un corposo piano di supporto post-lancio, con espansioni della storia, nuovi personaggi ed eventi stagionali. Se c’è da muovere una critica al gameplay è la sua fisiologica ripetitività nel suo ciclo di vita. Alla fine della giornata, le cose da fare si dimostrano sempre le stesse: spara, saccheggia, migliora l’equipaggiamento e ripeti. Per chi non è avvezzo al genere, questa formula potrebbe risultare stancante sul lungo periodo.

Pro del gameplay:

  • Sistema di movimento incredibilmente fluido e divertente;
  • Feeling delle armi eccezionale e varietà dell’arsenale sbalorditiva;
  • Alberi delle abilità profondi e altamente personalizzabili;
  • Un endgame ricco di contenuti e un solido piano di supporto post-lancio.

Contro del gameplay:

  • La formula di gioco alla lunga può risultare ripetitiva;
  • Il bilanciamento di alcune armi leggendarie non è perfetto;
  • La gestione dell’inventario poteva essere migliorata;
  • Alcune tipologie di missioni tendono a ripetersi troppo spesso.

Dimensione artistica: un capolavoro in cel-shading che risuona di caos

Lo stile grafico di Borderlands è sempre stato il suo marchio di fabbrica inconfondibile. Quel cel-shading spesso definito “concept art in movimento” ha permesso alla serie di distinguersi dalla massa di sparatutto realistici e di mantenere una freschezza visiva invidiabile anche a distanza di anni. Borderlands 4 non solo conferma questa tradizione ma la eleva a un nuovo livello di eccellenza. Grazie alla potenza delle console di nuova generazione il mondo di Kairos prende vita, con una ricchezza di dettagli e una vivacità cromatica mai viste prima.

I modelli poligonali dei personaggi e dei nemici sono più complessi e animati con una cura maniacale. Gli effetti particellari delle esplosioni e delle abilità speciali sono un vero spettacolo pirotecnico, un tripudio di colori che riempie lo schermo in ogni scontro a fuoco. L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale nel creare l’atmosfera. I raggi di sole che filtrano attraverso le fitte giungle aliene, i neon che si riflettono sulle pozzanghere delle città cyberpunk e le luci spettrali delle rovine Eridiane contribuiscono a rendere ogni ambientazione unica e memorabile.

La direzione artistica brilla soprattutto nella creazione del pianeta Kairos. Abbandonare Pandora è stata una scommessa che ha dato ragione agli sviluppatori. Il nuovo mondo offre una varietà di biomi che spezza la monotonia dei deserti che avevano caratterizzato i primi capitoli. Si passa da canyon rocciosi a paludi luminescenti, da picchi innevati a complessi industriali iper-tecnologici. Ogni area ha una sua identità visiva ben precisa, una sua flora e fauna uniche. Il design dei nemici e delle armi è come sempre folle e ispiratissimo. Le creature di Kairos sono un mix di design organico e biomeccanico mentre le armi prodotte dalle varie corporazioni sono un tripudio di creatività. Le armi Maliwan sono eleganti e futuristiche, quelle Tediore si trasformano in torrette semoventi una volta ricaricate mentre le Jakobs mantengono il loro fascino da vecchio west.

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Il comparto sonoro è altrettanto impressionante. Il doppiaggio in italiano si attesta su livelli di eccellenza, con interpretazioni convincenti che riescono a rendere giustizia all’umorismo e al dramma della narrazione. Gli effetti sonori delle armi sono stati curati in modo maniacale. Ogni arma ha un suo suono distintivo, con un feedback uditivo che ne restituisce la potenza e la peculiarità. Le esplosioni sono fragorose, i proiettili sibilano nell’aria e i versi delle creature aliene sono genuinamente inquietanti. La colonna sonora è un mix esplosivo di generi, che spazia dalla musica elettronica al rock industriale passando per sonorità più riflessive.

Le tracce che accompagnano i combattimenti sono cariche di adrenalina e si adattano dinamicamente all’azione su schermo, aumentando di intensità nei momenti più concitati. Nonostante l’indiscutibile qualità artistica Borderlands 4 non è esente da problemi tecnici. Su console il gioco offre diverse modalità grafiche ma anche in modalità “performance” si registrano sporadici cali di fluidità nelle situazioni più caotiche. Gearbox ha già rilasciato diverse patch correttive che hanno migliorato la situazione ma il lavoro di pulizia non è ancora del tutto completato.

Pro della Dimensione artistica:

  • Stile grafico in cel-shading iconico e tecnicamente impressionante;
  • Direzione artistica ispirata sia nel design del mondo che dei personaggi;
  • Comparto sonoro di altissimo livello doppiaggio effetti e colonna sonora;
  • Varietà e bellezza delle ambientazioni del pianeta Kairos.

Contro della Dimensione artistica:

  • Ottimizzazione tecnica non perfetta al lancio;
  • Sporadici cali di frame rate;
  • Qualche bug e glitch minore ancora presente;
  • I menu e l’interfaccia utente potevano essere più puliti e reattivi.
Borderlands 4
  • 8/10
    Storia, personaggi e contesto - 8/10
  • 8.5/10
    Controlli/Gameplay - 8.5/10
  • 8.5/10
    Dimensione artistica - 8.5/10
  • 8/10
    Intrattenimento - 8/10
8.3/10

Summary

L’atterraggio sul pianeta Kairos è stato dei migliori, con quella nostalgia di Pandora che sembra ormai un lontano ricordo. I “fantasmi” del terzo capitolo non sono stati scacciati del tutto, con dei momenti di forzatura ancora presenti. La simpatia “a tutti i costi” ha lasciato, però, il posto a momenti di serietà, con i Cacciatori che addirittura diventano delle fonti di ispirazione. Il cattivo di turno è una presenza che non lascia il segno. Cosa che non possiamo dire del gameplay e della dimensione artistica, che creano un coinvolgimento che ci ha ricordato quella prima volta assieme al looter-shooter di Gearbox Software. 2K sembra aver ritrovato una delle sue perle più rare, ma da adesso in poi l’imperativo è d’obbligo: vietato sbagliare!

Dino Cioce
39 anni, sposato e padre di due bellissimi bambini; anche se il tempo è poco e gli impegni sono tanti, trovo sempre un momento per dedicarmi al mio mantra e al mio credo. I AM A GAMERCRACY
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