
L’asta, ritenuta positiva all’unanimità del consiglio che ha ottenuto 7 voti positivi contro 0, terminerà giusto in tempo per Natale e includerà anche alcune copie di Centipede; tutte le cartucce sono al momento custodite presso il New Mexico Museum of Space History. Le sfortune di E.T. L’extraterrestre iniziano sin dalla sua produzione, portata avanti con estrema fretta per distribuire le copie ai negozi in contemporanea con l’uscita dell’omonimo film di Steven Spielberg del 1982.
Fu un tale flop che secondo molti ha contribuito al tremendo collasso dell’industria videoludica durante gli anni 80, il tutto mentre Atari cercava di ignorare e negare la cosa, insabbiando (letteralmente) e bruciando le confezioni invendute. Ad Alamogordo resteranno 500 copie del gioco, altre potrebbero – speriamo – dirigersi verso l’Italia e il Vigamus, il museo del videogioco della capitale. Gli scavi avvenuti nell’Aprile scorso nel deserto del Nuovo Messico sono stati ripresi da una troupe della Microsoft, intenta a montare un documentario chiamato Atari: Game Over, che potrebbe vedere la luce alla fine di questo anno.
