Life is Strange – Episodio 1: la nostra recensione

The butterfly effect con uno schiocco di dita

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Una tempesta, un sentiero oscuro, un faro in lontananza, squarciato in più parti da un fulmine violento appena sopra la nostra testa. O meglio: appena sopra lo sguardo impaurito di Maxine Caulfield, la protagonista di cui vestiremo i panni in terza persona. È il tenebroso prologo di Life is Strange, nuovo lavoro firmato Dontnod Entertainment e pubblicato da Square Enix su Ps4, Xbox One, Ps3, Xbox 360 e PC. Il giovane studio francese con sede a Parigi arriva alla sua seconda opera, continuando un cammino iniziato con il platform Remember Me del 2013 disponibile sulla passata generazione di console e PC. Nonostante restino alcune sfumature fantascientifiche, per quanto riguarda il genere riscontriamo un netto cambio di rotta, poiché questa volta abbiamo a che fare con un’avventura grafica in piena regola.

Life Is Strange

Avventura che arriva sul mercato, come molti prodotti simili degli ultimi mesi e anni (The Walking Dead, The Wolf Amoung Us, Game of Thrones), a episodi, cinque capitoli che verranno rilasciati più o meno regolarmente ogni 30/40 giorni (il secondo episodio è previsto per marzo 2015). Non possiamo più parlare di sistema ‘punta e clicca’ per ovvi motivi, ovvero non c’è più un cursore a schermo con cui cliccare gli oggetti del mondo di gioco, ma le dinamiche sono pressoché identiche. Muovendo il nostro personaggio in un ambiente 3D, dobbiamo interagire con l’ambiente e le persone che ci circondano, risolvendo il mistero principale della storia (che prende il via dopo pochi minuti di gioco) e provando a capire l’origine del nostro straordinario potere. Perché la piccola Max non è soltanto una ragazzina timida, impacciata, appassionata di fotografia, possiede anche una capacità straordinaria: può tornare indietro nel tempo, ‘riavvolgere’ i momenti della sua vita in qualsiasi momento.

Significa essere in grado di modificare piccoli e grandi eventi, dal riservare una doccia fredda alle antipatiche amiche di corso sino allo sventare un tragico omicidio. In termini di gameplay, un singolo tasto del nostro gamepad può rimandare indietro la scena in corso, fino a farle prendere il verso che preferiamo. Alcuni momenti ben precisi ci mettono inoltre davanti a veri e propri bivi che aspettano una nostra decisione, e ogni scelta può modificare l’immediato futuro della nostra storia. Niente ci vieta, in caso le conseguenze prendano una brutta piega, di tornare subito indietro e optare per una scelta differente. Un sistema senza alcun dubbio divertente, apparentemente molto casuale, ma che nella realtà dei fatti ci mette su binari ben delineati, preconfezionati. Interscambiando le scelte si possono addirittura giocare avventure con destini differenti, a patto però di iniziare diverse partite, se ne possono infatti giocare tre contemporaneamente sfruttando gli slot del salvataggio.

Life Is Strange

Life Is Strange

Salvataggio che avviene in modo automatico al raggiungimento dei checkpoint senza possibilità di salvare manualmente, quindi uscire dall’applicazione nel bel mezzo di una scena fa perdere i progressi senza appello. Sul fronte delle ambientazioni ci troviamo in un contesto universitario, un campus con le sue aule e i suoi dormitori, accompagnato costantemente sullo sfondo da una colonna sonora acustica di ottimo gusto e qualità (Syd Matters, José González). Tutto, o quasi, ciò che circonda la diciottenne Maxine sembra estrapolato da un manga Shōjo (ovvero destinato ad un pubblico femminile adolescenziale), sebbene ci si trovi ad Arcadia Bay nell’Oregon. Nonostante le buone idee alla base e l’ottima fattura generale, a entusiasmare meno è l’aspetto grafico: visivamente infatti non ci troviamo di fronte ad un’opera raffinata e bella da vedere. Le textures sono poco dettagliate e piuttosto poligonali, squadrate, un autentico salto nel passato soprattutto guardando al nuovo hardware di Ps4 e Xbox One (per non parlare del PC). Non che si aspettassero livelli da tripla A, ma visto l’utilizzo del motore Unreal Engine 3 (usato per la serie Batman Arkham, per farci un’idea…) si sperava sicuramente in un risultato migliore e più curato.

Life Is Strange

Life Is Strange

Il titolo resta in ogni caso godibile e coinvolgente al punto giusto, fondato inoltre su alcune idee di partenza davvero interessanti, ben realizzate e con una notevole regia (ma siamo lontani dagli intrighi cervellotici di un classico come Grim Fandango, per esempio, recentemente rimasterizzato). È consigliato però unicamente agli appassionati di avventure grafiche, a chiunque cerchi un gioco da assaporare con calma, da sfogliare come un libro interattivo che permetta di tornare indietro con le pagine. E a chi mastica bene le lingue, poiché dialoghi e sottotitoli sono unicamente in inglese, per la lingua italiana bisogna aspettare – come tradizione ormai – l’uscita del pacchetto finale con tutti gli episodi. Una buona prova, ma affatto assoluta.

Aurelio Vindigni Ricca
Fotografo e redattore sul web, caporedattore di Cinefilos Games e direttore editoriale di Vertigo24.
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